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Texas, approvata la legge sull’aborto più restrittiva del paese

Texas, approvata la legge sull’aborto più restrittiva del paese

03 Settembre 2021 0 Di Camilla Alcini

L’ Heartbeat Act vieta l’aborto dopo sei settimane di gravidanza. Nonostante gli appelli degli attivisti e dei medici, la Corte Suprema sceglie di non fermarla.

In Texas viene approvata la legge sull’aborto più restrittiva del paese. Neanche la Corte Suprema la blocca

Dopo mesi di attesa arriva la risposta della Corte Suprema degli Stati uniti: la legge del Texas contro l’aborto passa, nonostante il coro di proteste che la accompagna da mesi.

La proposta ormai legge, che permette a qualsiasi individuo di denunciare i dottori che decidono di far abortire dopo sei settimane, risale infatti alla scorsa primavera.

La cosiddetta “Heartbeat Act” era stata firmata dal governatore del Texas, Greg Abbott, già a maggio, ma aveva subito incontrato un forte dissenso che ne ha bloccato l’entrata in vigore.

Il suo iter legislativo era stato sospeso per i numerosi appelli alla Corte Suprema presentati da medici e attivisti, tra cui in prima linea Planned Parenthood e American Civil Liberties Union.

Non è costituzionale, una vera e propria violazione dei diritti, lamentavano i pro-choice, non solo del Texas, ma di tutto il paese.

La decisione della Corte Suprema

Tuttavia la Corte Suprema degli Stati Uniti sembra essere di parere diverso.

L’approvazione quasi definitiva della legge texana è arrivata in questi giorni come conseguenza della risposta negativa della Corte agli appelli.

5 voti contro 4, riassunti in una spiegazione di un unico lungo paragrafo. Secondo i giudici, gli attivisti non sono stati in grado di far valere il loro caso di fronte a un problema procedurale complesso.

Un solo voto di margine tra giudici pro e contro, una rappresentazione accurata di come negli Usa l’aborto sia uno dei temi sociali più caldi per elettori ed eletti.

Con l’Heartbeat Act, che sovrasta la legge nazionale di 22-24 settimane, le donne texane saranno costrette ad attraversare i confini dello Stato per abortire una volta superare le sei settimane di gravidanza. Gli attivisti stimano in media un viaggio di almeno 399 km.

Nessuna eccezione per stupri, incesti o condizioni socio-economiche precarie, mentre la situazione cambia per esigenze mediche comprovate.

La Corte ha ancora la possibilità di bloccare la legge in un passaggio successivo, ma le speranze degli attivisti traballano.

Sei settimane per sentire il battito: il parere degli esperti

Il periodo di tempo scelto di sei settimane è quello che i sostenitori delle campagne pro-life hanno individuato come il tempo necessario per sentire il battito del feto, da cui il nome Heartbeat Act.

Una nozione che però molti medici hanno contestato, e che diventa particolarmente significativa considerando che circa il 90% degli aborti nello Stato americano avviene dopo le sei settimane di gravidanza (ACLU).

Secondo l’American College of Obstetricians and Gynaecologists ad esempio, il termine che da il nome alla legge è fuorviante, poiché il cuore è ancora in uno stato primordiale (tanto da rendere arbitrario definirlo tale). 

Il futuro dell’aborto in America

“Non importa cosa succede, noi non ci tiriamo indietro e continueremo a lottare. Tutti meritano di poter abortire”, ha dichiarato in un tweet Planned Parenthood. 

La delusione e le polemiche inondano i notiziari americani ed i social, ma l’opinione pubblica americana è ancora una volta spaccata a metà.

Gli ultimi sondaggi dichiarano che 6 americani su 10 sono favorevoli all’aborto nella maggioranza dei casi. Ma la situazione cambia radicalmente in stati Repubblicani per eccellenza come il Texas, dove solo il 35% è pro-choice.

La Corte ha già bloccato leggi simili in altri otto stati, ma il caso del Texas potrebbe non essere isolato. Anzi, potrebbe costituire un pericoloso precedente e dare il via ad un effetto domino.

Uno dei giudici contrari, la Sotomayor, ha espresso la propria preoccupazione dopo il voto per le ripercussioni a livello nazionale:La Corte non dovrebbe essere cosi contenta di ignorare i suoi obblighi costituzionali di proteggere non solo i diritti delle donne, ma anche la santità dei suoi precedenti e dello stato di diritto“, ha commentato.

Il riferimento è alla legge in vigore dal 1973, in seguito alla decisione della Corte nel caso Roe v. Wade, che prevede la possibilità di abortire fino a 22-24 settimane. In media, si tratta del periodo necessario affinché il feto possa sopravvivere fuori dal grembo materno.

Con questa decisione della Corte però, Roe v Wade è già in discussione.

Lo stesso presidente Biden parla di una misura “estrema”, e critica: “Sconosciuti totali avranno ora il potere di insinuarsi nella decisione più privata e personale a livello di salute delle donne”.

La promessa del presidente è quella di attivare il governo federale per assicurarsi che le donne texane possano avere un aborto in sicurezza e legalità.

Due condizioni al momento molto esclusive.

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