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9 maggio 2022: sarà la fine della pace?

9 maggio 2022: sarà la fine della pace?

04 Maggio 2022 0 Di Daniela Staffiere

Il 9 maggio è per l’Europa e per il blocco ex sovietico una pietra miliare della storia, e potrebbe esserlo anche per la Russia di Putin.

9 maggio 2022: sarà la fine della pace?

L’equilibrio della politica internazionale del XXI secolo sembra davvero appesa ad un filo sottile e, per uno strano destino, le sorti del mondo potrebbero cambiare in una data molto significativa.

Il 9 maggio costituisce, per l’Europa e per l’ex blocco sovietico, una pietra miliare della storia, legata agli esiti della Seconda guerra mondiale ed alla nascita dell’Europa Unita.

Alle 2,15 della notte tra l’8 ed il 9 maggio 1945, Berlino firmava la resa. La guerra era finita e la Russia, insieme all’Europa, festeggiava la fine di un conflitto durato 6 anni che aveva lasciato gravissime perdite umane ed ingenti danni economici.

Quel giorno divenne il V-E-Day, simbolo della rinascita, della resistenza e della vittoria. Festa nazionale in URSS dal 1965, con Vladimir Putin questo giorno assume una diversa connotazione politica.

Nel 2015, in occasione del 70emo anniversario del V-Day, Putin organizza imponenti parate militari. Una grande scenografia alla quale non prendono parte i capi di governo dell’Ovest, scossi dall’occupazione della Crimea del 2014.

Il 9 maggio 1950, l’allora ministro degli Esteri francese Robert Schuman proponeva la creazione di una Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio, i cui membri, mettendo in comune le produzioni di queste materie prime, avrebbero reso impossibile una guerra tra Francia e Germania, storicamente rivali. E fu quello l’inizio del percorso di pace e di integrazione europea.

Cosa significherà il 9 maggio 2022?

Putin vuole dare un nuovo valore simbolico al V-Day, ottenendo la vittoria contro l’ Ucraina con la conquista del Donbass. Per gli stessi motivi, però, non ottenere un risultato definitivo e tangibile entro il 9 maggio, potrebbe trasformarsi in un duro colpo alla sua credibilità.

Sarà comunque l’inizio del suo progetto di disegnare una nuova mappa geopolitica, “liberando il mondo dall’oppressione dell’Occidente”, come annunciato dal ministro degli Esteri russo Lavrov.

L’Europa, intanto, che ha dato prova di unità, nel condannare con forza l’invasione dell’Ucraina e che vuole includere il Paese nell’Unione, sta valutando le conseguenze di questo schieramento.

Concentrata fino a poco tempo fa sul Recovery Fund, sulle conseguenze del Covid e sui cambiamenti legati alla Brexit, è stata catapultata in una realtà forse prevedibile ma assolutamente anacronistica da un punto di vista ideologico.

Una guerra di conquista, superando i confini nazionali di uno Stato sovrano, proprio in un momento di importante cooperazione internazionale. Dunque l’Europa vuole difendere e ribadire il profondo significato di un’alleanza economica e politica che ha tenuto lontano la guerra da 77 anni ed estenderlo anche sempre più ad est.

Prima della crisi ucraina, sembrava si fosse configurato un nuovo assetto geopolitico basato sul ‘contenimento’ politico ed economico della Cina, con un’alleanza meno eurocentrica ed un’attenzione al controllo dell’Africa.

La Russia sembrava sostituire l’Est-Europa come principale alleato o partner con la Cina. Non si immaginava che la promessa di Putin di porre fine al mondo unipolare, volesse dire una guerra di invasione ed il rischio di un terzo conflitto mondiale, probabilmente nucleare.

Aspettando gli sviluppi politico-militari, questo 9 maggio 2022 forse non segnerà la fine della guerra, e forse non sarà imminente nemmeno l’inizio di un nuovo ordine mondiale rosso, ma sicuramente sarà ricordato come il V-Day più lontano dall’ideale di libertà, pace e democrazia.

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