
La carne in vitro e l’autogol green dell’Europa
26 Ottobre 2021Davvero si vogliono finanziare le aziende che mettono in commercio carne non proveniente da allevamenti? Una contraddizione con tutta la visione green dell’Ue.
La carne in vitro e l’autogol dell’Europa
Giravolte europee per la carne in vitro. Da un lato la battaglia per il clima, l’ambiente, le diete. Dall’altra soldi – tanti – alle aziende che producono carne in provetta.
Cittadini e consumatori rischiano di perdere la bussola davanti al progetto di 2 milioni di euro per sostenere la carne in arrivo da laboratori. https://codacons.it/alimentare-carne-in-provetta-codacons-ricorre-contro-ue/
In sostanza nessun euro deve andare a due “aziende olandesi, Nutreco e Mosa Meat, impegnate nella produzione di carne in laboratorio da cellule in vitro”.
E di mezzo c’è anche l’attore Leonardo Di Caprio, noto ambientalista.
Secondo le notizie in arrivo da Bruxelles, infatti, la Commissione starebbe per sostenere queste produzioni non legate ad allevamenti e pascoli.
Già presentato il ricorso, ma sono tanti gli interessi in ballo
Nella battaglia legale appena annunciata sono in gioco molti interessi. Economici, per le ricadute sul sistema agricolo-alimentare italiano (e non solo) e sociale, per un evidente colpo basso a tutti i programmi sull’agroalimentare.
La “finta carne” – dice Codacons – è un business che rischia di penalizzare le produzioni italiane e di alterare pesantemente il mercato, ingannando i consumatori.
Sono proprio questi ultimi che potrebbero ritrovarsi ad acquistare prodotti venduti come carne ma in realtà ottenuti dalla moltiplicazione cellulare in laboratorio.
La diffusione del prodotto in vitro produrrebbe effetti a cascata sul Made in Italy e sulle eccellenze del nostro territorio, con conseguenze economiche enormi per il Paese. Chi parlerebbe ancora di dieta mediterranea e agroalimentare ?
Ambiente e qualità, ecco i paradossi
D’altra parte sono anche poco chiari gli effetti sulla salute e più in generale sui sistemi sanitari rispetto ad autorizzazioni e standard di qualità.
Il Codacons ha, allora, “deciso di impugnare i finanziamenti concessi dall’Unione Europea alle aziende olandesi e bloccare qualsiasi contributo pubblico in favore della finta carne”.
Il paradosso più grande di questa ennesima battaglia politica intorno alle decisioni Ue riguarda la catena produttiva.
I temi ambientali sono collaterali ma non secondari. Proiettiamoli anche in questi giorni in cui Capi di Stato e di governo si ritrovano a parlare di clima, alimentazione, sostenibilità.
Nel tentativo di ridurre i gas serra emessi dagli allevamenti è stato, invece, accertato che ottenere carne in vitro richiede più energia di quanto non avvenga nei normali allevamenti.
A meno che non si usi solo energia da fonti rinnovabili, cosa che richiede investimenti aggiuntivi non esattamente cospicui. In conclusione – e senza essere sovranisti- assistiamo ad un circle che i consumatori proprio non capiscono.