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I Brics boys si incontrano, perché l’Italia non guarda l’altra parte del mondo?

I Brics boys si incontrano, perché l’Italia non guarda l’altra parte del mondo?

08 Giugno 2022 0 Di Corrado Corradi

I Brics, Brasile, Russia, India, Cina, Sud Africa, discutono di cooperazione internazionale, ma l’Italia li ignora perchè manca di visione strategica.

I Brics boys discutono di geostrategia e cooperazione

Il 19 maggio i ministri degli Esteri di Brasile, Russia, India, Cina, Sud-Africa (paesi rappresentati nel mondo economico e commerciale con l’acronimo BRICS), si sono incontrati in una call-conference, durante la quale hanno passato al pettine sottile l’attuale congiuntura geo-strategica e studiato la possibilità di implementare il livello di cooperazione in seno all’organizzazione.

In merito alla guerra russo-ucraina, evento che va per la maggiore in questo periodo, i Brics hanno emesso uno scarno comunicato dai tratti bizantini in cui viene detto che gli stati membri hanno già espresso in sede di Consiglio di Sicurezza e Assemblea ONU le proprie posizioni confidando nelle potenzialità delle trattative.

Pur trattandosi di evento importante che avrebbe fatto drizzare le orecchie ai più avveduti politici, economisti e imprenditori, in realtà é passato sotto traccia: in pochi se ne sono accorti.

Perché si tratta di un evento importante?

Semplice: i «Brics-boys» rappresentano l’altra parte del mondo, ossia più del 40% della popolazione mondiale nonché il 20% del Pil del pianeta.

Perché tale evento è passato sotto traccia?

Semplice: politici, economisti e imprenditori occidentali sono concentrati solo sulla vicenda russo-ucraina e in particolar modo su quanto sia cattivo e malato Putin, proprio come vogliono l’America a trazione Dem e l’Ue che ne è il cagnolino scodinzolante.

E’ importante evidenziare che in vista di un possibile allargamento del Brics, quella riunione, mi si passi il bisticcio, si è riunita anche in una «sessione separata», che, in rappresentanza dei Paesi emergenti e di quelli in via di sviluppo, ha incluso Argentina, Kazakistan, Indonesia, Tailandia, Eau, Arabia-Saudita, Egitto, Nigeria, Senegal.

Allargamento le cui possibilità verranno discusse in Cina entro il mese di giugno in un summit intitolato “Nuova era di sviluppo globale”…

Perché l’Italia non guarda l’altra parte del mondo?

Ossia, mentre noi pendiamo dalle labbra di una sapiente strategia disinformativa per la quale la Russia sarà presto alla bancarotta (già doveva esserlo il 17 marzo scorso) e Putin ha il Parkinson, forse soffre di tiroide, o forse ha il cancro e (secondo gli auspici del servizio ucraino) non ha più di tre mesi di vita… l’altra parte del mondo, quella che per noi occidentali non esiste, fra un po’ farà sentire tutto il suo peso.

Ed è allora che ci accorgeremo “de visu” del perché la Russia se ne fa un baffo delle sanzioni che le sono state imposte da quella parte di mondo, la nostra, che in maniera troppo presuntuosa pensa di essere il padrone della vaporiera.

E l’Italia? Un mio amico, in maniera sconsolata ma molto realistica, ha osservato che l’Italia non é più in grado di esprimere uomini del calibro di un Enrico Mattei…

Ecco la questione per noi italiani: da che parte si sarebbe schierato quell’imprenditore geniale, coraggioso e totalmente indipendente dalle logiche imposte dai «cartelli» della finanza, dell’energia, della politica?

Sicuramente non dalla parte che sta al guinzaglio di un’America incentrata su sé stessa ma, sic et semplciter, dalla parte dell’Italia…

Come a suo tempo aveva colto la centralità del nostro paese in seno a un Mediterraneo destinato ad allargarsi, adesso non si sarebbe lasciato scappare questa ghiotta occasione offerta dall’attivismo BRICS di affrancarci dalle politiche economico/finanziarie, geostrategiche ed energetiche dell’America a trazione DEM i cui interessi mai coincidono con i nostri…

Un gioco alquanto pericoloso, Mattei stesso lo potrebbe confermare, ma che un patriota come lui non avrebbe remore a giocare.

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