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Conference, Roma-Leicester 1-0: la Magica vola in finale

Conference, Roma-Leicester 1-0: la Magica vola in finale

06 Maggio 2022 0 Di Matteo Cefalo

Nella semifinale di ritorno dell’Olimpico la Roma batte 1-0 il Leicester. La finale di Conference a Tirana sarà con gli olandesi del Feyenoord

Roma-Leicester 1-0: Abraham porta i giallorossi in finale di Conference

Dopo l’1-1 dell’andata in terra inglese, la Roma accoglie il Leicester City all’Olimpico per la semifinale di ritorno di Conference League. Il fischio d’inizio del grande match che da settimane tiene sulle spine un’intera città è fissato per le 21:00. Il pubblico dell’Olimpico è quello delle grandi, grandissime occasioni, con circa 70 000 spettatori ad ammirare lo spettacolo del campo. Ma, proprio per questo, all’inizio lo spettacolo è anche e soprattutto sugli spalti. Le tribune dello stadio si colorano di giallo e di rosso. Le bandiere sventolano in tantissime a rendere l’atmosfera magica come raramente si è visto in questi ultimi anni di pandemia. La Curva Sud si rivolge agli ospiti inglesi con una coreografia eloquente: “in Britannia cuncti nomen Romanorum horrebant”. In Britannia tutti temevano il nome dei Romani.

L’aura di sacralità della partita investe subito i calciatori romanisti, ispiratissimi nelle prime battute. Prima Pellegrini impegna Schmeichel, che devia in corner. Poi il duello si ripete, col danese che manda in angolo un piazzato dell’ex Sassuolo. E proprio da quell’angolo scaturisce il vantaggio giallorosso all’11’. Ancora Pellegrini pennella per la testa di Abraham. È l’inglese che fa male agli inglesi. L’ex Chelsea svetta su un’impotente Pereira e buca Schmeichel di testa per l’1-0. L’Olimpico esplode.

La Roma prova a sfruttare l’inerzia del momento. Il pendolino Zalewski apparecchia ancora per Pellegrini. Ma Schmeichel si oppone per la terza volta al capitano. Ancora la squadra di Mourinho, con Zaniolo che dalla destra tenta una conclusione respinta in corner. Il Leicester cerca di pungere col possesso palla prolungato. Ma è sostanzialmente sterile. Nel secondo tempo l’andamento non cambia. Anzi, è ancora più marcato. Gli inglesi mantengono il controllo della sfera, ma non riescono a trovare spazi. I padroni di casa, sostenuti dall’incessante tifo dell’Olimpico, cercano di ripartire. Ma in modo meno efficiente rispetto alla prima frazione.

Da segnalare il bellissimo momento vissuto intorno all’ora di gioco sugli spalti. Claudio Ranieri, romano e romanista, ex allenatore di entrambe le squadre, artefice dell’impresa sportiva del secolo al Leicester con il trionfo in Premier League, viene osannato dalla bolgia dell’Olimpico, sia di fede giallorossa che di frangia inglese. Il risultato è commovente e rende omaggio a uno dei più grandi esempi di eleganza e professionalità nel mondo del calcio. Ma sul campo il match prosegue, con un’intensità sempre maggiore. Abraham e Zalewski provano a caricarsi la Roma sulle spalle con i loro strappi. E proprio il gioiellino italo-polacco ha l’opportunità per chiudere l’incontro all’80’, ma viene respinto dalla difesa da ottima posizione sulla sinistra. Nel recupero gli ospiti spaventano Mou con Maddison, che sfiora il gol del pareggio che sarebbe valso i supplementari. Poi Oliveira sorprende Schmeichel, andando vicinissimo al raddoppio.

Ma non c’è più tempo. Roma-Leicester finisce 1-0. L’Olimpico fa festa, sulle note di Venditti. Mourinho piange come mai prima d’ora era stato visto, alla sua quinta finale europea raggiunta. Abraham è il mattatore indiscusso della serata. I tifosi inglesi applaudono comunque i loro calciatori. Ma la Roma è in finale di Conference League. Si giocherà il 25 maggio a Tirana in Albania.

I giallorossi affronteranno gli olandesi del Feyenoord, che nel frattempo fanno fuori il Marsiglia. Sarà una rivincita anche e soprattutto per la città di Roma, danneggiata irrimediabilmente dagli ultras di Rotterdam nel 2015. Allora fu soprattutto la “Barcaccia” del Bernini a Piazza di Spagna a farne le spese, vandalizzata dagli olandesi prima di un incontro di Europa League. E così Roma e i romanisti avranno una motivazione in più tra venti giorni per mettere in bacheca la Conference League. Che sarebbe anche il primo vero trofeo internazionale conquistato dalla Roma, se non si considerano i preistorici successi nella Coppa delle Fiere e nella Coppa Anglo-Italiana. Ma per il momento la Roma (e tutto il calcio italiano) può continuare a far festa per aver raggiunto, dopo più di 30 anni, un’altra meritatissima, soffertissima e attesissima finale europea.

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