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Esplode Napoli, è 4° scudetto con un popolo in delirio

Esplode Napoli, è 4° scudetto con un popolo in delirio

25 Maggio 2025 Off Di Claudio Greco

Formazioni

Napoli (4-4-2): Meret; Di Lorenzo, Rrahmani, Olivera, Spazzolala (40′ st Mazzocchi); Politano (16′ st Neres), Anguissa (40′ st Billing), Gilmour, McTominay; Raspadori (40′ st Ngonge), Lukaku (31′ st Simeone). A disp.: Contini, Scuffet, Buongiorno, Juan Jesus, Okafor, Marin, Ngonge, Hasa, Mazzocchi, Lobotka. All.: Stellini

Cagliari (3-5-2): Sherri (37′ st Ciocci); Zappa, Mina, Luperto; Zortea (12′ st Marin), Adopo, Mambo (12′ st Palomino), Deiola, Augello (29′ st Obert); Piccoli, Viola (12′ st Mutandwa). A disp.: Iliev, Coman, Prati, Jankto, Cogoni, Vinciguerra, Pintus. All.: Nicola

Arbitro: La Penna

Marcatori: 42′ McTominay, 6′ st Lukaku

Ammoniti: Politano, Lukaku (N); Makombou (C)

 

Il Napoli è campione d’Italia, con la vittoria al Maradona sul Cagliari (2-0) gli azzurri sanciscono definitivamente la conquista del titolo e per la squadra di Antonio Conte, a conclusione di una stagione caratterizzata da un appassionante e sfibrante testa a testa con l’Inter.

E’ uno scudetto che arriva in maniera sorprendente sia perché fa seguito a una stagione, quella dello scorso anno, estremamente deludente e chiusa al decimo posto, sia per la ristrettezza della rosa e per i continui infortuni che nella seconda parte del campionato hanno condizionato la squadra.

A Fuorigrotta è arrivato un Cagliari salvo e sereno ma chiamato a prendere parte alla storia nessuno sa in che chiave. Tra l’inquietudine dei tifosi azzurri e la diversità di stati d’animo e di motivazioni.

La scorsa settimana, Antonio Conte ha dichiarato che bisognava andare a prenderselo, nominandolo chiaramente, senza più pudori e nascondimenti. Dopo il sorpasso che ha determinato il primato che il Napoli doveva impegnarsi a difendere all’ultima giornata, l’allenatore del Napoli non ha fatto più mistero delle sue intenzioni, a lungo mascherate solo dall’obiettivo Champions. 

Ma andiamo alla gara, che vede il Napoli arrivare all’appuntamento più importante della sua stagione con una difesa in completa emergenza ed un centrocampo che deve fare a meno del suo metronomo Lobotka. Conte sceglie il 4-3-3 con le corsie difensive presidiate da Di Lorenzo e Spinazzola, mentre davanti a Meret ci sono Rrahmani e Olivera, a centrocampo ci sono Zambo Anguissa, Gilmour e McTominay, in attacco il tridente Politano-Lukaku-Raspadori. Il Cagliari non ha più obiettivi di classifica e Nicola ne approfitta per regalare minuti al secondo portiere Sherri, neppure in panchina Pavoletti, a far coppia con Piccoli c’è Viola, a centrocampo con Capitan Deiola ci sono Makoumbou e Adopo, con Zortea e Augello sulle fasce.

Il Napoli parte ovviamente fortissimo conquistando una serie di calci d’angolo con il più pericoloso che arriva al quinto minuto con Raspadori che sfiora il palo più lontano con una conclusione in diagonale. Intorno al decimo minuto arriva un’altra occasione importante per il Napoli con Spinazzola che spinge in contropiede, la sfera arriva a Gilmour con Sherri che respinge bene, sul pallone vagante arriva Politano che però non inquadra lo specchio della porta. Successivamente è la volta di Rrahmani di mettere in difficoltà la difesa del Cagliari, Sherri è ancora attento e respinge nuovamente. Al 25′ altra opportunità per il Napoli con Lukaku che riesce a prendere bene posizione nell’area di rigore cagliaritana, al momento della conclusione però il belga viene stoppato da Mina. Dopo il 33′ la partita ha subito diverse interruzioni a causa del funzionamento a singhiozzo del VAR con l’arbitro, Sig. La Penna, costretto a fermare il gioco per diversi minuti. Al 39′ nuova occasione per il Napoli, questa volta con Spinazzola che per due volte riesce a concludere in porta, ma senza superare il muro eretto dalla difesa del Cagliari. Al 42′ arriva la rete che sblocca la partita: Politano crossa dalla destra, McTominay riesce a liberarsi dalla marcatura di Zappa e a concludere in porta con una splendida mezza rovesciata, facendo esplodere di gioia il Maradona.

La prima frazione si chiude con i padroni di casa in vantaggio grazie alla prodezza del “solito” scozzese McTominay.

La gara riprende senza cambi nelle due formazioni, ma con il Cagliari che sembra voler alzare un po’ il proprio baricentro, alzando anche la pressione sui primi portatori di palla azzurri. Questo cambiamento tattico porta però gli isolani ad esporsi ai contropiedi della squadra di Conte, situazione che esalta la fisicità di Lukaku con il belga che ne approfitta nel migliore dei modi al 51′ vincendo la lotta con Mina ed involandosi verso la porta difesa da Sherri, a tu per tu con il portiere cagliaritano l’attaccante belga è glaciale e trova il 2-0.

Al 63′ il Napoli potrebbe trovare anche la terza rete con un’azione simile a quella che aveva portato al secondo gol: questa volta Lukaku però appoggia sul neo-entrato Neres, con Sherri che devia in angolo la conclusione dell’esterno offensivo. Al 79′ altra opportunità per la terza rete partenopea, ancora con Neres, la cui conclusione viene respinta dalla difesa del Cagliari. 

Nel finale spazio a tanti cambi e la partita cala inevitabilmente di ritmo con lo stadio di Napoli che ribolle in attesa di poter celebrare la vittoria dello scudetto, il quarto della storia degli azzurri. La partita si chiude dopo cinque minuti di recupero con il Maradona che può finalmente esplodere di gioia.

Insomma lavoro eccezionale di Conte, che ha saputo conseganare a questo gruppo di squadra ma anche al club,

la giusta adrenalina, la giusta inventiva, l’essenziale energia e soprattutto la contagiosa ossessione di quest’uomo nella concezione della vittoria. Insomma Conte, ha saputo esaltare la qualità di McTominay, Lobotka, Buongiorno, Politano e Di Lorenzo; la personalità di Anguissa; l’adesione al progetto e il rispetto dei compiti di Lukaku, Raspadori, Rrahmani, Simeone; l’applicazione di Meret, Olivera, Spinazzola, Gilmour, Juan Jesus; gli strappi di Neres e quel poco di Kvara che ha potuto allenare. Due scudetti su tre a oltre 700 chilometri dall’asse Milano-Torino sono ’na cosa grande anzi, irripetibile con queste condizioni”.

Intanto molte le dichiarazioni a fine gara a partire da Conte che dice: “E’ qualcosa di fantastico, oggi quando siamo arrivati allo stadio è stato difficile perché non so davvero quanta gente ci fosse. Ho pensato che se avessimo deluso queste persone ce lo saremmo portato dietro per parecchio. Non era semplice, c’era una pressione pazzesca. Abbiamo fatto una stagione pazzesca, merito di questi ragazzi. Alcuni hanno vinto due anni fa e l’anno scorso sono arrivati decimi e si sono rimessi in gioco. Sicuramente è stato il titolo più inaspettato, più difficile e il più stimolante. Dopo un decimo posto era difficile riprendere un pò tutto in mano, convincendo anche i più bravi a rimanere. Se guardiamo al 3-0 in casa col Verona a inizio stagione e guardiamo dove siamo adesso ci rendiamo conto che abbiamo fatto qualcosa di clamoroso. Ora ci stiamo godendo la vittoria. Con il presidente ho un ottimo rapporto, siamo due vincenti, magari in maniera diversa, ma siamo due vincenti». L’allenatore del Napoli Antonio Conte, al microfono di Dazn, dribbla così, la domanda sul suo futuro.”

Parla anche il Capitano Giovanni Di Lorenzo che dichiara: “Il Napoli aveva bisogno di Conte per tornare a questi livelli, lui è un fenomeno e ci ha riportati ad un livello alto in così poco tempo. Solo lui poteva farlo. Due volte lo scudetto da capitano come Maradona? Non ho ancora realizzato”.

Dire quattro è un bel numero e non è facile, speriamo sia l’inizio di una continuità che cerchiamo di portare al sud. Non era facile, ma quando ho conosciuto Conte alle Maldive e siamo stati anni fa a nuotare insieme mi ha colpito la sua mentalità, e lo scorso novembre ho cercato di portarlo a Napoli subito, ma mi ha risposto ‘non abbiamo fatto la squadra, fammi venire a giugno così faremo qualcosa di importante’ e ce l’ha fatta“.

Su Conte e del suo futuro ADL ha cosi proseguito : “Mai dire mai, gli allenatori hanno una loro personalità che va rispettata e non bisogna mai obbligarli anche se esistono dei contratti di ferro. Napoli è Napoli e merita rispetto, e se uno vuole mettersi a disposizione come l’ha fatto quest’anno, siamo rutti pronti a seguirlo come un condottiero, mi farebbe molto piacere se l’anno prossimo si cimentasse con la Champions, che è veramente qualcosa di importante da quando l’hanno modificata, Abbiamo raccolto il Napoli in tribunale l’abbiamo portato a questi livelli, forse la gente se lo dimentica: i giovanissimi e i bambini che prima non c’erano al seguito del Napoli oggi indossano i colori del Napoli e io ne vado orgoglioso. Napoli non è una città matrigna, è una città che ti regala sempre il massimo della vita, bisogna saperla cogliere, altrimenti rimani ai margini nella tua isolata mentalità. I napoletani riescono sempre a uscirne vincenti.“.

Il presidente ha poi aggiunto sul futuro della sua squadra: “Conte ha tre anni di contratto con noi e vorremmo provare a vincere la Champions, assistendolo tutti. Poi se sentirà altri richiami, non costringerò nessuno. A breve ci incontreremo per parlare. De Bruyne? Non cominciamo a fare domande indiscrete, stiamo lavorando per fare una squadra ancora più forte, senza togliere nulla a coloro che ci ha portato qua, aggiungeremo molti ragazzi di grandissimo livello“.

Anche Ivan Zazzaroni, direttore del Corriere dello Sport, ha scritto un lungo messaggio su Instagram commentando la vittoria del quarto scudetto del Napoli ed elogiando il lavoro di Antonio Conte: “Lo invidio. Invidio il napoletano campione d’Italia per la quarta volta. Invidio la sua totale, folle, generosa partecipazione alla festa, e anche certi suoi eccessi, così come ho sempre invidiato la disinvoltura con cui sa superare la disgrazia non solo sportiva.”

Zazzaroni prosegue: “Il calcio è di nuovo sorriso oggi a Napoli, città della gioia: dimenticate in un venerdì di maggio le sofferenze, ma anche tante piccole delusioni. Il napoletano in questo momento è libero e in strada, fuori dallo stadio, in piazza, anche a Roma e Milano, Bologna e Torino, Londra, Parigi, New York, è nel mondo. È ovunque con la nostalgia e l’allegria di sé stesso. Conte non lo invidio, lui riesce sempre a non godere pienamente del trionfo, non l’ha mai pari. Ha conquistato la vittoria più complicata della carriera che lo ricolloca tra i primissimi al mondo. Perché è riuscito a isolarsi dal resto del Napoli entrando in conflitto silenzioso con tutti quelli che non lo capivano e non si rendevano conto dell’importanza delle scelte. Antonio è Antonio: si nutre di queste cose, quando è teso, in pressing sul suo umore e ha individuato il nemico, dà più del massimo”.

Pagelle:

Napoli

Meret 6 – Inoperoso per 90 minuti, è lo spettatore più fortunato della festa scudetto del Napoli. Lui la vede direttamente dal campo.

Di Lorenzo 6,5 – Sacrificio, personalità, tanta sostanza nelle due fasi: Capitano con la “C”. E pensare che la scorsa estate si parlava di addio…

Rrrahmani 6,5 – Lo stacanovista di Conte annulla Piccoli e Viola con l’ennesima prova da leader. È lui, senza Buongiorno, a comandare con successo la difesa.

Mathias Olivera 6,5 – Seppur riadattato da terzo di difesa, l’uruguaiano se la cava bene sia dietro sia davanti. Appena può, del resto, torna terzino e si lancia sulla fascia.

Spinazzola 6,5 – Vince il duello con Zortea sulla fascia e si dimostra elemento prezioso anche nella notte più importante della stagione. Al 39′, poco prima del gol dell’1-0 di McTominay, è proprio lui a sfiorare il vantaggio con una clamorosa doppia occasione (Dall’86’ Mazzocchi s.v.).

Politano 7 – La standing ovation del Maradona al momento della sua sostituzione, a causa di un problema muscolare, è a dir poco meritata: il 7 in pagella premia soprattutto l’assist al bacio per la rete che sblocca la partita in chiusura di primo tempo. Una giocata… alla Politano (Dal 61′ David Neres 6,5 – Il suo ingresso spacca definitivamente in due il Cagliari, che non ha più le forze fisiche e mentali per reggere l’urto della velocità del brasiliano).

Anguissa 6,5 – Il camerunese non brilla, forse perché è in odore d’addio o perché non è al top fisicamente, ma la sua fisicità in mezzo al campo è stata ed è anche dinanzi al Cagliari una delle principali armi a disposizione di Conte (Dall’84’ Billing s.v.).

Gilmour 6,5 – L'”altro” scozzese del Napoli è un motorino. Buone geometrie, baricentro basso e tanto movimento su tutta la linea mediana.

McTominay 8 – Chi poteva decidere la partita più importante dell’anno se non la stella più luminosa della squadra di Conte? È lui a segnare il gol più pesante, peraltro con una magica semirovesciata, e sarà lui – così come furono Kvara e Osimhen un tempo – a essere ricordato come l’uomo scudetto. 12 gol in campionato, 1 in Coppa Italia: numeri da bomber, cuore da Braveheart.

Raspadori 6,5 – Sfiora il gol già in apertura, con un diagonale velenosissimo. L’intesa con Lukaku funziona eccome, con l’ex Sassuolo a girare come la terra intorno al sole. Il suo sole belga (Dall’85’ Ngonge s.v.).

Lukaku 7,5 – Squadra che vai, Lukaku che trovi (e scudetto che vinci). Il motto del suo maestro Antonio Conte sembra ormai essere uno e uno solo, e a confermare la bontà della scelta di investire su Romelu anche in questa avventura napoletana sono ancora una volta i numeri: 14 gol stagionali, quello col Cagliari apre la festa già al 50′(Dal 76′ Simeone s.v.).

Cristian Stellini (Antonio Conte squalificato) 8 – Perfetto, il suo Napoli è stato perfetto. La vittoria contro il Cagliari, seppur preventivabile, era tutt’altro che scontata, ancor meno scontata quando l’Inter è passato in vantaggio contro il Como grazie a De Vrij e al Maradona si sarebbe quindi potuto scatenare uno psicodramma. Invece gli azzurri, orchestrati dall’alto dal loro allenatore (squalificato e sostituito in panchina da Stellini), non si sono fatti prendere dall’ansia e hanno colpito coi loro due uomini migliori. Un gol per tempo, la storia è fatta.

Cagliari:

Sherri 6,5 – Sostituisce Caprile per l’ultimo turno del campionato e lo fa nel migliore dei modi. Cerca di tenere a galla i suoi con almeno quattro interventi decisivi, ma sulla splendida rovesciata gol di McTominay e sul raddoppio di Lukaku è costretto ad arrendersi. Dall’82’ Ciocci sv.

Zappa 5,5 – Non garantisce la solidità sperata nella sua zona di competenza, dove in più occasioni Spinazzola arriva al cross o al tiro. Sull’1-0 prevalgono in meriti di McTominay, ma la sua marcatura è parsa abbastanza morbida.

Mina 6 – Il muro sardo, che sbroglia diverse situazioni intricate davanti a Sherri. Nel duello con Lukaku, sia fisico che mentale, inizia in modo favorevole ma poi il belga si riscatta ad inizio ripresa quando brucia proprio il centrale in occasione del 2-0.

Luperto 5,5 – Cerca di arginare come può le continue avanzate del Napoli, talvolta spazzando via il pallone senza badare troppo all’estetica. Molto più in difficoltà nel corso della ripresa.

Zortea 5,5 – Esattamente come Zappa, quando deve fronteggiare Spinazzola ha non poche difficoltà. Si vede poco nella metà campo avversaria. Dal 57′ Palomino 5,5 – Non un ingresso da ricordare per l’ex Atalanta, duro in qualche occasione e non troppo attento in altre.

Makoumbou 6 – Scende in campo con il piglio che questa sfida impone, ovvero con grinta e anche con quell’istinto provocatorio che non quasta quando gli avversari si giocano molto. Dal 57′ Marin 5,5 – Dovrebbe dare più geometrie alla sua squadra, ma non riesce nel suo intento.

Adopo 6 – Oltre a fare legna in mezzo al campo insieme ai compagni di reparto, tenta anche qualche ripartenza in solitaria ma senza troppo successo. In occasione del 2-0 prova ad arginare Lukaku, ma è il belga a prevalere.

Deiola 6 – Capitano indomito dei sardi, che lotta su ogni pallone cercando di impedire al Napoli di farsi vedere con costanza negli ultimi metri. Tra gli ultimi a mollare tra le file cagliaritane.

Augello 5,5 – In costante sofferenza e talvolta distratto, come quando manda il Napoli davanti alla porta nelle prime fasi della gara. Contro di lui, Politano vive una serata non eccessivamente impegnativa. Dal 74′ Obert 6 – ha davvero poco tempo a disposizione, entrando a risultato già ampiamente in ghiaccio.

Viola 5 – Giostra tra le linee, ma ha vita dura in una serata in cui i palloni che arrivano sulla trequarti sono ben pochi. Tra i piò anonimi in maglia rossoblù. Dal 57′ Mutandwa 5,5 – Nicola lo inserisce per trovare nuove soluzioni in avanti. Difficile, però, ricordare giocate importanti da parte sua.

Piccoli 5 – Corre tanto, spesso a vuoto, con la speranza che gli arrivi qualche pallone giocabile. Si fa vedere anche poco oltre la metà campo, venendo comunque contenuto agevolmente dagli avversari.

Davide Nicola 5,5 – Chiede impegno alla sua squadra, che di certo non gioca una partita arrendevole. Il muro sardo regge quasi un tempo, poi McTominay lo abbatte e poi Lukaku completa l’opera.

(Dal 76′ Simeone s.v.).

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