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Volo dell’angelo per Erica Chia e Micol Rossi al Carnevale di Venezia

Volo dell’angelo per Erica Chia e Micol Rossi al Carnevale di Venezia

24 Febbraio 2019 0 Di Pietro Nigro

Si è tenuto oggi lo spettacolare volo dell’angelo al Carnevale di Venezia. Quest’anno due le donne che si sono lanciate dal campanile di San Marco: EriKa Chia e Micol Rossi.

Carnevale di Venezia, volo dell’angelo per Erika Chia e Micol Rossi

Spettacolare, baciato dal sole e con messaggi di gioia, tradizione e speranza, portati per la prima volta da due Angeli distinti. A migliaia hanno seguito con il naso all’insù il volo dell’angelo che si è svolto questa mattina in piazza San Marco e che ha dato il tradizionale via ai festeggiamenti del primo Carnevale di Venezia a numero chiuso.

A lanciarsi dal campanile, prima Micol Rossi, 27 anni, di San Polo, Maria dei Lettori del Gazzettino 2018, che nelle vesti dell’Angelo Guerriero realizzate dall’atelier Pietro Longhi è volata dal campanile “precipitando” sulle note del Bolero di Ravel verso una piazza San Marco gremita di quelle persone che, quest’anno per la prima volta, hanno superato i tornelli e i varchi del nuovi dispositivo di sicurezza di sposto dal Viminale. In pratica, 23mila persone, tante quante ne sono state fatte passare dai tornelli dei quattro varchi di ingresso presidiati da 700 uomini dei carabinieri della polizia e dei servizi di sicurezza e soccorso, per assistere al volo dell’angelo.

Micol è la ragazza che aveva scritto al sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, per chiedere la possibilità di scendere dal campanile di San Marco. Due Angeli con messaggi diversi: il primo di speranza e tenacia, il secondo di gioia e tradizione.

Poco dopo, dunque, anche Erika Chia, 20 anni, di San Pietro di Castello, Maria dell’anno 2018: l’Angelo è sceso sulle note di Space Oddity, celebre brano di David Bowie: un tributo al Duca Bianco, icona legata a Venezia e al suo Carnevale. La coreografia del volo è stata ideata con Red Bull, main sponsor della manifestazione, i cui colori emergono anche nelle ali dell’abito, realizzato dall’Atelier Stefano Nicolao.

Un Angelo farfalla, Erika Chia, e un Angelo Cavaliere, Micol Rossi, alla Giovanna D’Arco. La prima a rappresentare la gioia, la tradizione e nel contempo la leggerezza del Carnevale, la seconda a simboleggiare la forza della speranza e la tenacia con cui combattono tutte le persone che soffrono.

Ad accoglierle, nell’affollato parterre dai gruppi delle rievocazioni storiche in costume, il Doge e le 12 Marie del Carnevale, circondate dalla vice sindaco di Venezia Luciana Colle, la presidente del consiglio comunale Ermelinda Damiano, il capo di gabinetto del sindaco, Morris Ceron, e il consigliere delegato alla Tutela delle Tradizioni, Giovanni Giusto.

E’ stato bellissimo, meraviglioso, ho ancora il cuore che batte a mille – ha poi detto una trafelata Erika Chia – Per me un regalo stupendo, non potevo desiderare di meglio. Ho voluto dedicare questo volo a tutti i veneziani, a quelli che vogliono rimanere uniti per la forza della Serenissima. Sono tra loro, con loro, e spero di averli rappresentati al meglio. Dobbiamo combattere per questa città, perché è la più bella del mondo, ma ricordiamo: Venezia senza veneziani non è più Venezia”.

E’ stata un’emozione unica vedere Venezia dall’alto, è la città più bella del mondo – ha detto a sua volta Micol Rossi – Come ho sempre detto il mio volo è particolare: mi sono lanciata per tutte quelle persone che hanno sofferto o stanno soffrendo di una patologia, come me, per far capire loro che non sono soli e che bisogna sempre lottare”.

Ieri il corteo delle 12 Marie, il 4 marzo la problamazione della Maria dell’Anno

Il prologo del Carnevale si è avuto ieri, con il tradizionale Corteo delle 12 Marie. Dopo aver raggiunto San Pietro di Castello le ragazze che ne fanno parte, vestite con gli splendidi abiti dell’Atelier Pietro Longhi, hanno percorso via Garibaldi e Riva degli Schiavoni portate a spalla, lungo tutto il percorso, da giovani figuranti, i cosiddetti “fiossi”, sedute su delle portantine.

Le giovani hanno fatto il loro ingresso in una piazza San Marco affollata, accolte sul palco dal principe Maurice, mascherato in una rivisitazione “lunatica” e personale di Giacomo Casanova, con parrucca creata da Alessio Aldini per l’evento.

Una ad una, emozionatissime, le 12 Marie hanno fatto il loro esordio, presentandosi al pubblico e posando per le foto di rito. Un video, lanciato sul maxi-schermo, ha ripercorso la storia del tradizionale concorso, aprendosi con un’intervista del suo fondatore, Bruno Tosi.

Ecco i nomi delle 12 Marie di quest’anno, come sempre guidate e coccolate da Maria Grazia Bortolato:

  • Rachele Angeletti, 18 anni, sestiere di Castello, Venezia.
  • Rebecca Bonini, 21 anni, Castello, Venezia.
  • Elena Sambo, 22 anni, Cannaregio, Venezia.
  • Eleonora Boscolo, 18 anni, Giudecca, Venezia.
  • Giulia Seno, 23 anni, Burano
  • Cora Fuga, 22 anni, Mestre.
  • Morena Montin, 21 anni, Mestre.
  • Monica Nazzari, 23 anni, Mestre.
  • Anna Favaro, 20 anni, Camponogara.
  • Laura Valentini, 19 anni, Dolo.
  • Aurora Vignotto, 19 anni, Cavallino-Treporti.
  • Linda Pani, 19 anni, Mogliano Veneto.

Da qui al 5 marzo le 12 Marie del Carnevale avranno un fitto calendario di appuntamenti coordinati da Maria Grazia Bortolato. Sono attese a feste nei palazzi, visite, danze, partecipazioni e incontri, dedicati anche alla beneficenza e al sociale. Lunedì 4 marzo la proclamazione della Maria dell’anno 2019 nella serata delle sale Apollinee alla Fenice.

La Festa è anche un momento unico per ammirare i costumi della tradizione veneziana. Un corteo accompagnato da circa 450 persone dei gruppi storici in costume del C.E.R.S. e dalle associazioni Amici del Carnevale di Venezia e Associazione Internazionale per il Carnevale di Venezia. A comporlo: Accademia Cangrande della Scala di Bovolone, Sbandieratori Alfieri della Regina di Piovene Rocchette, Este Medievale, Cavalieri del Drago, Schola Tamburi Storici di Conegliano, Compagnia Città del Grifo di Arzignano, Serenisimo Tribunal de l’Inquisithion di Venezia, Palio Arcella, Corporazione Artigiani Medievali, Associazione Giano, Compagnia di S. Vitale, Gruppo Storico di Servigliano, Confraternita del Leone, Academia Sodalitas Ecelinorum di San Zenone degli Ezzelini, Sbandieratori Gli Erranti, Cavalieri della Torre Antica di Padova, Commenda Maladense, Confraternita del Leone di Brescia e altri provenienti da Germania, Belgio, Olanda e Svizzera. Ospiti d’Onore: I Principini del Carnevale di Bonn. Quest’anno, sempre dalla Germania, parteciperà anche una delegazione di studenti dell’Università Goethe di Francoforte, in abiti storici. Il coordinamento è a cura del presidente del Cers Massimo Andreoli.

Il Volo dell’angelo, una tradizione centenaria

Quella del Volo dell’Angelo è ormai una tradizione centenaria, visto che risale addirittura a una edizione del Carnevale della metà del Cinquecento, quando venne realizzato un evento straordinario che fece molto scalpore: un giovane acrobata turco riuscì, con il solo ausilio di un bilanciere, ad arrivare alla cella campanaria del campanile di San Marco camminando, nel frastuono della folla sottostante in delirio, sopra una lunghissima corda che partiva da una barca ancorata sul molo della Piazzetta. Nella discesa raggiunse, poi, la balconata del Palazzo Ducale, porgendo gli omaggi al Doge.

Dopo il successo di questa spettacolare impresa, subito denominata Svolo del turco e che solitamente si svolgeva il Giovedì Grasso, si decise di ripetere l’iniziativa come cerimonia ufficiale anche per le successive edizioni, con tecniche simili e con forme che con gli anni subirono numerose varianti.

Per molti anni lo spettacolo, mantenendo lo stesso nome, vide esibirsi solo funamboli di professione, finché non si cimentarono, con imprevedibili variazioni, nell’impresa anche giovani veneziani.

Quando queste variazioni portarono a prevedere, per lunghi anni di seguito, un uomo dotato di ali ed appeso con degli anelli alla corda, issato e fatto scendere a gran velocità lungo la fune, si coniò il nuovo termine di Volo dell’Angelo.

Il prescelto, al termine della discesa nel loggione di Palazzo Ducale, riceveva sempre dalle mani del Doge dei doni o delle somme in denaro. Vi furono alcune edizioni che videro gli acrobati utilizzare per i loro spettacoli degli animali, barche e varie altre figure, oltre a rendere l’impresa sempre più difficile con ardite evoluzioni e anche svoli collettivi.

Nel 1759 l’esibizione però finì in tragedia con l’acrobata che si schiantò al suolo tra la folla inorridita. A causa di questo grave incidente, l’evento, svolto con queste modalità venne così vietato. E il programma si svolse sostituendo l’acrobata con una grande colomba di legno che nel suo tragitto, partendo sempre dal campanile, liberava sulla folla fiori e coriandoli.

Dalla prima di queste edizioni, il nome di Volo dell’Angelo divenne quindi Volo della Colombina.

Volo dell’angelo, così gli stilisti spiegano le loro creazioni

Alla fine dell’evento, il più soddisfatto di tutti è forse Piero Rosa Salva, amministratore unico di Vela: “E’ stata una giornata memorabile, il Carnevale ci sorprende sempre e la proposta inedita di questo doppio volo si è rivelata un successo. Abbiamo avuto una bellissima giornata e una splendida cornice di pubblico che ha accolto i messaggi di gioia e speranza dei due Angeli. Giusta l’intuizione del sindaco Luigi Brugnaro di accettare la richiesta di questo secondo volo”.

Ma l’evento presenta anche un anltro risvolto, che conquista anno dopo anno sempre maggiore importanza: l’abito scelto dal protagonista del Volo dell’Angelo, ideato da stilisti che interpretano con le loro creazioni il messaggio del volo stesso.

Ecco, ad esempio, come Stefano Nicolao, stilista dell’abito dell’Angelo, descrive la sua creazione: “Una farfalla luminosa con delle ali enormi, il cui corpo ricorda il vetro veneziano con un tessuto speciale lavorato per cogliere i riflessi dell’acqua. L’ispirazione mi è venuta vedendo la Maria di quest’anno, Erika Chia, e pensando allo slogan “Mette le Ali”.”

E un messaggio altrettanto significativo è ovviamente racchiuso anche nel vestito dell’altro angelo, il Guerriero, che quest’anno ha affiancato il volo dell’angelo. “Ho immaginato un cavaliere medievale – spiega Francesco Briggi, stilista dell’atelier Pietro Longhi e ideatore del secondo vestito – una Giovanna D’Arco di oggi, che nonostante le avversità, protetta dalla sua corazza e con la grinta che la contraddistingue, combatte ogni giorno per se stessa, ma anche per gli altri. Ecco dunque che il suo costume è realizzato nelle fattezze di una armatura trecentesca, con cosciali, spallacci, pettorale ed elmo, ovviamente il tutto è realizzato in un tessuto simile all’acciaio, argento e glitterato, in modo da pesare meno, brillare al sole ed essere più contemporanea”.

Qui il video del volo dell’Angelo:

 

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