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Giornalisti freelance, non è meglio lavorare “in rete” che da soli?

Grazie alla facilità con cui chiunque può aprire un blog e diventare “direttore” del proprio sito di notizie, assistiamo alla proliferazione epidemica di piccolissimi “portali”, geografici o tematici, messi su da giornalisti. Portali che richiedono un lavoro relativamente ingente per mantenere in efficienza il sito, produrre contenuti, poi per indicizzarli e ottimizzarli e infine per pubblicizzarli attraverso i social, nonché, eventualmente per raccogliere pubblicità online e below the line.

Tanto lavoro che, ovviamente, un singolo giornalista non può produrre adeguatamente e che, per forza di cose, non può che ottenere una fetta piccolissima della audience di lettori presente in rete, e una fetta ancor più piccola, se non inesistente, di raccolta pubblicitaria.

Se però vediamo le statistiche disponibili, notiamo che, nell’informazione on line in Italia, i vecchi player analogici sbarcati più o meno in forze sul web sono messi seriamente in difficoltà dai nuovi player nativi digitali.

E questi ultimi che, molto probabilmente, ottengono risultati assai lusinghieri, soprattutto in rapporto ai mezzi investiti.

Non è un caso che, tra i primi per numero di lettori, il primo e il quarto sono diventati rispettivamente il gruppo Today e Fanpage, player nativi digitali portatori probabilmente di un notevole know how specifico, e perfino di una “vision” che i player analogici stentano a sviluppare. E anche nel gruppo degli “inseguitori” i nativi digitali se la giocano alla pari con le edizioni on line di giornali e tv.

Il che conferma che, nella partita dell’informazione on line, non tutti i giochi sono fatti, ed anzi la pattuglia dei “nativi digitali” ha ancora tanto da dire e da fare. E, aggiungo io, c’è probabilmente ancora spazio, che vecchi o nuovi editori digitali possono togliere agli “analogici”.

I gruppi ottengono performance maggiori

Ma, a ben guardare, le migliori performance di lettori, almeno in termini assoluti, sono realizzate non da singole testate, ma da “gruppi”, che sommano evidentemente i lettori di più siti e portali.

Così è per Repubblica con tutti i suoi aggregati, o per Mediaset con Tgcom, IlMeteo e gli altri siti, e così è per la rete di portali “geografici” di Today, o “tematici” di Fanpage-Youmedia. E c’è perfino chi ha acquisito famosi siti di informazione tecnologica o legale, per appropriarsi della relativa audience.

Inevitabilmente dietro, vengono, invece, i portali “singoli”, basati su una sola testata, mentre perfino i “gruppi” editoriali che hanno diversi giornali regionali e provinciali, pur avendo una vasta articolazione territoriale e tanti giornalisti, non riescono ad ottenere analoghe performance.

E ovviamente, ancor più dietro, o meglio alla base della piramide, una larghissima e crescente pletora di siti e mini siti che, nel migliore dei casi, sono curati da gruppi di 3 o 4 o 5 giornalisti e redattori, e che in tantissimi altri sono pressoché solo blog curati da una unica persona.

Intendiamoci, è encomiabile che così tanti colleghi profondano tanti sforzi, alimentati solo dal “sacro fuoco” del giornalismo, ma destinati a risultati modesti, e soprattutto sproporzionati all’impegno e al lavoro investito.
Giornalisti free lance, il prossimo passo è superare l’individualità

Per questo crediamo che il prossimo passo che, soprattutto i giornalisti freelance devono muovere, è quello di superare l’individualità, e di puntare sulla integrazione, sulla collaborazione, sulla messa in rete, sull’aggregazione di persone, impegno, lavoro e capacità.

Solo con l’aggregazione, infatti, è possibile ottenere economie di scala, su tutti i lati.

Per esempio, sulla produzione, perché ciascun giornalista ha la possibilità di concorrere ad una produzione di notizie “più ampia” di quanta ne realizzerebbe da solo e ottenere, foss’anche solo in termini quantitativi, una audience complessiva più ampia.

O anche sul lato dei costi, perché mettersi insieme consente di “ottimizzare” il costo di produzione e di mantenimento di un sito efficiente, che tra template responsive, amp, plugin di ogni genere, richiede tanta manutenzione settimanale, o quello di produzione dell’app delle proprie notizie per cellulari.

Senza contare che, solo il lavorare insieme, collaborare ad un portale più ampio, oppure “federare” il proprio sito in una unica rete di portali, permette di realizzare sinergie operative ed ottenere rapidamente una significativa sommatoria di visitatori da presentare a qualsiasi agenzia pubblicitaria.

Noi di Italia Notizie 24, a questa filosofia “collaborativa”, abbiamo sempre creduto e continuiamo a credere, e ad essa ci ispiriamo nel lavoro che ci siamo “inventati” e che portiamo avanti ogni giorno.

Per questo, infatti, abbiamo fondato una cooperativa di giornalisti, aperta per sua natura alla più ampia partecipazione di altri colleghi di ogni professionalità.

Per questo abbiamo creato e continuiamo a mantenere un sito di notizie con un sistema piuttosto complesso, efficiente e in continuo miglioramento, fatto di template, plugin, strumenti di advertising e web analisys, profili e pagine social.

Ed abbiamo creato un portale concettualmente molto ampio e ben articolato, che stiamo ulteriormente articolando, con la graduale creazione di una costellazione di sottoportali sia in proprio che soprattutto con collaborazioni e partnership.

Senza contare che continuiamo ad esplorare e studiare le tante ed affascinanti possibilità che il web offre all’editoria e che vorremmo implementare anche noi, dal video all’audio, dal mobile journalism al podcasting, dallo streaming alle app personalizzate.

Insomma, abbiamo messo su un progetto editoriale dal basso, che con tutti i limiti imposti dalla esiguità dei mezzi a disposizione, ha saputo crescere, aggregare nuovi partner, affermarsi ed accreditarsi non poco, fino ad essere conosciuto e riconosciuto da un gran numero di enti, istituzioni culturali, agenzie, organizzazioni e multinazionali di ogni parte d’Italia.

E come se non bastasse, stiamo cercando attivamente quei finanziamenti che ci permetteranno di implementare nuovi servizi e strumenti, come l’archivio di multimedia asset che vorremmo proporre a fotografi e videomaker, o la innovativa piattaforma di ecommerce di news che stiamo sviluppando e che vorremmo mettere quanto prima a disposizione dei giornalisti freelance, o come la piattaforma di distribuzione multicanale che vorremmo offrire ad agenzie e uffici stampa.

Mettersi in rete non è solo lavorare sul web

Perché per noi, giornalisti freelance, “metterci in rete” non significa solo imparare a lavorare sul web, ma imparare a lavorare finalmente “insieme”: collaborare, confrontarci, interagire, possibilmente condividere sinergie e ottenere vantaggi operativi, sviluppare progetti comuni o perseguire obiettivi più significativi.

E siamo pronti a confrontarci con chiunque condivida questa filosofia, giornalista o video maker, fotografo o mojoer, webmaster o e-marketer, social media o multimedia manager. E quindi, che tu sia professionista o free lance, per scelta o per necessità, anche con te.