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Verso il Governo: 21, 22, 29 il terno della svolta. Consip, Renzi sentito dai pm

Verso il Governo: 21, 22, 29 il terno della svolta. Consip, Renzi sentito dai pm

11 Aprile 2018 0 Di Marino Marquardt

L’assemblea nazionale del Pd e le elezioni regionali in Molise e Friuli Venezia Giulia potrebbero sbloccare le trattative per la formazione del Governo.

Gli zombies del Nazareno recuperano l’uso della parola e annunciano battaglia

21, 22 e 29. E’ il terno della svolta. Tutto in otto giorni. Sonoi numeri della terza decade di aprile che possono sbloccare lo stallo sulla formazione del nuovo Governo. Numeri che – nella Smorfia aggiornata della politica italiana – indicano l’Assemblea nazionale del Pd (21 aprile), le elezioni regionali in Molise (22 aprile) e le elezioni regionali in Friuli Venezia Giulia (29 aprile). Tre appuntamenti che potrebbero contribuire a dipanare la nebbia che avvolge le trattative sulla guida di Palazzo Chigi.

Dopo i veleni di ieri durante l’assemblea degli eletti del Pd, nella morgue del Nazareno si registra agitazione. Gli zombies sempre in numero maggiore stanno recuperando l’uso della parola mentre del Becchino di Rignano sull’Arno sembrano essersi perdute le tracce. Si è appreso che la settimana scorsa è stato ascoltato dai magistrati che indagano sull’Affaire Consip come persona informata sui fatti. Mentre restano ancora misteriose le ragioni della difesa ad oltranza del ruolo e della ricandidatura lontana dal territorio di origine di Maria Elena Boschi, la ex ministra degli Affari costituzionali e oggi Sottosegretaria a Palazzo Chigi che col suo operato ha prodotto soltanto danni all’ex Capo Scout. Nella provincia toscana del giglio magico e dei misteri non manca chi adombra la presenza di cappucci, grembiulini e compassi.

Tensioni nel Centrodestra alla vigilia del rendez vous di domani al Quirinale

Pd lacerato, che si prepara alla battaglia interna del 21, dunque. Ma non meno carico di tensioni – al di là delle dichiarazioni dei tre Leaderso della coalizione – appare il Centrodestra alla vigilia del rendez vous di domani col Capo dello Stato. Da prestare attenzione al linguaggio del corpo dei Tre quando dopo il colloquio con SergioMattarella si presenteranno di fronte a microfoni aperti e a telecamere accese. Utili indizi potrebbero essere forniti da chi parlerà, dalle espressioni dei volti e dalle posture.

Intanto, in vista degli incontri di domani al Quirinale è apparente stand by tra i protagonisti del dopo elezioni. Il minuetto attorno al Quirinale e a Palazzo Chigi comincia del resto a stancare anche gli elettori più pazienti.

Luigi Di Maio aspetta le mosse degli interlocutori

I tira e molla tra M5s, Lega, Forza Italia e Pd ormai non si reggono più. La corda è sul punto di spezzarsi. Bando alle ciarle, dunque. Luigi Di Maio, candidato premier Cinquestelle e uomo più votato insieme col suo Movimento, a questo punto fa bene a dire soltanto poche e chiare parole. Queste: Niente accordi né con Silvio Berlusconi e né con Matteo Renzi. E’ questa infatti l’unica traduzione fedele del voto del 4 marzo. Chi ha votato M5s, oltre che per condivisione del programma, lo ha fatto contro il Giovane Becchino della Morgue del Nazareno e contro il Delinquente abituale di Arcore. Messaggio chiaro che impone risposta chiara. Resti fermo, allora, Di Maio. Non raccolga provocazioni, lasci che gli altri anguillescamente dicano sciocchezze, e si limiti alla ripetizione urbi et orbi del programma dal momento che vi sono sprovveduti ancora all’oscuro dei punti prioritari in esso contenuto. E dimostri di non aver paura di un eventuale voto anticipato. E’ Lui che ha vinto, tocca agli altri accettare o respingere l’invito a firmare il contratto di programma che sarà tenuto ad osservare l’eventuale nuovo Governo.
Stop alle chiacchiere, dunque. E Di Maio resti in stand by.
Come visto, i problemi li hanno gli altri al proprio interno e non il M5s. Le voci stonate che si levano dal Nazareno e il silenzio di Silvio dopo il nuovo schiaffone ricevuto da Salvini in materia di alleanze la dicono lunga sulle difficoltà del Pd e del Centrodestra…
In questo scenario inutile dire che i prossimi colloqui al Quirinale faranno segnare un nuovo giro a vuoto.Un nulla di fatto che lascierà il Presidente Mattarella in paziente attesa di lumi.
Come già scritto, si continuerà a recitare a soggetto sul palcoscenico della politica nazionale. Improvvisazioni e clownerie destinate a riproporsi almeno fino al termine di questo mese. Senza dire che il Leader leghista è in attesa di notizie dalla Liguria. Da lì il governatore Giovanni Toti potrebbe fornirgli indicazioni su come e quando potersi liberare dall’Immarcescibile di Arcore…

 

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