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Venezia 78: il Cinema italiano è in uno stato di grazia

Venezia 78: il Cinema italiano è in uno stato di grazia

10 Agosto 2021 0 Di Andrea Tundo

Venezia 78 è già record italiano

 

Il cinema italiano è in uno stato di grazia”, sono queste le parole del direttore artistico del festival del cinema di Venezia alla sua 78esima edizione.

 

La frase non nasce dal nulla, ed è la precisa risposta alla curiosità di aver trovato ben cinque film italiani in concorso. Si tratta infatti di un record assoluto, soprattutto se si pensa che a Venezia sono presenti pellicole da ogni parte del mondo.

La massiccia presenza di produzioni italiane non è dunque un tentativo ad ogni costo di sostenere il nostro cinema, ma il naturale risultato di un florido periodo artistico e autoriale.

 

Cosa aspettarsi dal festival della laguna: fratelli D’Innocenzo e Mainetti

 

Per confermare questa visione di Alberto Barbera, vediamo quali sorprese ci attenderanno in questa 78esima edizione:

 

In primis ci si aspetta tanto dal terzo lungometraggio dei fratelli D’Innocenzo, i predestinati del cinema italiano.

Il loro scorso film – Favolacce – ha trionfato due anni fa a Berlino, e ora sono pronti a stupire anche nello scenario di casa.

America Latina” è il titolo della pellicola, enigmatico, così come lo stile dei registi, il cui merito immenso è quello di saper coniugare uno stile ricercato, sperimentale ed estremamente personale con la popolarità dei temi trattati.

Anche questa volta feticcio delle loro visioni sarà Elio Germano, a conferma di un sodalizio artistico ormai consolidato. Riusciranno a fare colpo anche questa volta, ne siamo certi.

 

Venezia ospita anche il secondo (attesissimo) film di Gabriele Mainetti, autore di “lo chiamavano Jeeg Robot” che all’uscita sorprese critica e pubblico riempiendo le sale e animando l’entusiasmo.

L’asticella delle aspettative per quello che fino a qualche anno fa era un regista sconosciuto si è sicuramente alzata e con questa pellicola – Freaks out –  il regista Mainetti afferma di aver voluto affrontare una sfida:

ambientare sullo sfondo della pagina più cupa del Novecento un film che fosse insieme un racconto d’avventura, un romanzo di formazione e – non ultima – una riflessione sulla diversità.”

 

Il ritorno del maestro Martone che omaggia Eduardo Scarpetta

 

Ci sarà anche il ritorno del maestro Mario Martone, regista non solo cinematografico ma anche teatrale, il cui curriculum non è breve e vanta svariate avventure e successi artistici.

Nel cinema ricordiamo le sue due ultime opere: “Il giovane favoloso”, ispirato alla vita di Leopardi, e “Capri Revolution” pellicola con accenni sperimentali che gli è valsa svariate candidature ai David di Donatello.

Il nuovo film in concorso a Venezia ha come titolo “Questa volta rido io”, e narra la vita del commediografo napoletano Eduardo Scarpetta il padre di Eduardo e Peppino Di Filippo.

Tra le altre cose, si dice che Martone stia preparando una serie televisiva proprio sulla vita di Eduardo.

Ah! Nelle vesti di Scarpetta un altro grande napoletano, Toni Servillo.

Ultimo ma non per importanza: a Venezia anche Sorrentino

 

Per ultimo ma, ovviamente, non per importanza troviamo Paolo Sorrentino, ormai diventato un’icona nazional-popolare, nonostante la cripticità di molte delle sue pellicole, grazie all’Oscar conquistato nel 2014 con La Grande Bellezza. Quest’ultimo film narra un pezzo di vita dello stesso Sorrentino e di come Maradona gli abbia salvato la vita.

E’ stata la mano di Dio” è il titolo del film. Il regista è rimasto orfano di entrambi i genitori in giovane età a causa di un incidente stradale, dal quale lui si salvò proprio grazie a una partita del Napoli di Maradona.

Il film non si limiterà a parlare solo di questo, trattandosi di un regista così attento agli intrecci.


Con le atmosfere e la qualità dei dialoghi Sorrentino in ogni suo opera parla, volente o nolente, dell’esistenza e di qual’è (o deve essere) il piglio giusto con cui prenderla.

Da ragazzi, il futuro ci sembra buio. Barcollanti tra gioie e dolori, ci sentiamo inadeguati. E invece il futuro è là dietro. Bisogna aspettare e cercare. Poi arriva. E sa essere bellissimo.

Di questo parla ‘È stata la mano di Dio’. Senza trucchi, questa è la mia storia e, probabilmente, anche la vostra”. 

 

Con l’augurio che questa carrellata di titoli abbia acceso il vostro entusiasmo, fatto tornare  la voglia di andare in sala ed essere orgogliosi del nostro cinema: buon festival di Venezia a tutti, autori e spettatori!

Ormai manca veramente poco.

 

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