
Due giorni per scoprire città, paesaggi e sapori dell’Emilia-Romagna
31 Dicembre 2021Ferrara, Comacchio e l’Abbazia di Pomposa sono luoghi annoverati tra i patrimoni dell’Unesco. Ecco un itinerario, possibile in tutti i periodi dell’anno, per trascorrere un week-end tra produttori, enogastronomia e bellezze culturali. A fare da trait d’union tra queste meraviglie ci sarà il vino, il Fortana e la Doc Bosco Eliceo, le cui vigne affondano le radici nella sabbia.
Ferrara e le memorie degli Estensi
Ferrara capitale della Signoria degli Estensi è ancora oggi testimonianza dei fasti del XIV e XV secolo.
Nel 1995 l’intero centro storico è stato dichiarato Patrimonio Mondiale dall’Unesco come “Città del Rinascimento”.
La città, cinta per oltre 8km da mura, affascinerà con la sua atmosfera medievale a sud del castello e rinascimentale a nord. Si inizia a visitare la città proprio dal centro storico che racchiude due perle medievali: la Cattedrale e il Castello.

Ferrara, Castello Estense | Credits Archivio Fotografico della Provincia di Ferrara
Assolutamente da non perdere, quindi, la visita al Castello Estense (simbolo della città) che sorge imponente nel centro storico ferrarese, la Cattedrale romanico-gotico di San Giorgio Martire e il Palazzo dei Diamanti.
Da Porta degli Angeli parte corso Ercole I, che collega le mura al Castello Estense, l’unico in Europa a essere ancora circondato dalle acque di un fossato.
La Cattedrale, del XII secolo, si trova in Piazza Trento e Trieste la piazza principale della città, meglio conosciuta come Piazza delle Erbe, che rappresenta il centro nevralgico, nonché cuore della Ferrara storica. Su questa grande piazza si concentra tutto il potere: quello religioso simboleggiato dal Duomo, quello politico capeggiato dal Palazzo della Ragione e quello commerciale rappresentato dalla Loggia dei Merciai (dove un tempo si compravano/vendevano tessuti).
Passando sotto l’arco posto di fronte alla Cattedrale si entra in una bella piazzetta dominata dal Palazzo Municipale. L’ingresso è ornato dall’imponente Scalone d’Onore e tutt’intorno troviamo bar, caffetterie e negozietti.

Ferrara, particolare del Palazzo dei Diamanti | Ph. P. Russo/IN24
Il Palazzo dei Diamanti, che deve il nome alle oltre 8mila bugne tagliate a punta di diamante (uno dei simboli della casata estense) che lo rivestono, è oggi sede espositiva e ospita al primo piano la Pinacoteca Nazionale di Ferrara, mentre al piano terra vengono allestite mostre temporanee. Per conoscere la mostra in corso visitare il sito.
Per pranzo proprio in centro si può prenotare un tavolo da Olivia in Rosa, un piccolo ristorante arredato con gusto. Il personale è competente e gentile e le pietanze raffinate, cucinate in maniera ricercata.
Per una degustazione dei vini tipici del territorio ferrarese c’è l’azienda vinicola Mattarelli.
Questa azienda segue con cura la vinificazione e l’imbottigliamento dei vini DOC Bosco Eliceo, i “vini delle sabbie”, ottenuti dai territori collocati lungo la fascia costiera che va dalle foci del Po fino ad oltre le saline di Cervia.
Si tratta di uno di quei rari casi in cui le viti sono riuscite a resistere all’attacco della fillossera nel 1880 rimanendo a piede franco. Quindi da un terreno inospitale, per la maggior parte dei vegetali, queste viti riescono a trarne il necessario per produrre l’Uva Fortana, da cui si ottiene il più antico ed importante esponente dei vini del Bosco Elice; un ottimo abbinamento ai piatti della tradizione locale come la salama da sugo ferrarese (fortemente speziata e stagionata da 12 a 24 mesi), la faraona e le anguille.
Comacchio, un raro intreccio di natura e storia
Poco distante da Ferrara si trova Comacchio incastonata tra il mare Adriatico e le valli da pesca. È considerata una “piccola Venezia” per via del suo centro storico fatto di di ponti e canali che collegano le isole su cui è stata costruita.
I ponti caratterizzano ogni angolo della città; il più famoso è sicuramente il Pallotta, conosciuto anche come Trepponti. Risalente al 1638, era la porta della città in quanto il canale sottostante conduceva al mare Adriatico. In pieno centro si possono ammirare la Torre Civica (detta dell’orologio), la Loggia del Grano, di epoca seicentesca, con il suo bel porticato e le colonne in pietra e numerosi edifici e chiese di grande interesse storico e culturale.

Veduta al tramonto di Comacchio
Il Duomo di San Cassiano domina piazza XX Settembre. Un tocco di fascino è dato dalla Torre Campanaria, con la sua base in pietra bianca d’Istria. Da non perdere il Museo del Delta antico, ricco di reperti che narrano più di duemila anni di storia di quest’area geografica, dai primi insediamenti Etruschi ai giorni nostri.
La specialità locale di questa deliziosa cittadina lagunare, per chi volesse osare, è l’anguilla. Comacchio è sicuramente un luogo che colpisce per la sua unicità: un raro intreccio di natura e storia sapientemente conservato nel tempo.
Appena fuori dal centro abitato c’è la laguna, con il suo meraviglioso habitat fatto di acque salmastre, canali naturali, paludi. Un territorio unico e affascinante ricchissimo di fauna, un vero paradiso del birdwatching.
Una gita per conciliarsi con la natura e il paesaggio è un’escursione in battello nel Delta del Po navigando attraverso i rami meridionali del Delta sino all’Isola dell’Amore, costeggiando la Riserva Statale della Sacca di Goro, l’Isola dei Gabbiani e del Bacucco, ecosistemi dove trovano rifugio numerose specie di uccelli acquatici e una colonia di fenicotteri. La navigazione regala molte emozioni tra canali, antichi casolari dei pescatori e casoni di guardia, architetture di una civiltà fondata sull’acqua.
Il territorio delle Valli di Comacchio rientra nella “Biosfera Delta del Po”, paesaggio unico al mondo e patrimonio riconosciuto dall’Unesco. Qui l’instancabile lavoro dell’uomo custodisce da secoli una tradizione di gestione ambientale, di pesca e di trasformazione ittica unica e viva ancora oggi. In bicicletta sono raggiungibili le saline.
Abbazia di Pomposa, una visita culturale e naturalistica
L’ultimo giorno del nostro itinerario è dedicato all’Abbazia di Pomposa, capolavoro dell’arte romanica risalente al VI-VII secolo, situata nel comune di Codigoro.

Codigoro, Abbazia di Pomposa | Credits https://www.ferraraterraeacqua.it
Procedendo lungo la statale Romea che collega Ravenna a Venezia, ai confini con il Parco del Delta del Po, balza agli occhi l’alto campanile che annuncia in lontananza il grande complesso monumentale che si erge, con tutta la sua potenza, dalla verde pianura circostante.
La Basilica di Santa Maria Assunta, preceduta da un elegante atrio, emerge alla vista grazie al colore acceso dei mattoni della sua facciata, gli inserti di reimpiego in marmo e diversi bacini multi-colori, provenienti da diversi paesi del Mediterraneo come Egitto, Tunisia e Sicilia. Ma quello che più attrae dell’Abbazia è il suo interno e in particolare un ciclo di affreschi di ispirazione giottesca nella Basilica, nel Refettorio e nella Sala del Capitolo e il bellissimo pavimento a mosaico.

Codigoro, Abbazia di Pomposa | Credits Caspar Diederik
L’intero complesso è formato dall’Atrio, dal Campanile romanico, dal Chiostro, dal Palazzo della Ragione, dal Refettorio, dall’Aula Capitolare e dal Museo Pomposiano che sintetizza la storia dell’Abbazia mediante un’interessantissima raccolta di reperti e di oggetti d’arte dal VI al XIX secolo. Il monastero Pomposiano accolse illustri personaggi del tempo, tra i quali Guido d’Arezzo, il monaco inventore della scrittura musicale basata sul sistema delle sette note.
Attorno ad essa si distendono terreni immensi ricchi di vegetazione che ospitano specie animali tipiche della zona.
Per maggiori informazioni visitare il sito