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Informazione e storia, le notizie dei media ignorano il mentre

Informazione e storia, le notizie dei media ignorano il mentre

07 Aprile 2024 1 Di Antonio Fabozzi

Nuova puntata del nostro viaggio alla scoperta dei media e dell’informazione nell’età digitale. Questa volta riflettori puntati sul contesto della notizia, sul “mentre”.

 Informazione e storia, le notizie dei media ignorano il mentre

Le notizie dei media ci parlano dell’attualità, di quanto accade nel mondo in real time. Siamo sicuri che i fatti di cui veniamo a conoscenza dai giornalisti abbiano una propria durata?

Sembra che gli eventi di cui apprendiamo le dinamiche siano isolati tra loro e appaiano nella forma dell’attimo, dell’eterno presente.

Come ho detto nell’articolo “Informazione online, le notizie sono Veloci ma sorde e cieche” (consultabile qui), le news appaiono nella forma della statica fotografia, di rapide istantanee sui fatti del mondo piuttosto che come momenti del fluire temporale con rapporti con il passato e l’avvenire.

I cronisti raccontano le notizie come “novità rumorose”, boati che ci scuotono improvvisamente ci sorprendono nell’immediato, poi il silenzio.

Gli accadimenti non sono “bolle di sapone” e sono connessi con il passato e con il futuro

Eppure gli accadimenti non sono “bolle di sapone”, lampi nel cielo, flash appunto, che non hanno durata e non sono connesse con il passato ed il futuro

I fatti di cronaca non sono “vapore acqueo”, inconsistenti ed impalpabili, perché non si sottraggono all’ordine temporale. Le azioni umane rappresentate dai media in realtà accadono nel tempo dove il presente, nella sua mobilità arretra nel passato e contemporaneamente prepara il futuro che deve ancora realizzarsi.

L’esistenza del “mentre”, di ciò che accade, che è in atto è il prodotto di quanto trascorso in precedenza, e procede come il frutto dal fiore.

Disse H. L. Bergson in “Materia e memoria”: “Ciò che chiamo il “mio presente” sconfina, contemporaneamente, sul mio passato e sul mio futuro”.

Il presente ha una durata perché conserva una parte del passato da cui proviene e del futuro ove trabocca.

Ad esempio, bere un caffè ad un bar è un’azione che lascia traccia di sé, divenendo passato, nell’osservare l’alone della tazzina sul tavolo, ed è gravida di conseguenze nel futuro per esempio per l’effetto stimolante della caffeina sul sistema nervoso.

I media, non rappresentando i fatti calati nel tempo, ci danno una visione fittizia della realtà, intellettualistica, piuttosto che reale ossia legata alle profonde relazioni del presente con il passato storico ed il futuro.

Diceva E. Hobsbawn ne “Il secolo breve”, a proposito delle nuove generazioni nell’ultimo scorcio del XX secolo: “La maggior parte dei giovani alla fine del secolo è cresciuta in una sorta di presente permanente nel quale manca ogni rapporto organico con il passato storico del tempo in cui essi vivono”.

Per poter comprendere a fondo quanto avviene intorno a noi dobbiamo cercare di scoprire i nessi profondi tra gli eventi presenti le loro cause remote e i loro sviluppi futuri. Per comprendere, dunque, il reale nella sua interezza ed organicità dobbiamo afferrarne le sue radici storiche.

L’evento di cronaca che avviene nel presente ha sicuramente i suoi tratti di originalità e novità rispetto a quanto accaduto, ma ha delle relazioni con quest’ultimo in modo indissolubile maturando in seno ad esso come il frutto sull’albero.

“Il nuovo mondo non è né separato con un taglio netto dal mondo dal quale è emerso, né semplicemente una continuazione di questo: è un nuovo mondo con radici nel vecchio”, disse lo storico britannico del Novecento G. Barraclough. Quest’ultimo, quando analizzò un fatto di cronaca a lui contemporaneo: la guerra di Corea (1950-53) in “Guida alla storia contemporanea”, giunse che non si poteva comprenderlo pienamente senza inquadrarlo sia all’interno del contesto contingente dell’attualità che di quello storico passato.

“Quando nel 1950 scoppiò la guerra di Corea, per esempio, i commentatori la considerarono un episodio del conflitto post-bellico tra mondo comunista e mondo “libero” e il fatto che si inquadrasse in una lotta ben più remota, vecchia di almeno un secolo, per una posizione di dominio nel Pacifico occidentale, passò del tutto sotto silenzio”.

Barraclough: Per interpretare i fatti di cronaca occorre andare ber oltre il presente

Per poter interpretare i fatti di cronaca bisogna andare ben oltre il presente. “Più profondi orientamenti storici, spesso eclissati nelle crisi o dalle passioni del giorno”, rivelano di solito “un significato più durevole col procedere degli eventi”, concluse Barraclough.

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