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UniCredit e MPS: si intensificano le trattative

UniCredit e MPS: si intensificano le trattative

05 Agosto 2021 0 Di Fabio Carolla

UniCredit e MPS: si intensificano le trattative per l’acquisizione dell’istituzione senese da parte della banca meneghina. I dettagli

Monte dei Paschi di Siena: il punto della situazione

La più antica banca del mondo, Monte dei Paschi di Siena da anni vive una situazione a dir poco precaria. Dopo le decisioni infelici del 2009 – con i postumi della crisi finanziaria globale dei mutui subprime del 2008 – la banca si vide costretta a chiedere ingenti prestiti allo stato. Il più grande problema della piazza senese faceva riferimento ai cosiddetti “non performing loans”, ovverosia prestiti erogati e mai restituiti, abbondanti nel bilancio.

In un tentativo di aiuto nei confronti di una delle istituzioni storiche della penisola italiana, il governo di Gentiloni aveva autorizzato nel 2016 l’acquisizione di oltre il 60% della banca, per un valore totale di 5 miliardi di euro. Da allora, lo stato italiano è rimasto azionista di maggioranza. Posizione, però, scomoda per il governo del tricolore, in scontro con le policy europee. Più volte l’Unione Europea ha avvertito l’Italia dell’urgenza di vendere la sua posizione statale sulla banca, sulla base di regole per l’efficienza del mercato competitivo.

A Bruxelles, le continue sovvenzioni italiane a MPS non sono mai state viste di buon occhio, per quanto ostentate come “temporanee”. Per questo, il parlamento europeo aveva deciso per l’ultimatum all’Italia: vendere Monte dei Paschi di Siena entro il 2021. Nonostante la stregua ricerca – condita da sovvenzioni fiscali e doti promesse – l’Italia ha fallito, nel corso di questi anni, a trovare un degno acquirente. Tra i tanti, vi erano stati anche interessi internazionali (il fondo americano Apollo probabilmente il più importante).

UniCredit e MPS: l’occasione del MEF

Il 29 Luglio, dopo mesi di indiscrezioni, Andrea Orcel, amministratore delegato del gruppo UniCredit, aveva finalmente fatto sapere – tramite comunicato stampa – dell’avvio delle trattative con il MEF. Le consultazioni, programmate per una durata di 40 giorni, avranno come scopo l’acquisizione di gran parte di MPS.

La trattativa si basa su tre pilastri, richieste fondamentali della banca di Orcel:

  • Neutralità della posizione di capitale di UniCredit;
  • Esclusione dei contenziosi legali di MPS (circa 6 miliardi);
  • Esclusione dei crediti deteriorati di MPS (circa 4 miliardi);

Il gruppo bancario meneghino ha dunque fiutato l’affare in sconto, consapevole della sua posizione forte rispetto ad un’Italia costretta a vendere ed in poco tempo. UniCredit rifiuta così di prendere tutti i fardelli della gestione MPS e, fra le tante proposte, nega la gestione della sede centrale di Siena (oltre 6 mila dipendenti), altro onere nella trattativa MPS.

La politica si fa avanti e difende l’integrità del banca, minacciata da questa trattativa. UniCredit, invece, spinge il piede sull’acceleratore, per rispondere alla mossa di Intesa San Paolo dell’estate scorsa, quando acquistò Ubi per 5 miliardi. I meneghini aumenterebbero così il proprio share (fino al 16% contro il 19% di Intesa San Paolo) sul territorio nazionale, contribuendo alla crescita nel Centro-Nord (dove si trova il 77% degli sportelli MPS). Gli ultimi mesi del 2021 si preannunciano di fuoco per il MEF.

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