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Trump e Clinton, duello alla cena del cardinale

Trump e Clinton, duello alla cena del cardinale

21 Ottobre 2016 0 Di Pietro Nigro

Scontro a suon di velenose frecciate tra Donald Trump e Hillary Clinton alla cena di beneficenza organizzata dal cardinale di New York.

Trump e Clinton, scontro per beneficenza

Questa volta lo scontro, velenoso ed aspro come sempre, tra Hillary Clinton e Donald Trump va in scena alla cena di beneficenza, l’evento che il cardinale di New York organizza da ben 71 anni.

La campagna elettorale per le presidenziali Usa, dunque, ha fatto tappa alla Alfred E. Smith Memorial Foundation Dinner, la cena di beneficenza che di solito permette ai candidati di scambiarsi qualche gentilezza e qualche barzelletta.

E invece le battute tra i due contendenti sono state al vetriolo.

Hillary è corrotta – ha detto ad esempio Trump della rivale – tanto da essere scacciata dalla Commissione Watergate.

Trump sarebbe capace di dare un voto pure alla Statua della libertà – ha risposto la Clinton – magari un quattro, o un cinque se almeno accende la torcia.

Insomma, tra le freddure e le frecciatine, la cena del cardinale è andata avanti in tutto tranne che nel fair play, con l’unica eccezione del “mi scusi” che la donna ha indirizzato all’uomo allorché si sono casualmente urtati durante la cena.

 

Trump Clinton

Hillary Clinton, il cardinale Timothy Dolan e Donald Trump durante la cena di beneficenza Al Smith Dinner al Waldorf Astoria di New York. (ph. Evan Vucci/AP)

Il primo a parlare è stato Trump, che era seduto alla sinistra del cardinale Timothy Dolan con al fianco la moglie Pamela. E sono state scintille perfino all’indirizzo dei notabili del partito repubblicano, che a suo dire lo hanno sempre amato nonostante e forse grazie al suo denaro e ai suoi appoggi, ma prima che si candidasse.

Improvvisamente, hanno deciso che sono un poco di buono, marcio, farabutto e disgustoso. E mi hanno completamente dimenticato. Ma va bene così.

Ma il suo bersaglio principale è ovviamente la Clinton, e alla sua rivale non ha fatto sconti, attingendo a tutto il repertorio delle argomentazioni che hanno infiammato la campagna elettorale.

A cominciare dalla faccenda delle mail riservate, le 11 mila mail pubblicate da Wikileaks e che potrebbero essere state violate e rese pubbliche dai servizi segreti russi forse proprio per metterla in difficoltà.

Non credevo di incontrare Hillary qui – ha detto a questo proposito Trump – speriamo non l’abbiano invitata via mail.

Stilettate, le sue, freddure, insomma, più che veri motteggi, ma sempre pesanti. Come quando ha fatto riferimento all’odio aperto per le gerarchie cattoliche conservatrici che il suo staff ha riversato proprio nelle mail.

E che solo poche volte hanno provocato le risate dei presenti, come è successo quando ha fatto riferimento al discorso della moglie alla convention repubblicana “copiato” da quello di Michelle Obama.

 

Michelle Obama fa un discorso e tutti lo esaltano, è fantastico – dice – e pensano che sia assolutamente grande. Mia moglie, Melania, fa esattamente lo stesso discorso, e tutti a criticarla!

Ma poi Trump ha cominciato ad andarci giù duro, con le accuse. Corrotta, soprattutto, è la parola che il miliardario ha usato spesso, accusandola apertamente di avere una linea politica “pubblica” diversa da quella che invece professa in privato. Corrotta al punto che è stata cacciata dalla Watergate commission.

Ma quanto sei corrotta – le ha chiesto – se ti hanno cacciato anche da lì?

La Clinton, che tra l’altro non era accompagnata dal marito Bill, ha sempre abbozzato, senza mai smettere di sorridere. Ma quando è stato il suo turno, ha provato a rispondere per le rime, ottenendo dal pubblico più risate del rivale.

A cominciare dall’ultima delle provocazioni di Trump, che nei giorni scorsi ha detto di non voler riconoscere il voto se la Clinton dovesse vincere.

E’ incredibile che io sia qui dopo Donald – ha detto la Clinton – non avrei mai sperato che accettasse una transizione pacifica del potere.

Ovviamente, non può sfuggirle il Trump donnaiolo e misogino, il modo in cui parla e guarda alle donne.

Sarebbe capace di dare un voto anche alla Statua della Libertà, un quattro, forse un cinque se perde torcia e tavoletta e si rifà i capelli.

Ad attirare più risate, comunque, è stata la battuta sull’ultimo dibattito in cui si sono scontrati.

Condividere un palco con Donald Trump è come, boh, non mi viene niente in mente. – ha detto Hillary – Donald voleva che facessi il test antidroga prima del dibattito di ieri sera. … Sono lusingata che Donald pensa che io abbia in qualche modo ottenuto un miglioramento della mia performance. In effetti, l’ho fatto. Si chiama preparazione.

Il riferimento è anche al fatto che Trump la accusa di essere in politica da troppo tempo, pressoché da sempre, che sia in prima persona come deputato o come moglie del presidente Bill Clinton, mentre il miliardario sarebbe un neofita, un personaggio nuovo.

Ho dovuto ascoltare Donald per tre interi dibattiti – ha aggiunto allora la Clinton – e lui dice che non ho alcuna capacità di resistenza!

Eppure, nonostante le stilettate, al dibattito organizzato dalla chiesa cattolica, il miracolo c’è stato, ed è stato debitamente segnalato: i due sono riusciti per la prima volta a stringersi la mano, la sera prima che inizino in alcuni stati le operazioni di voto che decreteranno il vincitore della più brutta campagna elettorale che l’America ricordi.

 

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