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Canta Napoli, gli azzurri battono il Torino e tornano soli al comando

Canta Napoli, gli azzurri battono il Torino e tornano soli al comando

28 Aprile 2025 Off Di Claudio Greco

Formazioni

NAPOLI: Meret; Di Lorenzo, Rrahmani, Buongiorno (64′ Rafa Marin), Olivera (86′ Raspadori), Anguissa (58′ Billing), Lobotka (86′ Gilmour), McTominay, Politano, Spinazzola, Lukaku (86′ Simeone). All. Conte.

TORINO: Milinkovic-Savic; Pedersen, Coco (68′ Karamoh), Maripan, Masina (85 Walukiewicz), Tameze (46′ Ilic), Linetty (59′ Lazaro), Elmas, Casadei, Biraghi (59′ Vlasic), Adams. All. Vanoli

Arbitro: Mariani di Aprilia
Marcatori: 7′ McTominay, 42′ McTominay
Note: ammoniti Ilic, Maripan, Tameze

 

Il Maradona festeggia il sorpasso sull’Inter intonando ‘O surdato ‘nnammurato e con uno stadio impazzito, dunque questo Napoli, supera il Torino con la meravigliosa doppietta di McTominay siglata nel primo tempo e con una grandissima fase difensiva, vincendo e ponendosi solitario in vetta a +3 sull’Inter.

E quindi cosa dire: se non che i numeri non mentono: negli ultimi 10 anni infatti, il Torino ha raccolto una sola vittoria su 19 confronti diretti contro il Napoli in Serie A (5 pareggi e ben 13 sconfitte). Un tabù spezzato proprio nella scorsa stagione, quando i granata si imposero con un netto 3-0 all’Olimpico di Torino, mostrando di poter abbattere anche i miti più ostinati. E se è vero che a Napoli il Torino fatica — una sola vittoria dal 2000 ad oggi, il celebre 2-1 del 17 maggio 2009 firmato Bianchi e Rosina — è altrettanto vero che negli ultimi anni la squadra piemontese ha spesso reso la vita difficile ai partenopei, portando a casa quattro pareggi nelle ultime sette trasferte campane.

Ma stasera al Maradona non c’è storia, fin dai primi minuti il Napoli sembra inarrestabile. Sicuramente gran merito va dato a Scott McTominay, letteralmente ingiocabile. Lo scozzese si conferma un fattore determinante anche contro il Torino, in particolare al 7′ e al 42′, i due minuti in cui confeziona la sua seconda doppietta stagionale. Quattro gol nelle ultime tre partite per l’ex United, bravo a sfruttare gli assist di Anguissa prima e Politano poi. Un Napoli concreto e cinico, che in fase difensiva non rischia praticamente nulla.

Di grandi occasioni al di fuori dei gol la squadra di Conte non ne ha, ma allo stesso tempo non ne concede neanche. Il Torino dal proprio canto infatti risulta a dir poco timido: pochi squilli degni di nota, zero pericoli creati ed un doppio svantaggio all’intervallo che appare abbastanza logico in virtù di quanto visto sul terreno di gioco.

Basta un primo tempo perfetto al Napoli per aggiudicarsi una vittoria fondamentale nella corsa Scudetto. I partenopei nella seconda frazione sfiorano il 3-0 soprattutto in un’occasione, con Billing che di testa colpisce la traversa da posizione ravvicinata.

Per il resto il Napoli gestisce e controlla senza troppi problemi, rallentando anche il ritmo nel finale dopo gli infortuni di Anguissa, Lobotka e Buongiorno. Per evitare rischi i partenopei addormentano il match, aiutati anche da un Torino che raramente affonda il colpo e quasi mai spaventa i padroni di casa. Nessuna occasione degna di nota per i granata con Meret che non si sporca i guantoni praticamente in alcuna occasione, diremmo la solita frase quale “spettatore non pagante”.

Insomma la città di Napoli nella recente storia calcistica, ricorda sicuramente, il Napoli più forte di sempre che non vince nulla, quello targato 1987/88, scudetto e coppa sulla maglia, non solo, quello del 1990 spesso brutto, pieno di talento ma incostante nell’ espressione dello stesso, che si ricuce lo scudetto sulle maglie.
Ancora, questa piazza ricorda senz’altro il Napoli più bello di sempre, quello del 2018, secondo posto con 91 punti ed una ferita mai rimarginata.
Poi si ricorda di un Napoli smembrato della sua spina dorsale, che dice addio a pezzi di storia e che riduce il monte ingaggi, si affida ad un Coreano, un Georgiano ed un Nigeriano, che sembra una barzelletta ed invece stava nascendo una squadra che avrebbe vinto lo scudetto a novembre.
Tutto questo per dire cosa? che Il cacio sa essere paradossale e bastardo, vinci quando capita, quasi mai quando te lo aspetti, ma arrivando ad oggi.
Si ammira un Napoli forte se al completo, solido, ma in realtà mediocre nelle alternative, almeno nella testa dell’allenatore.
Indebolito a gennaio. Con un Antonio Conte che la scorsa settimana esplose sbagliando il tempo in maniera netta ed inequivocabile.
Però è lo stesso allenatore senza il quale oggi probabilmente, i partenopei starebbero serenamente lottando tra il settimo ed il quarto posto, messo lì dall’uomo cui con ogni probabilità erano rivolte le dichiarazioni del pre partita di Monza, Aurelio De Laurentiis.
Ed è proprio questo Napoli, costruito da Aurelio e guidato da Antonio, incompleto, forte ieri e stanco ed involuto oggi, con un allenatore che pone punto interrogativo importante ed imponente sul futuro ed il Presidente che dribbla alla Khvicha Kvaratskhelia ogni polemica, a giocarsela fino alla fine.
Ed allora signori cari, a mio avviso questa città deve assolutamente tenersi cara questa situazione, questo tipo di Napoli, fregandosene di tutto quello che è stato, che non è stato e di quello che poteva essere tenendosi stretto il presente, perfino la 77 rimasta solo un ricordo appeso nella cameretta di tanti bambini Napoletani, l’ Okafor, i solei di mezzo Napoli che cedono con l’accusa un po’ grottesca rivolta ai campi di Castelvolturno, peraltro gli stessi campi che usava Maurizio Sarri.
Si, cari lettori, questi tifosi devono tenersi tutto specialmente se poi compaiono la testa di Scott McTominay, ed il mancino di Orsolini ed il Napoli a fine aprile si trova esattamente dove avremmo voluto si trovasse, tutti, nessuno escluso, firmando con il sangue, il sangue azzurro che ci scorre nelle vene di questa città.

Tornando alla gara, Il Napoli chiude dunque in scioltezza, gestendo le forze e blindando una vittoria fondamentale: +3 sull’Inter e vetta solitaria a quattro giornate dalla fine.

La prossima giornata di campionato, vedrà le pretendenti allo scudetto giocare di sabato. Ma questa volta scenderà in campo prima il Napoli, alle 18 a Lecce. Sfida non facile, contro la squadra salentina reduce da un confortante pari 1-1 a Bergamo contro l’Atalanta, e desiderosa di punti indispensabili per assicurarsi la salvezza.

Alle 20.45 poi sarà la volta dell’Inter che aspetta in casa il Verona. Sulla carta, un sabato favorevole ai nerazzurri. Anche se di mezzo c’è la semifinale di andata di Champions League: mercoledì 30 aprile in casa del Barcellona. Quindi con tante energie fisiche e mentali spese. Anche perché il ritorno arriva dopo meno di una settimana: il 6 maggio a San Siro.

Insomma, il finale di campionato si fa sempre più interessante. Come non si vedeva da anni.

Intanto a fine gara Antonio Conte ha cosi commentato:

Non ho seguito Inter-Roma, anche perché già soffriamo per noi, perché dobbiamo soffrire guardando le altre. Ho guardato il secondo tempo di Fiorentina-Empoli. Ho spento il telefono, ho spento tutto, e alla fine ho sentito il risultato, quello che ho detto è che mancano 4 passi, ne abbiamo fatto 1 oggi ma ne mancano altri 4. Affronteremo 2 squadre che lottano per la salvezza, Lecce e Parma. È tutto da giocare, oggi contava vincere e l’abbiamo fatto con tanta determinazione. È inevitabile che lo stadio ci spinga, già all’arrivo non è stato facile entrare allo stadio, i tifosi erano eccitati non contenti. Hanno cercato di trasferirci tutto. Lo scudetto qui sarebbe un prodigio“.

Mentre Conte sugli infortuni della gara ha cosi replicato: Anguissa Deve aver avuto solo un colpo al bacino. Per Buongiorno bisogna vedere, aspettare le prossime valutazioni, aveva un fastidio tendine nella parte bassa del pube. Siamo abituati ad affrontare le emergenze, continueremo a farlo senza problemi”.

E sempre a fine gara, ha parlato anche l’azzurro Matteo Politano, che ha detto: “Sapevamo l’importanza della partita di oggi, erano tre punti fondamentali perchè ci riportavano in testa alla classifica. Mancano quattro partite e dobbiamo pensare partita dopo partita, l’Inter non mollerà e dovremo essere bravi a vincere sin dalla prossima. Sono contento della mia prestazione e dell’assist, avevamo preparato l’azione ed io con Giovanni e Frank ci gioco da anni e ci conosciamo a memoria. Ci troviamo bene, è andata bene perchè nel primo tempo abbiamo spinto tanto trovando due gol che hanno indirizzato la partita. L’importanza di McTominay? Scott è un giocatore eccezionale, ha dei tempi di inserimento fantastici ed i risultati si vedono con i gol segnati. Anche Anguissa ha trovato tanti gol, poi quando hai uno come Lukaku che si fa sentire è importante per noi esterni: magari negli ultimi anni giocavamo diversamente, adesso andiamo più al cross. Cosa pensa lo spogliatoio? La squadra a parte un mese di infortuni si è dimostrata sempre forte, abbiamo fatto un filotto di vittorie consecutive e siamo sempre stati presenti e aggrappati all’Inter. Normale che possa esserci un momento così così, ma siamo stati bravi a reagire. L’Inter è forte, non dimentichiamo anche l’Atalanta. Ora siamo davanti e dobbiamo rimanerci. Pesa giocare prima o dopo di loro? Normale che possa cambiare qualcosa, ma dovevamo pensare a noi stessi. Certo sai il risultato quando giochi dopo, ma ora abbiamo tre punti di vantaggio e sabato sera dovremmo averne ancora tre o anche di più. La sconfitta dell’Inter? Ce la siamo visti in camera, poi è ovvio che a fine partita ci sia stata un po’ di gioia”.

Le pagelle:
NAPOLI
Alex MERET 6 – Suda freddo quando Adams lo grazia sottomisura, poi non deve mai sporcarsi i guanti: il simbolo perfetto della prestazione offensiva del Torino e difensiva del Napoli, tutto sommato spettatore non pagante.
Giovanni DI LORENZO 6,5 – Partecipa a modo suo alla manovra che porta al vantaggio, imbucando un filtrante perfetto per Anguissa. Dietro fa quel che deve fare, tra marcature e gestione della palla.
Amir RRAHMANI 6,5 – Ormai è l’unico centrale a tener costantemente botta: lo fa respingendo ogni pallone che arrivi dalle sue parti e proteggendo la porta di Meret.
Alessandro BUONGIORNO 6,5 – Presente, preciso. Alla seconda da ex non trema. Un nuovo infortunio muscolare lo manda ancora ko (dal 64′ Rafa MARIN 6 – Contribuisce a chiudere la serratura nel finale di partita)
Mathias OLIVERA 6,5 – Solido difensivamente e come al solito non rinuncia a qualche sortita offensiva. Buona l’intesa con Spinazzola (dall’86’ Giacomo RASPADORI s.v.)
Frank ANGUISSA 7 – Perfetto l’inserimento con cross incorporato che porta al primo gol di McTominay. Poi interpreta il proprio ruolo in modo sopraffino, come sempre (dal 58′ Philip BILLING 6,5 – Entra bene in partita, senza far avvertire l’assenza di Anguissa. Solo la traversa gli nega il tris)
Stanislav LOBOTKA 6,5 – Non perde un pallone che sia uno. Palla a Lobotka, palla in banca. Sembra semplice, ma non lo è (dall’86’ Billy GILMOUR s.v.)
Scott MCTOMINAY 7,5 – Cinque gol in tre partite, manco fosse un attaccante: l’uomo simbolo della rimonta fino al +3 è lui. Fantastica la doppietta quasi in fotocopia che mata il Toro. Oltre a ripiegamenti, battaglie col fisico, gioco di concerto coi compagni.
Matteo POLITANO 6,5 – La solita zanzara sulla destra. Perfetto l’assist che McTominay non spreca, andando a timbrare il raddoppio.
Romelu LUKAKU 5,5 – Utile alla squadra, grintoso al massimo, ma non dominante. Spesso sbaglia lo stop, a volte è poco lucido e non riesce mai a tirare in porta (dall’86’ Giovanni SIMEONE s.v.)
Leonardo SPINAZZOLA 6,5 – Prende quota dopo un primo tempo discreto: molto buona la ripresa, nella quale l’ex giallorosso offre diversi spunti. Porge la palla del tris a Billing, che centra la traversa.
All. Antonio CONTE 7,5 – Perde pezzi su pezzi, ma non molla. La sua squadra è convinta, organizzata, solidissima. Comunque vada a finire, sta costruendo un capolavoro.
TORINO
Vanja MILINKOVIC-SAVIC 5,5 – Non bene coi piedi: in un paio di occasioni rischia la frittata. Tramortito due volte da McTominay, salvato dalla traversa. Zero parate di rilievo.
Saul COCO 5,5 – Paradossalmente regge meglio nel primo tempo. Dopo l’intervallo inizia a soffrire con costanza le iniziative di Spinazzola (dal 68′ Yann KARAMOH 5,5 – Inconcludente, come tutto il Torino)
Guillermo MARIPAN 6 – Quanti duelli con Lukaku: qualcuno lo perde, qualcuno lo vince. Ha il merito di non far calciare il belga.
Adam MASINA 6 – Vero, entrambi i gol del Napoli arrivano dalla sua zona di campo. Ma in fondo si fa fatica a trovargli grosse colpe per il ko (dall’85’ Sebastian WALUKIEWICZ s.v.)
Marcus PEDERSEN 5,5 – Ci prova, qualche volta va sul fondo e al cross, è generoso. Ma come i compagni pecca in qualità.
Cesare CASADEI 5,5 – Si fa valere col fisico e sui palloni aerei, ma anche con i piedi. Arriva però in colpevole ritardo su McTominay, che lo brucia e va a segnare il 2-0.
Karol LINETTY 5,5 – Non malissimo in fase di possesso, delizioso tunnel compreso. Decisamente meno bene dietro: in entrambi i gol di McTominay non riesce a chiudere in tempo (dal 59′ Nikola VLASIC 5,5 – Non porta il salto di qualità voluto da Vanoli)
Adrien TAMEZE 5,5 – Non è Ricci e si nota. Mette in campo abnegazione, che però non compensa la mancanza di qualità lasciata dal grande assente. Dura un tempo (dal 46′ Ivan ILIC 6 – Se non altro porta un po’ più di qualità in mezzo al campo)
Cristiano BIRAGHI 5 – Davanti produce poco e quando può andare a un cross pericoloso lo sbaglia. Non tiene Politano nell’azione del raddoppio (dal 59′ Valentino LAZARO 5 – Porta poco o nulla alla causa, facendosi ricordare più che altro per il giallo finale)
Eljif ELMAS 5 – Architetta lo scherzetto dell’ex, ma non è serata per nessuno e non lo è nemmeno per lui: oltre a qualche guizzo isolato c’è davvero poco.
Ché ADAMS 5 – Sì, si batte e qualche buono spunto palla al piede riesce pure a costruirlo. Il problema è che scialacqua malamente l’unica vera palla gol creata dal Torino in tutti i 90 minuti.
All. Paolo VANOLI 5,5 – Prova a sorprendere il “maestro” Conte cambiando modulo, ma ogni piano va farsi benedire dopo nemmeno un tempo. Vano ogni tentativo di cambiare le carte in tavola. Il Napoli, semplicemente, è più forte.
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