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Transizione ecologica, vi stupiremo con effetti speciali

Transizione ecologica, vi stupiremo con effetti speciali

19 Marzo 2021 0 Di Andrea Fontana
Il neo ministro Roberto Cingolani in audizione con le commissioni di Camera e Senato parla di idrogeno verde e fusione nucleare, mentre i giovani e perfino gli operai chiedono azioni immediate e concrete.

Vi stupiremo con effetti speciali

Il ministro della Transizione ecologica in audizione congiunta con Camera e Senato.

Il ministro della Transizione ecologica in audizione congiunta con Camera e Senato.

Roberto Cingolani, ministro per la Transizione ecologica, ha illustrato alle commissioni riunite Ambiente e Attività produttive di Camera e Senato, le linee programmatiche del suo Dicastero.

In tre ore e mezza di audizione, pochissimi numeri, molte previsioni a lungo e lunghissimo termine, oltre alla richiesta di velocizzare le procedure autorizzative per nuovi impianti green da installare in Italia.

L’impressione è che il neo ministro sia volutamente andato fuori tema. Il suo dicastero dovrebbe occuparsi di una transizione energetica urgente e non più rimandabile.

Se fra cinquanta, sessanta anni (la previsione potrebbe risultare ottimistica) il Mondo potrà contare su quella che chiameremo l’energia delle stelle (fusione nucleare) è materia che riguarda innovazione e sviluppo con orizzonti temporali ben più lontani del 2030 e del 2050, quelli su cui è chiamato a intervenire.

Lo chiedono a gran voce anche i giovani di Fridays For Future, costretti a rinunciare allo sciopero di piazza, ma attivissimi sui canali social, stremati da fiumi di parole, dichiarazioni d’intenti e quasi nessun intervento concreto.

Cingolani ha pienamente ragione quando sottolinea l’inadeguatezza e la lentezza delle procedure autorizzative, ma si ha quasi l’impressione che la volontà di sburocratizzare sia dettata dalla volontà di agevolare ENI ed Enel, le due aziende partecipate dallo Stato, che potrebbero guidare la transizione, ma rappresentano quanto di più lontano ci sia da una riconversione ambientale.

Un’impressione che ha avuto anche Mario Agostinelli, chimico e fisico, per lunghi anni in Enea e ora presidente dell’Associazione Laudato sì per il clima, la cura della terra e la giustizia sociale:

“Se qualcuno ti dice che tra dieci anni avremo energia a iosa con la fusione, come fanno le stelle, sta sottintendendo che in questi dieci anni non c‘è bisogno di sconvolgere il mondo. Mi è sembrato un modo per scartare l’ipotesi che bisogna impegnarsi ventre a terra per superare le fonti fossili e passare, da subito, alle rinnovabili, quelle vere, con l’aggiunta dell’idrogeno verde”.

Cingolani: pareggio tra idrogeno blu e green non prima del 2030

Mario Agostinelli

Mario Agostinelli,

A proposito dell’idrogeno, visto anche da Cingolani come tecnologia trainante soprattutto per quanto riguarda la mobilità, il ministro ha affermato che il punto di pareggio economico tra quello blu (ottenuto grazie alle fonti fossili) e quello Green non sarà raggiunto prima del 2030.

Una prospettiva non proprio ottimistica che cozza con uno scenario a dieci anni ipotizzato per la fusione nucleare, una tecnologia ancora in embrione. Perfino gli scienziati che se ne stanno occupando ipotizzano la prima centrale ben oltre la metà del secolo.

“La Germania, invece, sta già lavorando per accelerare la sostenibilità economica dell’idrogeno verde – continua Agostinelli – hanno un piano che prevede la costruzione di 80 GW di idrolizzatori (40 ciascuno nei porti di Brema e Amburgo) entro il 2025, noi non ne abbiamo neppure uno. Eppure abbiamo proposto per la riconversione della centrale Enel Torre Valdaliga a Civitavecchia un progetto di massima che prevede la produzione di elettricità esclusivamente da fonti rinnovabili, stabilizzate nella loro intermittenza da stoccaggi di idrogeno verde prodotto sia con fotovoltaico, sia da un parco eolico di pale galleggianti, collocato a 20-30 chilometri dalla costa (senza impatto visivo diretto), collegate a riva con cavi sottomarini e integrate da idrolizzatori, per conservare con l’idrogeno, e rendere successivamente disponibile, l’eccesso di corrente elettrica prodotta”.

Invece si vuol far passare la linea che individua il gas come fonte indispensabile nella transizione. Una concezione che poteva avere senso dieci anni fa perché impianti di questo tipo hanno tempi di ammortamento superiori ai trent’anni, che ci porterebbero ben oltre il 2050, la data limite stabilita dall’Europa per azzerare le emissioni.

“L’idrogeno blu, poi presuppone la cattura della CO2 con il sequestro del carbonio (Ccs): una tecnologia insicura, contraria al principio di precauzione, costosa sia in termini economici che di consumi e sostanzialmente mai testata su scala industriale”- sottolinea Agostinelli.

Fridays for future: Transizione ecologica? Now or never

A sottolineare l’urgenza di un cambio di passo sono alcuni settori della finanza e, soprattutto, i più giovani, rappresentati dal movimento Fridays For Future.

Eleonora Porcu, diciottenne attivista e portavoce della sezione monzese ci ha raccontato come le difficoltà create dalla pandemia non abbiano fermato il movimento:

“Avevamo previsto una grande bicicletta per le vie cittadine, ma a causa della zona rossa abbiamo dovuto rinunciare perché non sarebbe stato possibile rispettare le distanze. Faremo, comunque sentire la nostra voce ribadendo il motto: transizione ecologica: now or never. Inoltre, abbiamo lanciato l’iniziativa #UnmuteClimateChange – il primo sciopero fatto completamente in Dad. Partecipare è stato semplice: bastava cambiare il proprio nome in “UnmuteClimateChange”, restare muti per tutta la lezione, fare una foto allo schermo e condividerla poi su Instagram e Facebook taggando Legambiente e la propria associazione, con gli hashtag #NoMoreEmptyPromises #UnmuteClimateChange”.

Un gesto simbolico per denunciare l’immobilismo delle istituzioni.

Non sono mancate azioni in presenza, per esempio ad Ancona gli studenti hanno esposto striscioni con lo slogan “ChangeClimateChange – Eni Enemy of the Planet” (Eni nemica del pianeta), dimostrando di non farsi abbindolare dalle operazioni di greenwashing della più importante e potente azienda italiana.

Friday for future: Striscione contro Eni con lo slogan "Eni enemy of the planet".

Friday for future: Striscione contro Eni con lo slogan “Eni enemy of the planet”.

Un dato sicuramente positivo, come quello evidenziato da Mario Agostinelli:

“A Civitavecchia, per la prima volta un settore consistente e significativo della classe operaia si è mobilitato in modo così esplicito a favore di un progetto di transizione energetica invece di arroccarsi (come il più delle volte è accaduto) nella difesa di soluzioni di mera conservazione, inquinanti e incompatibili con una vera transizione”.

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