
Lunigiana, tra l’azzurro del Mar Ligure e il verde delle Alpi Apuane
22 Ottobre 2021Uno scenografico tour in Lunigiana, ultimo lembo della Liguria di Levante al confine della Toscana è la meta ideale per una gita fuori porta. Questo angolo situato tra la Versilia e le Cinque Terre racconta sapientemente la storia e la bellezza di questa zona fatta di vigneti, borghi e buona cucina.
Il parco archeologico di Luni
Si parte da Luni un’antica città romana che si trova attualmente al confine tra Liguria e Toscana, nel comune di Ortonovo. Deve il suo nome al culto della dea Selena-Luna e oggi si trova nel territorio del comune di Luni, nel golfo della Spezia. Oggi restano soltanto le rovine di quella che fu una potente città marittima.
Fondata dai Romani nel 177 a.C., per stabilirvi un posto avanzato contro i Liguri Apuani nella loro guerra di conquista della penisola italica, Luni divenne famosa per il suo porto, da cui partivano navi cariche di marmo delle Alpi Apuane, legname delle foreste appenniniche, formaggi e vini locali.

Il parco archeologico di Luni | Ph. P.Russo/IN24
Il Museo archeologico nazionale e zona archeologica dell’antica città di Luni è la principale istituzione archeologica del Levante ligure per dimensioni e importanza scientifica delle sue raccolte.
La struttura, comprende in maniera esclusiva reperti rinvenuti all’interno dell’antica città romana di Luna a seguito delle ricerche effettuate nel corso dei secoli. Il percorso di visita si snoda presso l’abitato antico all’interno dell’area archeologica che comprende gran parte dello spazio racchiuso dalle mura e l’anfiteatro.
Di notevole interesse sono i frammenti di sculture di bronzo e di marmo, gli altari funebri, gli altari votivi, resti di decorazioni ed oggetti in terracotta.
I vini della DOC dei Colli di Luni, perfetta espressione di questo territorio
Dopo la visita al Parco archeologico di Luni per assaggiare i noti vini locali e compiere un viaggio intenso nella tradizione enogastronomica del territorio si può raggiungere la Cantina di Lunae .

La corte esterna della Cantina Lunae |Ph. P.Russo/IN24
Questa terra pura e quasi selvaggia vanta una posizione alquanto peculiare ed i vini traggono beneficio dai venti marini e da un clima ideale per una viticoltura di personalità.
Un territorio collinare da secoli coltivato a vitigni. Qui produrre vino è una tradizione millenaria: i primi coltivatori furono gli Etruschi o forse i Liguri e poi i Romani.
Le vigne che troneggiano nei Colli di Luni, tra l’altro, danno vita, al noto ed apprezzato Vermentino Colli di Luni, ottimo abbinato in degustazione con prodotti locali come salumi, formaggi e focacce, olio e torte salate.
Alla Cantina Lunae si viene accolti in un casolare del ‘700, circondato di altri edifici un tempo adibiti a stalle, fienili, ricoveri per gli attrezzi, alloggi per i contadini e la casa padronale. Al centro una corte molto ampia ricca di fiori e di tanti oggetti che sanno di storia.
L’interno è incantevole, curato nei minimi dettagli ed è possibile degustare la vasta gamma dei loro vini di inconfondibile carattere, bianchi, rosati e rossi. A sancire la vicinanza con Luni alcune bottiglie riportano in etichetta l’immagine dell’anfiteatro romano.
A disposizione un grande negozio per chi voglia acquistare vino sia in bottiglia che sfuso, olio, liquori e marmellate.
Il castello di Malaspina e le sue misteriose leggende

Il Castello di Fosdinovo.
Atmosfere medievali si ritrovano nel borgo di Fosdinovo e al Castello di Malaspina. Con la sua imponente mole trecentesca domina dall’alto la costa Tirrenica sottostante e la Val di Magra che si apre alle sue spalle.
È il castello dell’immaginario fatto di merli, torri altissime, il ponte levatoio, le sue enormi stanze e perfino un fantasma.
Il percorso guidato, che farà immergere nella vita di un tempo perché il castello è ben tenuto, si snoda attraverso la sala d’ingresso, la sala del Trono, la sala da pranzo, con la cucina settecentesca, e il grande salone. Come tutti i castelli anche questo ha una storia di intrighi e di numerose leggende custoditi tra le sue mura. Per esempio si racconta che in una delle stanze del castello abbia soggiornato il Sommo Poeta durante il suo esilio. Poi è la volta della storia della stanza con il “pozzo della dimenticanza”. Si racconta che la marchesa Cristina Adelaide Pallavicino, sposa di Ippolito Malaspina, attirasse i propri amanti in camera e una volta soddisfatti i suoi istinti li facesse precipitare in una botola irta di lame che sfociava in un canale vicino. È probabile che il trabocchetto esistesse, ma venisse utilizzato per eliminare i nemici politici della potente casata.
Infine, una delle stanze più suggestive, è la camera da letto di Bianca Maria Aloisia Malaspina. La leggenda narra che la marchesina ebbe una relazione con un giovane stalliere. A nulla valsero le esortazioni e le minacce dei familiari per farla desistere. Dopo il rifiuto della ragazza di sposare il nobile scelto dalla famiglia, il giovane stalliere venne ucciso. Bianca Maria fu murata in una stanza del castello assieme a due animali: un cane (simbolo del suo amore fedele) e un cinghiale (simbolo di ribellione verso la volontà della famiglia). Da allora sembra che vaghi per il castello per far conoscere a tutti la sua triste storia. E se si appoggia l’orecchio al cuscino del letto sembra di sentire un leggero battito di cuore.
Sapori e particolarità della cucina della Lunigiana
Anche la cucina contribuisce a rendere ancora più unico questo territorio. Testaroli, panigacci, focaccette, torte d’erbi, sono solo alcune delle specialità che si possono gustare in agriturismi e trattorie. Una cucina gustosa, ma al contempo “semplice” perché espressione di una cultura contadina fatta prevalentemente con prodotti provenienti dal territorio. Assolutamente da provare sono i testaroli al pesto; ma per chi volesse riproporre il piatto anche a casa, è possibile acquistarlo fresco nelle panetterie o confezionato al supermercato, nella forma classica di un grande cerchio, da tagliare in losanghe di circa 5 cm di larghezza e cuocere in acqua calda.
Farina, acqua e sale sono anche gli ingredienti dei panigacci che a differenza dei testaroli, non vanno né tagliati né bolliti, ma l’impasto viene messo in testi di terracotta, impilati gli uni sugli altri e fatti arroventare. Si mangiano ancora caldi, accompagnati da salumi e formaggi, pesto, sugo di funghi, marmellata, nutella o conditi con olio extravergine di oliva e formaggio grattugiato.
All’agriturismo da Bacè si possono gustare i piatti caserecci quali tordelli al ragù, gnocchi al sugo di noci, testaroli, tigelle, sgabei il tutto in un ambiente molto familiare.