
Eni: è l’ora della sostenibilità sociale
17 Aprile 2025Il significato di “Volontariato d’impresa” l’ultima iniziativa dell’azienda petrolifera nei territori.Per ora ci sono dieci partner, ma possono aumentare.L’Eni promuove il programma “Volontariato d’impresa”, rivolto alle persone dell’azienda e delle società controllate che hanno sede in Italia. Che cos’è e perché il gruppo petrolifero ha deciso di impegnarsi nel volontariato ? É un’iniziativa che vuole rafforzare la presenza delle aziende del gruppo nei territori, risponde l’azienda. Un progetto che nasce dentro i principi del Codice Etico. Lì sta scritto che le persone sono al centro delle attività aziendali e possono assumere anche una proiezione esterna. Per non ritenere il progetto ridondante e retorico secondo noi, bisogna credere che tutti i lavoratori delle aziende Eni in Italia abbiano davvero desiderio e interesse a fare volontariato nei luoghi dove sono occupati. In qualche posto ci sono lavoratori in agitazione, in sciopero, per mantenere produzioni e posti di lavoro. La proiezione esterna deve, quindi, superare qualche seria complicazione. Partecipare al volontariato con le incentivazioni aziendali può diventare una sorta di scacciapensieri.
Il paradigma proposto dal Ceo di Eni, Claudio Descalzi pare superare queste particolarità, dal momento che viene concesso un permesso retribuito ad hoc, per un massimo di due giornate all’anno a chi si impegna in attività sociali e assistenziali. I tempi cambiano, ma anche Enrico Mattei si prendeva cura, a suo modo, dei territori dove metteva radici. Le attività ora previste, su tutto il territorio nazionale, vanno dal supporto alla raccolta fondi, alla distribuzione di alimenti, alle iniziative educative, agli interventi di manutenzione e attività per pazienti oncologici pediatrici. Nulla da dire, per carità.
Il Terzo Settore
Vogliamo ” valorizzare la partecipazione attiva e volontaria dei dipendenti alla vita della comunità durante l’orario di lavoro” spiega Eni. Ciascun dipendente potrà scegliere l’Associazione con cui collaborare, selezionandola da un elenco di organizzazioni con cui la società ha sottoscritto accordi. Se vuole potrà scegliere anche un Ente del Terzo Settore (“ETS”) purché l’Ente sia iscritto al RUNTS (Registro Unico Nazionale del Terzo Settore) istituito presso il Ministero del Lavoro. Le persone hanno la possibilità di contribuire, con il proprio tempo e le proprie competenze, al benessere delle comunità in cui vivono è il messaggio. Il gruppo parla di modello di business integrato “che promuove lo sviluppo sostenibile e la creazione di partnership di lungo termine per generare valore condiviso duraturo ”. Alla base, però, non ci devono essere frustrazioni o angosce legate al posto di lavoro. Dappertutto in Italia nei siti Eni è cosi, per intravvedere il successo di “Volontariato d’impresa” ? Eni avrà fatto le proprie verifiche per non fallire e non esporsi a critiche circostanziate. Magari a Brindisi, a Marghera, in Basilicata dove le maestranze sono in agitazione. Intanto, ecco i primi dieci partner dell’iniziativa : AICCA Onlus, Associazione Italiana Sclerosi Multipla (AISM), CEFA Onlus, Comitato Maria Letizia Verga, COOPI, Fondazione Albero della Vita, Fondazione ANT Italia Onlus, Fondazione Banco Alimentare Onlus, Fondazione Francesca Rava, Terre des Hommes. Aspettano i volontari per fare del bene ai territori.