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PNRR: così non va. Costruttori contro.

PNRR: così non va. Costruttori contro.

14 Maggio 2025 Off Di Nunzio Ingiusto
É una rivoluzione incompiuta ? I costruttori lamentano mancanza di manodopera ed eccesso di burocrazia. Realizzato solo il 2% delle opere previste.
Il PNRR corre verso la scadenza e si lascia dietro disastri. Manca un anno al completamento delle opere inserite nel Piano, ma ci sono da spendere ancora 135,8 miliardi di euro. Sulla “rivoluzione ”sociale ed economica prodotta dalla montagna di soldi pubblici si continua a fare propaganda, tenere convegni, immaginare miracoli. Al contrario, si ignora ciò che ha scritto la Banca d’Italia che ha accertato che il 40% dei cantieri è in ritardo e che solo il 2% delle opere progettate è stato completato. Ancora peggio è lo stato dei progetti con una spesa superiore ai  5 milioni di euro: il 48% è rimasto sulla carta. Non è stato avviato e non si sa che destino avranno. Ci vuole poco a capire che si tratta di opere complesse che richiedono mesi di lavoro, beninteso dopo aver ottenuto autorizzazioni, permessi, concessioni, ecc. I dati parlano chiaro e oltre a burocrazia e cronica incapacità di spendere i soldi negli ultimi mesi è venuto fuori drammaticamente anche il deficit della forza lavoro. Le imprese hanno bisogno di manodopera di tutti i tipi. Cercano 375 mila lavoratori da impiegare subito. C’è qualcuno che pensa si troveranno in tempo per avviare i lavori fermi o completare quelli in corso nei tempi giusti ? “Sono problemi atavici ”taglia corto Antonio Lombardi presidente di Federcepicostruzioni, la Federazione dei costruttori. Quando il PNRR è partito erano i più attivi e fiduciosi nel sostenere la “rivoluzione”. La fame di infrastrutture è in testa a tutte le analisi che si rispettino per la crescita del Paese. Invece strada facendo la fiducia è calata, fino a lanciare veri allarmi sulla fattibilità delle opere. “Sono dati che destano una fortissima preoccupazione che impongono solleciti interventi atti a rimuovere difficoltà e intoppi fin qui riscontrati. Noi siamo ben consapevoli che, in molti casi, se non in tutti, si tratta purtroppo degli atavici problemi di questo paese” aggiunge Lombardi.

” Problemi atavici “dice Federcepicostruzioni

Le opere pubbliche per il governo sono il core business del PNRR, la faccia nuova per trasporti, ambiente, cultura, città. A dicembre 2024, la spesa per realizzarle queste opere era di appena 7 miliardi di euro, cioè l’8% dei fondi disponibili. La prospettiva di ridisegnare il Paese si è annebbiata di pari passo con i cantieri che non si aprivano, la lentezza nelle autorizzazioni, la flessione della forza lavoro. Banca d’Italia ha indicato come cause dei ritardi, la carenza di personale tecnico-amministrativo, i ritardi autorizzativi e ambientali, l’aumento dei costi delle materie prime e dell’energia. “ Le prime due, sono  problematiche ben note fin dall’avvio del Piano di investimenti ”commenta Lombardi. Note, ma senza che nel frattempo maturassero soluzioni. É pur vero che non tutto è imputabile al governo. La lista degli intoppi si estende a Regioni Comuni, autorità locali, enti intermedi. I costruttori sono angosciati e chiedono di velocizzare tutto. D’altra parte il Commissario europeo Raffaele Fitto ha escluso qualsiasi slittamento del termine del 2026 per il PNRR; suggestione che in qualche partito sopravvive.  Attenzione, però, alla nomina di commissariati e organismi straordinari: sono da evitare dicono gli imprenditori. Ci vogliono, invece, riforme organiche e strutturali. Manca sempre la mano d’opera.Ma, a parte le discussioni sull’ingresso di lavoratori immigrati regolari che darebbero una buona mano all’apertura dei cantieri, le imprese vogliono risposte. Viviamo l’ennesimo paradosso tra lo Stato che mete i soldi e le imprese che non vanno avanti con i lavori. Per chiudere tutto- Fitto dixit – restano dodici mesi e un’idea per accelerare è di incrementare i nuovi bandi di assunzione o chiedere aiuto a Università e associazioni di categoria. Ieri è passato, domani si può iniziare.
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