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Svelato l’ultimo segreto di Leonardo da Vinci: l’Uomo Vitruviano

Svelato l’ultimo segreto di Leonardo da Vinci: l’Uomo Vitruviano

06 Agosto 2019 0 Di Redazione In24
L’opera Novatio et ingenium rivela: Leonardo Da Vinci è stato ispirato dall’opera di un grande ingegnere del tempo, Francesco di Giorgio Martini.

Svelato il mistero dell’origine dell’Uomo Vitruviano di Leonardo da Vinci

Novatio et Ingenium, l’opera di Scrinium che rivela il mistero dell’Uomo Vitruviano di Leonardo da Vinci

Nell’anno in cui si festeggia il quinto secolo dalla morte di Leonardo da Vinci (1452–1519) viene svelato uno degli ultimi misteri dell’opera del grande genio senese: uno stdio comparato con altre opere del tempo che rivela l’origine del più famoso dei disegni di Leonardo, l’Uomo Vitruviano, e mette in stretto collegamento Leonardo con l’opera di un altro grande ingegno del tempo, all’epoca famoso e poi in verità un po’ dimenticato. Si tratta dell’artista e “ingegnarius”, puire originario di Siena, Francesco Di Giorgio Martini.

A rivelarlo, uno studio comparto condotto su manoscritti e documenti antichi, che purtroppo sono stati sottratti alla pubblica consultazione e nascosti nel segreto di archivi e biblioteche.

Lo studio è stato condotto e pubblicato da Scrinium, organizzazione culturale con sede a Mestre, nel Veneziano, nota per avere già portato alla luce preziosi documenti storici presenti in vari archivi, e che ora celebra il genio del Rinascimento italiano con un progetto unico nel suo genere.

Si tratta di “Novatio et Ingenium” ed è un viaggio nel tempo che porta a conoscere il vero Leonardo da Vinci, o meglio, la sua dimensione di uomo di cultura inserito nel suo tempo, un ritratto che lo discosta dalla narrazione più diffusa, quella che vede il Genio isolato, unica luce nel deserto intellettuale prima e dopo il suo avvento.

Scrinium pubblica uno studio sui rapporti tra Leonardo e Francesco Di Giorgio Martini

Scrinium non è nuova a questi exploit. La società veneziana, infatti, si è messa giàù in evidenza per aver ritrovato il Testamento di Marco Polo, ma anche per aver riportato alla luce altri documenti antichi, custoditi nell’Archivio Segreto Vaticano. Tra i reperti che Scrinium ha riportato alla luce, vanno citati “Antiquorum habet fidem”, la bolla con cui Papa Bonifacio VIII ha indetto il primo Giubileo della storia, le pergamene degli atti integrali del processo ai Cavalieri Templari del 1308, la supplica dei pari d’Inghilterra a Papa Clemente VII con richiesta di annullamento del matrimonio di Enrico VIII con Caterina d’Aragona del 1530, e persino gli unici scritti autografi superstiti di San Francesco.

Scrinium, nata nel 2000, è un’organizzazione culturale che attraverso le più avanzate tecnologiche nel campo del rilievo documentario e della registrazione ad altissima risoluzione delle immagini, realizza cloni di documenti e opere letterarie dei secoli andati, garantendo la conservazione e la tutela di scritti che hanno segnato la storia dell’umanità.

Il lavoro inizia col restauro conservativo e con la raccolta di informazioni inedite sulla storia del documento. Il metodo è quello di un minuzioso lavoro di ricerca paleografica e ripetuti rilievi e analisi sulla struttura bio-chimico-fisica del reperto storico. L’attività di ricerca scientifica sul materiale-fonte viene condotta da un team di studiosi ed esperti. Le istituzioni conservatrici, alla conclusione del processo, rilasciano un documento di certificazione ufficiale.

E l’ultimo lavoro di SCrinium è la rivelazione delle origini dell’Uomo Vitruviano, presentata nell’opera “Novatio et Ingenium”, che salta fuori pressoché da sola dallo studio del Taccuino degli Schizzi dell’artista senese, da cui spunta una versione dell’Uomo Vitruviano antecedente a quella celeberrima di Leonardo.

“Il progetto Novatio et Ingenium vuole evidenziare il lato più umano di da Vinci – spiega Ferdinando Santoro, presidente di Scrinium – Un uomo che frequentava l’ambiente degli intellettuali dell’epoca e si confrontava con altre menti illuminate. Una su tutte Francesco di Giorgio Martini, per il quale aveva una forte stima, come dimostrano i suoi scritti”. Bisogna infatti ricordare che su uno dei Trattati del Martini sono state identificate dodici note di commento scritte da Leonardo a margine, di sua mano: è l’unico libro sopravvissuto della mitica e probabilmente ricchissima biblioteca di Leonardo, oggi perduta. “Questo dimostra che Leonardo possedeva e aveva più volte consultato quest’opera di Martini – continua Santoro – e almeno una buona parte dei suoi studi, e specialmente sulle proporzioni del corpo umano, sono certamente posteriori e derivano da questo”.

L’opera realizzata da Scrinium e dai suoi esperti, che sarà presentata in anteprima il 30 agosto prossimo alla Mostra del Cinema di Venezia, rivela al grande pubblico una realtà nota probabilmente solo a pochissimi studiosi, che è venuta fuori dal confronto metodico tra i disegni di Leonardo e quelli di un altro personaggio geniale, molto stimato dai suoi contemporanei ma in seguito trascurato per secoli dagli studiosi e rivalutato soltanto in epoca recente. Si tratta appunto di Francesco Di Giorgio Martini, artista e ingegnarius senese nato nel 1439 e morto nel 1501, che potrebbe avere avuto una influenza fondamentale su Leonardo e forse sull’iontera storia dell’ingegneria.

“Novatio et Ingenium” rivela: Leonardo ha imparato l’armonia del corpo umano dai disegni di Martini e non da Vitruvio

“Novatio et Ingenium” mette a confronto il bellissimo Codice Vaticano Urb. Lat. 1757, ossia il prezioso taccuino privato con gli schizzi del Martini, che è custodito nella Biblioteca Apostolica Vaticana e solo raramente esposto al pubblico, con un elegante volume d’arte che contiene 97 tavole raffiguranti disegni e progetti di Leonardo.

Il manoscritto di Martini è stato fedelmente riprodotto da Scrinium, nel formato originale, in un’edizione limitata e numerata con certificazione ufficiale del Prefetto della Biblioteca Apostolica Vaticana, dove è custodito e accessibile solo ad un limitassimo numero di studiosi.

Nell’opera di Scrinium, in pratica, vengono messe per la prima volta insieme, in un cofanetto, le opere dei due grandi inventori e progettisti, quasi a dimostrare la consonanza degli interessi tra i due maestri del Rinascimento italiano, la reciproca influenza, l’affinità di temperamento, la comune curiosità per i problemi della statica, della meccanica, della resistenza dei materiali e delle strutture. E soprattutto il comune intento di esaltare la grandezza e il valore dell’Uomo come misura dell’Universo.

Un autentico tesoro storico-intellettuale che rivela come Leonardo avesse colto dal Martini, e non da Vitruvio, i rapporti fra le varie parti del corpo umano e l’altezza totale dell’uomo, la prima idea della rappresentazione grafica di quei rapporti numerici e la loro famosa inscrizione entro circoli e quadrati (il celebre Uomo Vitruviano). Nel taccuino di Martini spicca infatti un disegno dello studio delle proporzioni della figura umana: un uomo dentro ad un cerchio con braccia e gambe aperte, “la famosa posa vitruviana” a dimostrazione che molte delle invenzioni di Leonardo sono chiaramente anticipate, descritte e disegnate da Martini.

Anteprima riservata alla Mostra del Cinema di Venezia

Un’anteprima riservata dell’opera sarà resa il 30 agosto al Lido di Venezia, presso la Sala della Regione Veneto dell’Hotel Excelsior, durante “Il cinema prima del cinema”, l’evento dedicato a Leonardo da Vinci e le sue invenzioni che hanno anticipato la nascita del cinema.

In quell’occasione saranno inoltre premiate tredici personalità della Regione Veneto che si sono distinte nel mondo dell’arte, dello spettacolo, della cultura, e Scrinium, scelta come partner culturale dell’evento, sarà anch’essa premiata con una targa speciale “Leonardo ’500” come eccellenza culturale.

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