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Truffe agli anziani a Frosinone, 12 arrestati a Napoli

Truffe agli anziani a Frosinone, 12 arrestati a Napoli

11 Ottobre 2017 0 Di Pietro Nigro

Truffe agli anziani: chiedevano soldi fingendo di dover aiutare i loro parenti. 12 mandati di arresto a Napoli.

Truffe agli anziani a Frosinone, 12 arresti a Napoli

È un vecchio trucco per portare a segno truffe agli anziani facilmente e senza rischi. Basta telefonare a una persona e “avvertirla” che al figlio è capitato un problema o un incidente. Quanto basta per mettere in apprensione chi ascolta e chiedergli soldi, anche poche centinaia di euro, per “correre a prestare aiuto” al malcapitato.

Ma forse a Napoli il trucco ormai è conosciuto e non funziona più. Per questo una gang di specialisti ha preferito spostarsi a Frosinone in cerca di prede meno smaliziate. È cosi che dal 2015 si è registrata una improvvisa impennata delle truffe agli anziani, tentate o riuscite e sempre con la stessa tecnica.

L’improvviso aumento delle denunce ha attirato l’attenzione delle forze dell’ordine, i poliziotti della Squadra mobile della Questura di Frosinone e dai carabinieri del Nucleo operativo e radiomobile della Compagnia di Frosinone, che hanno svolto lunghe e serrate indagini per individuare i dodici presunti responsabili, tutti residenti nel napoletano ma “operativi” in tutta Italia.

Oggi, finalmente, le forze dell’ordine hanno iniziato a stringere il cerchio intorno alla gang, con l’esecuzione di un provvedimento di custodia cautelare, chiesto dalla Pm Barbara Trotta, della Procura della Repubblica di Frosinone ed emessi dal Gip del Tribunale di Frosinone, Ida Logoluso, nei confronti di dodici persone.

A quanto emerso dalle indagini, i truffatori che hanno raggirato tanti anziani in particolare a Frosinone, hanno sempre mostrato una gran fantasia, inventando ogni volta una storia simile ma con particolari diversi. Di volta in volta, ad esempio, chi ha chiamato si è spacciato per avvocato, o per maresciallo dei carabinieri, ed ha riferito alla vittima che un congiunto, un nipote o un figlio, ha avuto un incidente stradale o che è stato fermato e trattenuto in commissariato.

L’abilità nel parlare al telefono era tale che in genere i truffatori riuscivano anche a carpire dalla conversazione i nomi veri dei figli o dei nipoti delle vittime, per poi utilizzarli per rafforzare la credibilità della loro storia.

Una volta ottenuto l’effetto desiderato, mettere in allarme ed apprensione l’anziano, probabilmente convinto anche dall’autorevolezza del presunto interlocutore, era sufficiente avvertire che di lì a poco una persona sarebbe andata a ritirare la somma necessaria a risarcire un danno o a pagare una multa o altro. Spesso i truffatori sono riusciti a farsi consegnare anche 20 mila euro, oppure gioielli o preziosi.

Con le indagini, gli inquirenti non solo hanno individuato i presunti responsabili delle truffe agli anziani, ma li hanno anche sorvegliati per lungo tempo. Ed hanno così scoperto che si tratterebbe di una banda specializzata, stabilmente dedica a questo genere di truffe, e addirittura con ruoli specializzati per i vari componenti.

Inoltre, negli anni anche la tecnica utilizzata sarebbe stata consolidata e perfezionata anche sul lato “amministrativo”, tanto che si riusciva a monetizzare immediatamente il maltolto ricorrendo ai negozi di compro oro della zona, per poi effettuare immediatamente i bonifici verso le carte postali intestate ad altri complici, con cui poi pagare i costi della trasferta, ad esempio auto a noleggio, carburante, ricariche telefoniche e pernottamenti in albergo.

Inoltre, probabilmente per ridurre le possibilità di essere individuati, gli indagati avrebbero anche cambiato frequentemente le sim e i cellulari utilizzati per rimanere in contatto.

A quanto sembra, poi, per la banda nessun posto era troppo lontano, e le spedizioni truffaldine avvenivano in ogni parte d’Italia, tranne che in Campania e nelle isole. Di volta in volta si sceglieva una zona “tranquilla” in cui pernottare 4 o 5 notti e tentare i vari colpi nei paesi e nelle città che si trovavano al massimo in un raggio di 100 km. Al termine di ogni spedizione, il rientro a Napoli, città di residenza di tutti gli indagati, per cambiare auto a noleggio e ripartire per nuove trasferte.

Tra l’altro, dopo una truffa portata a segno a Colleferro, è stata arrestata proprio la persona che aveva appena ritirato i soldi della vittima e stava cercando di rientrare a Napoli contando sulla breve distanza da percorre.

In sei mesi di indagine, sono state ricostruite ben 66 truffe, tutte simili, che sono diventate altrettanti capi di imputazione per i 13 indagati, dodici dei quali raggiunti da ordinanza di arresto e uno deferito a piede libero.

E sono stati anche recuperati l’oro e gli oggetti preziosi ottenuti da cinque truffe, per un valore di circa 100 mila euro. Per i dodici arrestati, ora, ci sarà la detenzione, in attesa del processo.

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