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Il Ponte sullo Stretto e il piatto che piange

Il Ponte sullo Stretto e il piatto che piange

21 Marzo 2025 Off Di Nunzio Ingiusto

Breve storia di un ricorso, di una sentenza e di molti soldi di risarcimento difficili a pagarsi.

Ci sarà il giudizio di appello, ma la sentenza di primo grado ha fatto scattare la catena della solidarietà verso 104 cittadini che non vogliono il Ponte sullo Stretto. Battaglia ambientale per ora persa, al ragguardevole prezzo di 340 mila euro da versare alla Società Stretto di Messina incaricata dei lavori. Dramma o commedia ? È successo che  il Tribunale di Messina ha respinto il ricorso di 104 cittadini contro i lavori del Ponte in quanto il progetto definitivo, secondo i ricorrenti, non esiste. A giugno 2024 le persone che vivono a ridosso dell’area del futuro cantiere della maxiopera, hanno presentato ricorso con il progetto di massima, nella speranza di bloccare appalti per 14,5 miliardi di euro. I giudici hanno ritenuto, invece, che il progetto approvato dal Comitato Interministeriale per la Programmazione va bene, è idoneo a collegare Calabria e Sicilia e che la Società dello Stretto sia stata danneggiata dalla protesta dei cittadini. Quindi avanti con i  lavori.

Da qualche giorno è partita la gara di solidarietà per raccogliere la cifra. I ricorrenti e il Comitato No Ponte da anni si oppongono al progetto che il governo Meloni intende portare avanti e su cui si gioca molta credibilità. Il tempo per le discussioni e le polemiche è passato e indietro non si torna. Il fronte contrario, con l’appoggio di molti esponenti politici, reputa il Ponte inutile e dannoso per l’ambiente. Non vuole il cantiere, gli espropri, le discariche necessarie per sbancare e quant’altro serve alla storica opera. ”Impatto devastante e benefici incerti ” gridano tutti a gran voce, immaginando che con la sentenza di appello possa arrivare anche il peggio. Il continente resti separato dalla Sicilia. Quella condanna è , obiettivamente un macigno, sebbene le proteste non si fermeranno.

Come sappiamo i No alle infrastrutture pubbliche – strade, ferrovie, termovalorizzatori – infiammano schiere di cittadini e spesso mettono lo Stato in condizione di procedere come un bulldozer: termine più che mai appropriato. In campo in Sicilia e a Roma, resta, pero’, una domanda: davvero la Società dello Stretto si aspetta di incassare la montagna di soldi stabiliti nella sentenza ? È plausibile che un centinaio di persone rinforzino le casse di una Società pubblica come in un gioco a poker ? Il piatto sul tavolo davanti ai giocatori, piange. Certo, la raccolta dei 340 mila euro di solidarietà verso i siciliani- antagonisti è partita, ma un vecchio adagio ci ricorda che chi si lamenta di più alla fine è colui che paga di meno.

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