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Guerra in Ucraina, chiediamoci anche dove ci portano le sanzioni

Guerra in Ucraina, chiediamoci anche dove ci portano le sanzioni

24 Febbraio 2022 0 Di Marco Carnelos

Il giorno dell’inizio della guerra in Ucraina ci si chiede se l’epilogo poteva essere evitato, che farà la Cina e dove ci portano le sanzioni.

Quello che sta accadendo in queste ore in Ucraina – è ancora presto per stabilire si si tratti di un’invasione completa del Paese e di una successiva occupazione o di un’operazione di portata più limitata – è il drammatico epilogo di un problema irrisolto che si trascina da un quarto di secolo; da quando, nel 1997, venne varato il primo allargamento a Est della NATO.

Ferma restando l’esecrazione per la decisione russa, appare importante chiedersi se questo epilogo poteva essere evitato e quali scenari si aprono in questo momento.

Guerra in Ucraina, poteva essere evitata?

L’epilogo poteva essere evitato se le rimostranze russe e le preoccupazioni in materia di sicurezza, in parte legittime, fossero state seriamente prese in considerazione dagli Stati Uniti e dagli altri Paesi della NATO.

Questo non è avvenuto, e questa omissione oggi, purtroppo, si sta rivelando fatale.

Questo legittima l’iniziativa di Putin? Certamente no!

Ma la crisi ucraina non nasce alla fine dell’anno scorso per un capriccio con la mobilitazione delle truppe russe alla frontiera, come molti sono oggi sviati a credere.

Quanto agli scenari che si aprono, occorrerà attendere la vera portata dell’operazione militare russa, osservare attentamente cosa farà la Cina, e monitorare attentamente le implicazioni energetiche, e quindi economiche, della crisi.

Quello che faranno gli USA, la NATO e l’Europa è piuttosto irrilevante, soprattutto dal punto di vista russo.

Putin e il gruppo di potere che lo circonda non hanno più alcun interesse a giocare una partita di pubbliche relazioni internazionali con i Paesi e le opinioni pubbliche occidentali sono del tutto indifferenti alle reazioni di questi ultimi.

Putin vuole essere ricordato come quello che – dal suo punto di vista – ha restituito dignità alla Russia e ne ha rafforzato la sicurezza.

Se l’operazione militare russa in Ucraina assumesse le sembianze di un’invasione totale e di un’occupazione totale del Paese si tratterebbe di un’escalation gravissima e potrebbe trasformarsi in un clamoroso errore di calcolo soprattutto se la resistenza ucraina, non quella militare tradizionale ma quella sotto forma di guerriglia, dovesse inchiodare le truppe russe in una lunga guerra di attrito, una riedizione dell’Afghanistan per l’Unione Sovietica negli anni 80’ del secolo scorso o, per venire ad esperienze più recenti, alla palude in cui si sono ritrovati gli Stati Uniti in Iraq a partire dal 2003.

Questo lo vedremo nelle prossime settimane.

Quale atteggiamento assumerà la Cina, verso la Russia e verso… Taiwan?

Cina Xi Jinping Russia Putin Beijing Feb 4 2022 Xinhua Li Tao

L’incontro a Pechino del presidente della Cina Xi Jinping con il presidente russo Vladimir Putin il 4 febbraio 2022 (ph. Xinhua / Li Tao).

Quanto alla Cina, occorrerà vedere quale atteggiamento assumerà verso la decisione russa.

I primi commenti provenienti da Pechino evidenziano significativamente come quella russa non venga giudicata un’invasione.

Sarà poi cruciale verificare, qualora si giungesse al voto di una risoluzione di condanna del Consiglio di Sicurezza, se allo scontato veto russo si aggiungerà anche quello cinese.

Occorrerà quindi valutare se la Cina varerà una serie di iniziative bilaterali con la Russia (economiche e finanziarie) per attenuare l’impatto delle sanzioni occidentali verso Mosca; ma, soprattutto, se Pechino dovesse varare una sua escalation verso Taiwan.

In tal caso avremmo un indizio serio che Russia e Cina avrebbero deciso di sfidare congiuntamente e coordinatamente l’ordine internazionale a guida statunitense con tutte le potenziali devastanti implicazioni globali che ne deriverebbero.

In sintesi, questa sarebbe la conferma che dopo l’importantissimo comunicato congiunto che Putin e Xi hanno siglato insieme a Pechino il 4 febbraio scorso, i due leaders hanno deciso di passare dalle parole ai fatti.

E quale impatto avranno le sanzioni occidentali sull’Europa?

Infine, resta da capire l’impatto delle sanzioni occidentali sull’Europa, non tanto sulla Russia, quest’ultima le ha già messe in conto.

L’espulsione della Russia dal circuito finanziario Swift di cui si parla in queste ore danneggerebbe in primis i Paesi europei che lo utilizzano per l’acquisto del gas russo.

Preso atto che alla borsa del gas di Amsterdam quest’ultimo oggi è aumentato del 35 per cento, quali saranno gli effetti sul mercato dell’energia e quale impatto conseguenziale vi sarà sulle tensioni inflazionistiche già presenti e sul rilancio della crescita mondiale?

L’Unione Sovietica prima, anche nei momenti più tesi della Guerra Fredda, e la Russia poi, non hanno mai interrotto l’erogazione energetica all’Europa, semmai lo ha fatto l’Ucraina nei primi anni 2000 giustificando in parte il raddoppio del gasdotto Nord Stream.

Lo farà adesso? E in tal caso provvederanno gli Stati Uniti a sopperire alla fornitura di gas russo con il loro gas liquefatto? Saranno in grado di colmare la carenza di offerta? E soprattutto, a che prezzo? Di favore o di mercato?

È anche su questi aspetti che si misureranno concreatamene, non solo l’evoluzione della crisi, ma, in particolare, la solidità del tanto sbandierato Rapporto Transatlantico.

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