
Carmignano tra vigne, arte e cultura
16 Aprile 2021Nella splendida Toscana, in provincia di Prato si trova Carmignano, poco conosciuta ma dove la vista e il palato possono sbizzarrirsi.
Carmignano, arte e cultura tra le vigne
Nella splendida Toscana ricca di luoghi incantati, dai monti alle colline, dal mare alla campagna. In provincia di Prato si trova Carmignano, un territorio poco conosciuto, ma dove la vista e il palato possono sbizzarrirsi.
Un itinerario che unisce il piacere dell’arte con prelibate degustazioni
La Toscana è la terra dei Medici, luogo d’arte e cultura, ma è anche terra fertile e rigogliosa per l’agricoltura e famosa nel mondo per l’eccellenza dei suoi vini.
Un itinerario tra arte, cultura e produzione eno-gastronomica di rilievo ci porta a visitare Carmignano.
Carmignano e dintorni, cosa vedere
Ville medicee e pievi, resti etruschi e cantine dove degustare le migliori etichette: scenari che nulla invidiano alle cartoline della Toscana più nota.
Questo territorio, intriso di mille sfumature, coinvolge piacevolmente il viaggiatore.
Un suggestivo percorso pedonale porta all’antico bastione medievale, il quale ancora oggi sovrasta il capoluogo, stiamo parlando della Rocca o di quello che rimane dell’antica fortificazione.
Dalla sommità è possibile ammirare un bellissimo panorama sull’intera piana tra Firenze, Prato e Pistoia.
Inerpicandosi su per le salite che conducono al bastione non si può fare a meno di notare in lontananza il duomo fiorentino e, sulla collina opposta, la bella villa medicea dai cento camini di Artimino.
Carmignano è stato da sempre un punto strategico conteso; appartenne prima a Pistoia, per poi passare a Firenze, essere successivamente conquistata da Lucca dal valoroso condottiero Castruccio Castracani per poi tornare nuovamente sotto Firenze.
Dopo questa prima visita raggiungiamo la Pieve San Michele e San Francesco.
Eretta verso il 1330, ripropone la classica tipologia francescana.
Assolutamente da non perdere è la celeberrima Visitazione (1528-29) di Iacopo Carrucci, detto il Pontorno, considerato un capolavoro assoluto dell’arte del cinquecento fiorentino.
Il quadro rappresenta l’incontro miracoloso tra la Vergine Maria e Santa Elisabetta, nel momento in cui entrambe portano in grembo i loro prodigiosi figli.
Proseguendo il nostro itinerario incontriamo il Museo della vite e del vino nella centralissima piazza Vittorio Emanuele II.
In questo piccolo museo protagonista è il vino e il racconto di un pezzo di Toscana fatto dei frutti della terra, di agricoltura e di una civiltà contadina oramai (quasi) scomparsa. Le sale del museo ospitano corsi e serate di degustazione.
Nella località di Seano si trova il parco-museo Quinto Martini che ospita trentasei opere in bronzo di questo importante scultore del Novecento.
Il parco-giardino, nel quale abbondano lecci, pioppi, cipressi e altre essenze tipiche del luogo, è un posto molto rilassante dove passaggiere tra vialetti alberati che conducono a un vasto piazzale centrale.
La presenza delle sculture accompagna il visitatore nel suo personale percorso.
Chi ama l’archeologia può prevedere una sosta al Museo Archeologico di Artimino, Francesco Nicosia.
Il museo si propone di illustrare la storia della città etrusca di Artimino e del territorio attraverso gli straordinari reperti delle necropoli etrusche di Artimino, Prato Rosello e di Comeana.
Lasciato il borgo fortificato di Artimino, non senza una sua visita, ci dirigiamo verso la villa Medicea, conosciuta meglio come la Ferdinanda.
La villa venne edificata per volere del Granduca Ferdinando I de’ Medici sotto la direzione del suo fidato architetto Bernardo Buontalenti.
Non lontano dalla villa si erge la Necropoli etrusca di Prato Rosello e alcuni tumuli funerari con strutture architettoniche articolate e differenti tra loro.
Infine, proseguendo in direzione Comeana troviamo il Tumulo di Montefortini e la Tomba dei Boschetti.
I corredi funebri di entrambi i tumuli sono esposti al Museo di Artimino.
A dimostrazione che il territorio è stato occupato dagli Etruschi già a partire dal VII secolo a.C. un percorso facile e libero porta all’area archeologica e naturalistica di Pietramarina.
È un luogo suggestivo ricoperto da una splendida lecceta con esemplari secolari che ospita un megalite chiamato il Masso del Diavolo, roccia sulla quale sono stati scavati scalini e vasche che fanno pensare ad un antico luogo di culto di sicura origine etrusca.
Sulla strada del vino e dei sapori
Nella regione che presenta elevate eccellenze eno-gastronomiche, Carmignano è un territorio tutto da assaporare.
Oltre alla cultura e all’arte è bello anche osservare dove crescono le uve, conoscere le tecniche di produzione, avventurarsi nelle cantine e assaporare i prodotti tipici del territorio.
La storia del vino qui è molto antica. Correva l’anno 1716 e risale a Cosimo III de’ Medici, sesto granduca di Toscana, che emise un documento noto come “Bando Mediceo” in base al quale veniva stabilita una normativa per la produzione ed il commercio dei vini realizzati nei suoi possedimenti.
Per le quattro aree geografiche di appartenenza furono fissati precisi confini: il Chianti, il Pomino, il Carmignano e il Valdarno superiore ricevettero così per la prima volta al mondo una sorta di denominazione di origine controllata.
Oggi il Carmignano è una DOCG e si produce solo nei terreni collinari di Carmignano e Poggio a Caiano, in provincia di Prato.
È un vino rosso ottenuto con uve del vitigno Sangiovese (almeno 50%), da un 10-20% di uve provenienti dai vigneti Cabernet Franc e Cabernet Sauvignon, da soli o congiuntamente, (sembra importati dalla Francia da Caterina dei Medici quando nel sedicesimo secolo fu regina di Francia), Canaiolo nero fino al 20%, Trebbiano toscano, Canaiolo bianco e Malvasia del Chianti da soli o congiuntamente, fino ad un massimo del 10%.
Possono concorrere alla produzione di detto vino le uve di altri vitigni a bacca rossa idonei alla coltivazione nell’ambito della Regione Toscana fino ad un massimo del 10% del totale.
Il Carmignano DOCG è un vino di grande personalità ed eleganza, dotato di buon corpo con sfumature profonde derivanti dall’uvaggio dei vitigni bordolesi e si abbina alla perfezione con la ricca cucina toscana: bistecca alla fiorentina, cacciagione e selvaggina, formaggi stagionati.
Oltre al Carmignano DOCG in questa piccola area si produce anche il Barco Reale DOC, il Vin Ruspo DOC e il Vin Santo DOC.
Per gli amanti del vino questo è un territorio splendido tra verdi colline ricoperte di vigneti e uliveti, cipressi, e naturalmente importanti cantine.
Merita sicuramente una visita la cantina di Fabrizio Pratesi.
Un viaggio alla scoperta delle tipicità di questa terra. Si parte dalla visita della cantina e degli spazi dedicati alla produzione del vino fino alla meta finale: una degustazione dei loro ottimi vini.
Inoltre, in un ampio salone vetrato, con caminetto, che si affaccia sulle vigne e sulla campagna circostante sarà possibile fare anche un gustoso light lunch.
Ma oltre ai filari di uve pregiate che crescono sulle dolci colline, tra splendidi paesaggi e antiche vie, Carmignano offre altre due eccellenze per il palato che sono presidio slow food.
Si narra che in tutte le case di Carmignano era presente almeno una pianta di fico, accanto al portico o nell’orto.
E ancora oggi sopravvivono molte varietà: il Verdino, il fico di San Piero, il Brogiotto Nero, il Corbo o le rare Perticone, Pécciolo e Rossellino.
Il Presidio Slow Food è nato per aiutare i pochi produttori rimasti, incentivando il reimpianto dei fichi e favorendo il ritorno dei giovani a un’attività che da tempo immemorabile si tramanda di generazione in generazione.
Assolutamente da provare sono quelli prodotti da Siro Petracchi .
Ottimi e genuini, perché realizzati grazie all’impiego di pratiche agricole sostenibili unite a tecniche di trasformazione innovative, nello stile della coltura biologica.
Al palato prevale il sapore zuccherino, mitigato dalla nota di anice.
Si possono consumare come antipasto, accompagnando la saporita mortadella di Prato e il paté di fegato, oppure si gustano, più tradizionalmente, come dolce di chiusura.
Ed eccoci ad un altro Presidio Slow Food, la mortadella di Prato, un insaccato dalla storia antica e aristocratica.
Squisita quella prodotta dal salumificio Mannori un’azienda familiare fin dai primi anni del ‘900.
L’ideale è farsela tagliare in fette sottili e mangiarla subito, perché è appena tagliata che sprigiona il suo intenso e inconfondibile profumo.
Dai sapori all’ospitalità
Per concludere la giornata in bellezza l’itinerario, anche del gusto, non può non segnalare due locali d’eccezione per apprezzare la cucina locale.
La prima è il Ristorante la Delfina che ha una storia tutta da raccontare.
Nonna Delfina nacque quasi cento anni fa in una casa colonica a valle della Villa Medicea “La Ferdinanda”.
Avendo perso il babbo quando era appena grandicella, andò a servizio in una famiglia di nobili veneziani, i Dobrowolny, che vivevano nei dintorni e si occupavano della gestione della Tenuta, dove apprese come condurre una grande casa e come portare un po’ di raffinatezza nella sapida cucina contadina.
Negli anni quaranta cominciò a preparare i desinari per i cacciatori che venivano a cacciare nella Riserva e alla fine degli anni cinquanta, quando iniziano le visite turistiche alla Villa Medicea, la sua casa divenne una gradita sosta per i turisti.
Il successo fu così tangibile che decise di trasformare la propria abitazione in una trattoria che lei fece crescere e migliorare, tanto da diventare il famoso ristorante che è; oggi il locale viene portato avanti dalla famiglia.
L’altra è il ristorante Biagio Pignatta che prende il nome dal primo maggiordomo di Ferdinando I de’ Medici. Il locale, a poca distanza dalla Villa La Ferdinanda e adiacente all’hotel, propone un’ospitalità di classe all’insegna della tradizione toscana.
E se volessimo fermarci per un week-end, ecco alcune location dove poter soggiornare. Il B&B le Farnete dispone di sei camere da letto, poste al piano terra o al primo piano, una sala per le colazioni, una sala lettura e una sala Tv. All’esterno si trova una piscina circolare, con vista panoramica sulla vallata sottostante.
Nell’antico borgo di Capezzana, si erge la Fattoria di Capezzana un confortevole agriturismo completamente ristrutturato, con una bellissima vista sulla villa medicea e sui vigneti. Il consiglio è di prenotare un tavolo alla Vinsantaia, un locale con wine bar all’interno della storica vendita diretta di Capezzana. Il posto prende il nome dal rinomato Vinsanto di Capezzana, che riposa per cinque anni dentro i caratelli tenuti ad invecchiare nelle stanze al piano superiore del locale. La Vinsantaia si trova al centro dell’antico borgo di Capezzana, proprio davanti al frantoio. Da qui, immersi nel paesaggio toscano di vigne e oliveti, mentre di assaggiano i vini con i prodotti tipici, si ammira una vista unica sulle colline del Carmignano e la piana di Firenze, Prato e Pistoia.
Maggiori informazioni su visitTuscany.com e https://www.carmignanodivino.it