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Più fame nel mondo a causa della guerra.

Più fame nel mondo a causa della guerra.

19 Aprile 2022 0 Di Nunzio Ingiusto

Appello delle maggiori autorità internazionali  per aiutare i Paesi a combattere povertà e denutrizione.

Milioni di persone  vivono giorni assai tristi. Povertà, denutrizione, ovvero più fame nel mondo insieme ai cambiamenti climatici stanno ponendo i governi davanti a nuove/vecchie responsabilità. L’invasione dell’Ucraina non ha fatto altro che aggravare un contesto già drammatico, soprattutto in quei Paesi dove i conflitti sono in corso da anni. L’ultimo appello ad aiutare milioni di persone  arriva dalla Banca mondiale, dalla FAO, dal Fondo monetario internazionale (FMI) e dall’Organizzazione mondiale del commercio (WTO). Quattro autorità che si sono rivolte alla comunità internazionale per mettere in risalto la crescita esponenziale di fame e povertà. Un invito diretto che va anche all’Unione Europea che da mesi discute della  nuova Politica Agricola Comunitaria (PAC)Molti dei presupposti su cui è stata costruita, costati anni di mediazione e liti  rischiano ora di non reggere agli avvenimenti geopolitici delle ultime settimane.  Sul piano globale, invece, e’ indispensabile fornire un sostegno urgente e coordinato ai Paesi in situazione di insicurezza alimentare” dice il documento delle quattro autorità. La distorsione dei prezzi delle materie prime agricole con la conseguente carenza di forniture toccano in particolare Paesi già a rischio di denutrizione. Una situazione di una violenza tale che compromettere anche i programmi di assistenza alimentare. D’altra parte ci sono coltivazioni che subiscono i danni dei mutamenti climatici o di fenomeni estremi aggravando i pochi nutrimenti locali. Il Fondo monetario internazionale è andato ancora più a fondo rivedendo al ribasso le previsioni di crescita economica globali fino al 2023.

Cosa puo’ fare l’Europa

Agricoltura, prorogato al 15 novembre il bando della Regione Toscana per il Sostegno ad attività dimostrative e azioni di informazione.

Per quanto riguarda Russia e Ucraina su cui si concentrano  le maggiori attenzioni dei leader, le vendite all’estero di grano e orzo valgono il 30% delle esportazioni mondiali. Interi comparti non sanno come andare avanti e minacciano chiusure e fermi alle produzioni. Anzi, ricorda Confagricoltura l’Ucraina è il quarto esportatore mondiale di mais, con prezzi che alla borsa di Chicago hanno raggiunto il livello più alto dal 2012. L’Europa deve, allora,  rivedere la sua politica agricola ? Puo’ essere il primo continente ad aprire una strada praticabile per aiutare chi sta morendo ? Se i capi di Stato e di governo hanno deciso di ridurre la dipendenza dalle importazioni di prodotti agricoli chiave e hanno chiesto alla Commissione di affrontare la questione della sicurezza alimentare , l‘alternativa non puo’ che essere il potenziamento di un agricoltura sostenibile e di qualità dell’Ue. Farla crescere vuol dire sfuggire alla morsa dei Paesi belligeranti e esportare beni essenziali a prezzi controllati nei Paesi più bisognosi. Una prospettiva in parte favorita da fattori climatici meno gravi di quelli dell’Africa o dell’Asia. Il sistema produttivo dell’agricoltura europea  è tra i più avanzati al mondo e la competitività delle imprese che producono per il mercato vanno salvaguardati”, dice  Massimiliano Giansanti Presidente di Confagricoltura. Gli obiettivi della transizione ambientale restano validi, ma bisogna investire in innovazioni tecnologiche, sostenibilità ambientale ma senza zuffe e ritorsioni sovraniste come è accaduto per lunghi mesi. Ma c’è anche da chiedersi se sia davvero questa ipotetica strada europea quella auspicata da Banca mondiale, FAO, FMI e WTO per fermare la fame nel mondo. Perché l’appello parla di sostegno urgente e coordinato.

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