
Aeroporti green:si comincia da Roma
03 Aprile 2025La società che gestisce gli scali si affida al Gruppo Hera per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità al 2030. I viaggiatori parte del processo di economia circolare.
Aerei e scali aeroportuali sono nel mirino dell’Ue per la decarbonizzazione. Gli sforzi per rendere tutto più sostenibile hanno tempi fissati nel Green Deal, ma le varianti sono praticamente in capo alle compagnie aeree o alle società di gestione degli aeroporti. Roma ogni anno è meta di milioni di viaggiatori che sbarcano con un “carico ambientale” non trascurabile. La ADR, società che gestisce gli scali Leonardo da Vinci di Fiumicino e Giovan Battista Pastine di Ciampino, si sta misurando con obiettivi di sostenibilità a medio termine. Chi arriva o parte avverte cambiamenti ? Gli impatti ambientali hanno origine diverse e l’organizzazione degli scali deve essere pronta a farvi fronte. I viaggiatori rappresentano il test più importante per queste policy di sostenibilità e bisogna tenerne conto. Il management ADR lancia buoni segnali e stringe alleanze per applicare principi green nella gestione dei rifiuti, nei consumi d’acqua, nell’energia.
13 mila tonnellate di rifiuti
Dopo due anni di sperimentazione con il Gruppo Hera, ADR ha rinnovato l’accordo per migliorare, in particolare, la gestione dei rifiuti e il ciclo idrico “ Ci siamo posti l’ambizioso obiettivo di azzerare le emissioni dei nostri aeroporti entro il 2030 e recentemente è stato inaugurato il più grande impianto fotovoltaico in autoconsumo in un aeroporto europeo”, spiega Marco Troncone, Amministratore Delegato ADR. Tutto ciò che si muove in aeroporto rientra in un processo virtuoso che inizia con la raccolta differenziata dei rifiuti e termina con il riciclo. Il recupero delle risorse crea valore e mette in campo buone pratiche. Questo, secondo Troncone, vuol dire coinvolgere lavoratori, passeggeri e ditte fornitrici di servizi. Nel 2024, per esempio, gli aeroporti di Fiumicino e Ciampino hanno prodotto oltre 13 mila tonnellate di rifiuti. Una ricchezza enorme dalla quale si ricavano altre risorse. Del resto la centralità degli scali aerei nella battaglia per decarbonizzare l’aria, gira intorno al recupero energetico degli scarti e all’abilità del controllo esecutivo.Occorrono tecnologie e piani adeguati, mentre le competenze sono l’altro pilastro su cui poggia il successo. Figurarsi in un ambiente misto e dinamico come sono gli aeroporti.
La gestione dell’acqua.
Negli scali si consuma anche molta acqua. L’acqua è una risorsa fondamentale per il funzionamento e la sostenibilità di qualsiasi aeroporto. Hera ha una lunga tradizione a partire dall’Emilia Romagna. “Un approvvigionamento idrico efficiente e sostenibile è essenziale non solo per le operazioni quotidiane, come la pulizia, il mantenimento delle strutture e il comfort dei passeggeri “è scritto nel Bilancio ambientale di ADR. Qui a Roma, dove nel 2024 sono passati 44,4 milioni di passeggeri gli sprechi di acqua non sarebbero tollerabili e gli investimenti del passato stanno dando i loro frutti. Lo scalo di Fiumicino, paragonabile a una città di medie dimensioni, ha due impianti per il trattamento delle acque reflue. Hera con la sua presenza, con il nuovo accordo, dovrebbe far crescere i risultati. “Accompagniamo ADR nel percorso di transizione green, per raggiungere i propri target ESG e traguardi sempre più ambiziosi in termini di riciclo, efficienza e riduzione dell’impatto ambientale ”dice Orazio Iacono, Amministratore Delegato del Gruppo Hera. Nel 2023 proprio in virtù dell’esperienza con il partner esperto, l’utilizzo di acqua potabile è stato ridotto al 28%. C’è soddisfazione ma si guarda ancora più avanti. Nel prossimo anno e mezzo Hera sarà impegnata in altri miglioramenti come l’ammodernamento del sistema di disinfezione centralizzato. Si tratta di una progressione di interventi per rendere gli hub del trasporto aereo spazi più intelligenti, connessi e friendly dove i viaggiatori di domani passeranno anche molte ore durante il viaggio. Per gli scali italiani l’obiettivo di raggiungere la neutralità carbonica entro il 2030 è ambizioso. Si deve accelerare anche sull’uso di carburanti ecologici, ma per i servizi a terra, essenziali quasi come quelli in volo, senza partner idonei si rischia lo smacco.