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Una belligeranza obbligatoria soft, ma di dubbia utilità per l’Italia

Una belligeranza obbligatoria soft, ma di dubbia utilità per l’Italia

22 Maggio 2022 0 Di Corrado Corradi

Non è affatto chiaro se questa belligeranza obbligatoria soft risponda ad un pragmatismo politico suscettibile di fare i nostri interessi.

Una belligeranza obbligatoria soft

Questa che stiamo vivendo é una condizione di belligeranza obbligatoria soft, ma inaccettabile per svariate ragioni.

Nessuno ha chiesto a quello che costituzionalmente dovrebbe essere il popolo sovrano, se riteneva giusta e utile questa belligeranza soft a favore dell’Ucraina, anzi, hanno dato per scontato che il popolo italiano, forse perché reso docile da due anni di tirannica e inutile disciplina anti-covid, sarebbe stato d’accordo per il solo fatto che l’Ucraina é un paese democratico aggredito da un criminale.

Né l’una giustificazione (l’aggressione proditoria da parte di un criminale) né l’altra (il popolo italiano è d’accordo) é vera…

  1. Realtà vuole che l’atteggiamento da «rana dalla bocca larga» da parte di Zelenski a favore della Nato abbia suscitato le più profonde preoccupazioni russe circa la propria sicurezza in un settore strategico come quello dell’equilibrio nucleare… ignorare questa realtà, significa non voler analizzare i fattori suscettibili di comporre la situazione;
  2. Secondo i più recenti sondaggi, il 65% del popolo italiano è contrario all’invio di armi. Non si tratta di scialbo pacifismo, il fatto è che il popolo italiano, meno tonto di quanto creda Draghi, fiuta il gioco sporco, ossia non si spiega il perché né la UE, né l’ONU non abbiano gli strumenti per intervenire diplomaticamente.
  3. L’Ucraina è un paese democratico? Suvvia, dove s’é vista una democrazia che mette al bando l’opposizione sia essa politica che giornalistica? Dove s’è vista una democrazia che ha mitragliato per alcuni anni la dissidenza russofona? Non mi risulta che l’Italia abbia fatto lo stesso con i dissidenti altoatesini o valdostani e anche la Gran Bretagna, di solito avvezza ad andare per le spicce, in Irlanda non ha usato i cannoni.

E’ una belligeranza per interposta persona, frutto di un ragionamento ribaldo e suicidario del tipo «io ti do le armi e ti incito, tu combatti per me e io pago solo (solo!?) il fio di una crisi energetica e alimentare». “Alla faccia del bicarbonatodisodio!”, direbbe Totò.

La cornice di spiegazioni che dovrebbe giustificare l’impegno assunto da una UE sempre più assoggettata all’avventurismo dell’America Dem, fa leva sul solito collaudato binomio farlocco del tiranno malvagio e sanguinario che vuol estendere al mondo il suo dominio, una giustificazione strumentale a camuffare, adesso, quella realtà che la storia dirà poi.

Ma da un po’ di tempo a questa parte all’America Dem e ai suoi scherani (in Italia tutto il centro sinistra e buona parte del centro destra), avendo «la vista corta d’una spanna», di quel che la storia dirà non gliene frega un bel niente.

Perché i media zittiscono qualsiasi analisi sul perché dell’aggressione all’Ucraina?

Ma soprattutto, quello che dovrebbe far sorgere i peggiori sospetti alle prefiche interventiste di aver abboccato ad un giochetto che più sporco non si può è l’incancrenimento che i media profondono nello zittire sul nascere ogni incipit di analisi suscettibili di spiegare perché Putin ha aggredito l’Ucraina, ossia quell’ «abbaiare della Nato alle porte della Russia» al quale il Papa, con il linguaggio di verità che gli è proprio, ha fatto riferimento.

E non solo: per quale ragione, glissare, quando non negare o nascondere, che quel che sta avvenendo adesso affonda le sue radici nel periodo di una decina di anni fa, quando la democraticissma Ucraina ha deciso di ucrainizzare la popolazione russofona del Donbass anche a colpi di cannone?

Per quale ragione tacere sulla presenza di soldati delle Forze Speciali NATO a fianco delle truppe di Kiev? Presenza che spiega perché gli ucraini sono così efficienti nel contrastare l’avanzata dell’Armata Russa.

Le Psy-ops hanno fatto il loro dovere: con le scene ridicole delle fabbriche di produzione di birra che offrivano al popolo ucraino resistente le bottiglie per preparare le molotov, hanno camuffato un rifornimento d’armi che durava da anni, così come durava da anni la preparazione del territorio in vista di una operazione militare russa che NATO e Zelensky si sono prodigati a provocare (che poi la Russia sia caduta nella trappola con tutte le scarpe, è un altro paio di maniche).

Suvvia, il rifornimento di armi con tanto di diatriba tra quelle offensive e quelle non offensive non é di questi giorni, semmai in questi giorni si è provveduto a ufficializzare quello che da qualche anno si era già distribuito in vista di questo teatro operativo.

Ma attenzione, perché Putin è molto più intelligente che spietato e qualcosa di inconfessabile che obbligherà l’«Occidente» a volare molto più basso circa la volontà da grand-guignol di tradurre il tiranno sanguinario in manette davanti alla corte dell’Aja, emergerà dalla cortina fumogena informativa che le Psy-Ops hanno sapientemente creato.

E allora, messo da parte il senso del ridicolo, come era già stato messo da parte con la fuga precipitosa da Saigon, con le scuse addotte per aggredire due volte l’Iraq, con l’abbandono dell’Afghanistan previ ribaldi accordi con i taliban, con il fiasco delle primavere arabe che hanno pesato con svariate migliaia di morti sulla Siria e sulla Libia, anche questa tragedia finirà a tarallucci e vino.

I valori dell’Ucraina non sono quelli dell’Italia

La punta servilmente più bassa delle tante idiozie l’ha raggiunta Draghi sostenendo che l’Ucraina combatte per difendere anche i nostri valori.

Caro, troppo caro Draghi, i valori dell’Ucraina di Zelensky non sono quelli dell’Italia e dubito che questa situazione di belligeranza obbligatoria soft risponda ad un pragmatismo politico suscettibile di fare i nostri interessi.

Per ora di certo c’é solo questa insopportabile «captatio benevolentiae» nei confronti del padrone: l’America a trazione Dem, la quale da sempre ha sviluppato una perniciosa politica estera improntata al più crasso avventurismo e che a noi non ha mai portato nulla di buono.

 

In questo video l”informativa del premier Draghi alla Camera del 19 maggio scorso.

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