
Poliziotti accoltellati a Bruxelles, non basta gridare Allahu Akbar per essere jihadista
11 Novembre 2022 0 Di Corrado CorradiDue poliziotti accoltellati a Bruxelles dimostrano che il pericolo del jihad in Europa è concreto, ma non tutti gli squilibrati che gridano Allahu Akbar sono jihadisti.
Poliziotti accoltellati a Bruxelles, non basta gridare Allahu Akbar per essere jihadista
Il pericolo del jihad in Europa é oggettivo, però non dobbiamo pensare che qualunque squilibrato che urli «Allah-u-Akbar» sia un jihadista…
Il jihad, quando deciderà di colpire, lo farà, sì urlando Allah-u-akbar, ma con grande profusione di sangue come in un decennio hanno già fatto in Francia, in Belgio e a Vienna.
Il jihad non spreca i suoi combattenti in azioni minute, lascia che i suoi cani sciolti meno affidabili sfoghino la loro rabbia su qualche vittima isolata, questione di tenere sulla graticola, tra un’azione eclatante e un’altra, noi pavidi europei.
L’accoltellatore dei due poliziotti nei pressi della Gare du Nord di Bruxelles di ieri, é e rimane soprattutto uno squilibrato, un immigrato arabo-islamico (re-islamizzato secondo l’Islam più troglodita) ma é e rimane in primis un elemento destabilizzato nella mente e non un combattente del jihad il cui obiettivo é il martirio attraverso il conseguimento del maggior numero possibile di morti «infedeli».
Tuttavia abbiamo il dovere di analizzare il sostrato in cui quello squilibrato é cresciuto: un sostrato costituito da una comunità isolata rispetto alla società belga, in seno alla quale quello squilibrato ha mangiato come primo piatto pane e revanscismo, (un revanscismo incrementato dalla frustrazione sociale ma anche e soprattutto dalla nostra continua autoflagellazione per i torti delle crociate e del colonialismo), come secondo piatto pane e supremazia morale musulmana, e come dessert, la «Da’wa», la predicazione mirata a plagare lo spirito, ossia il gradino che permette di accedere al jihad e diventare moujahid (combattente per il jihad e martire).
Ben probabilmente quello squilibrato era stato condizionata dalla Da’wa ma non era ritenuto idoneo a salire il gradino del jihad e i suoi mentori hanno lasciato che si sfogasse in un’azione minore mirata a tenere alta la tensione in quel campo di battaglia che é l’Europa.
Non voglio essere profeta di sventura ma non dimentichiamo che l’Europa é considerata uno dei campi di battaglia della guerra santa, il jihad, e rendiamoci conto che il terrore instauratosi in seguito agli attacchi condotti in Francia, Belgio e Vienna sta scemando nella nostra mente malgrado svariati richiami con azioni isolate… mi sembra una situazione da quiete prima della tempesta… Speriamo che chi é preposto stia vigilando attentamente.
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Info sull'autore
Corrado Corradi è nato a Parma nel 1956 e nel 1965, al seguito dei genitori, emigra in Marocco ove frequenta le Scuole elementari e medie in Casablanca e superiori a Tangeri. Nel 1975 rientra in Italia per fare il servizio militare, nel 1977 é presso la Scuola Militare di Paracadutismo della «Folgore» ove consegue la qualifica di Istruttore di Paracadutismo e il grado di Sergente; nel 1980 accede al 9° Battaglione d’Assalto Incursori Paracadutisti «Col Moschin» ove rimane fino al 1993 partecipando ai principali addestramenti e alle principali operazioni del Reparto. A giugno del 1993, col grado di Capitano, transita presso gli OO.II.SS. (Oganismi di Informazione e Sicurezza) che lo « spediscono » in giro per il mondo arabo-islamico (Algeria, Tunisia, Yemen, Giordania, Iraq e Marocco). Posto in quiescenza nel 2011 con il grado di Colonnello, assume per conto Eni la responsabilità della sicurezza del Gasdotto Trans-tunisino e si trasferisce a Tunisi ove rimane fino a febbraio 2016 quando rientra in Marocco ove attualmente risiede nel paese costiero di Skhirate.