
Serie A, 29° Giornata: è tornata la Juve di Allegri
15 Marzo 2022Torna la Serie A, il Milan prova la fuga, il Toro ferma l’Inter, vincono Spezia, Fiorentina, Napoli e Lazio, la Juve è ritornata grande
Torna la Serie A, vittoria salvezza per lo Spezia, pari tra Salernitana e Sassuolo, la Juve di nuovo grande, il Milan tenta la fuga
Archiviati i match di Champions ed Europa League, possiamo tornare ad ammirare lo spettacolo della Serie A. La ventinovesima giornata vede un Milan sempre più solo al comando, con l’Inter bloccata dal Torino. Continua a risalire la Juventus, che sembra essere tornata ai livelli di qualche anno fa. Nei bassifondi il Genoa non smette di pareggiare, ma le sconfitte di Cagliari, Sampdoria e Venezia lasciano ancora tutto aperto.
Il sabato di Serie A si apre alle 15:00 con Spezia-Cagliari. Il match è a tutti gli effetti uno scontro diretto e il 2-0 finale rappresenta un risultato importantissimo in ottica salvezza. Il primo tempo è appannaggio dei liguri, con Cragno che tiene in piedi i suoi. Verde prova a impensierirlo direttamente da corner, ma il portiere sardo respinge. Il duello si ripropone dagli 11 metri, ma è ancora l’estremo difensore a spuntarla. Orsato, dopo un controllo VAR, aveva infatti concesso rigore per fallo di Dalbert su Erlic. Prima dell’intervallo Cragno è ancora provvidenziale su tiro di Agudelo. Ma non può nulla nella ripresa. Né sul tap-in di Erlic da calcio d’angolo. Né sul piazzato di Manaj, in seguito ad un rimpallo in area. Lo Spezia torna così a vincere e rivede la luce. Il Cagliari, quasi non pervenuto, cede al secondo tracollo consecutivo ed è nuovamente in crisi.
In contemporanea, all’Arechi, va in scena Salernitana-Sassuolo. I granata passano subito in vantaggio. Consigli pasticcia su incornata di Djuric e Bonazzoli è lesto a insaccare sulla ribattuta. Ma in dieci minuti gli ospiti la ribaltano. Prima, di testa, Scamacca finalizza il cross dalla sinistra di Kyriakopoulos. Poi Traorè, sempre dalla sinistra, con le sue solite serpentine, si beffa dei difensori avversari e batte Sepe a giro. Nella seconda frazione, però, Raspadori lascia i compagni in dieci per doppia ammonizione. Ciononostante i neroverdi colpiscono la traversa con Frattesi dal limite. Ma i campani trovano il pari con Djuric, che stavolta infila personalmente Consigli di testa, su assist di Zortea. Nel finale Bonazzoli ha l’occasione della controrimonta, ma il portiere avversario para. È 2-2. Il pareggio è inutile per entrambe. Il Sassuolo rallenta nella rincorsa all’Europa. La Salernitana ha più di un piede in Serie B.
Alle 18:00, a Marassi, la Sampdoria ospita la Juventus. Il match certifica definitivamente il ritorno dei bianconeri alla grandezza della prima esperienza di Allegri. La squadra esteticamente non è bellissima e il pallino del gioco è lasciato agli avversari. Ma sa soffrire ed è estremamente cinica in fase realizzativa. In più la fortuna è dalla parte della Juve, che la sblocca su autogol di Yoshida. Cuadrado galoppa sulla destra e mette dentro per Kean, e il giapponese, nel tentativo di anticipo, insacca la palla nella sua stessa porta. Sensi cerca il pareggio con una botta da posizione angolata, ma Szczesny è prodigioso. Dopo poco gli ospiti raddoppiano. Kean, con mestiere, si fa atterrare in area da Colley. È penalty e Morata non sbaglia. Il copione è pressochè lo stesso nel secondo tempo. I blucerchiati provano a riaprirla in più occasioni e l’opportunità più clamorosa capita sui piedi di Candreva.
Rabiot colpisce il pallone col braccio in area ed è rigore per la Samp. Ma l’ex della gara, dal dischetto, si fa ipnotizzare dal solito Szczesny. I ragazzi di Giampaolo trovano comunque l’1-2 con Sabiri. L’ex Ascoli, da calcio di punizione, trova la deviazione di Morata con la schiena, che spiazza l’estremo difensore bianconero. Ma, a due dal novantesimo, lo stesso Morata sigla la sua doppietta personale e chiude il match sull’1-3. Locatelli crossa dalla destra sul secondo palo e lo spagnolo di testa, nonostante l’angolo ridotto, batte Falcone. La Juve continua a vincere ed è sempre più la favorita nella lotta per il quarto posto. E, anzi, non è nemmeno da escludere dalla lista delle pretendenti al titolo. La Samp di Giampaolo, invece, nonostante la prestazione all’altezza dell’avversario prestigioso, si deve ancora arrendere ed è a tutti gli effetti una delle papabili per la retrocessione in Serie B.
Alle 20:45 la capolista Milan attende l’Empoli a San Siro. I rossoneri partono fortissimo. Al termine di un’azione da Playstation, Vicario è salvifico nel respingere il tiro di Florenzi. Il gol arriva al 20′ con Kalulu. In seguito ad una ribattuta su calcio di punizione, il franco-congolese la piazza di piatto sul secondo palo da fuori area. A più riprese con Florenzi, Giroud e Kessiè, il Diavolo cerca il raddoppio, ma senza successo. In avvio di seconda frazione gli ospiti sfiorano il pareggio due volte in due minuti. Prima di testa con Luperto, poi direttamente da corner con Bajrami, ma Maignan è strepitoso. Da qui in poi il Milan gestisce il risultato senza troppi affanni e porta a casa l’1-0. Pioli allunga momentaneamente sulle inseguitrici. L’Empoli non riesce nell’ennesimo colpaccio in trasferta e continua nel suo periodo di down. La salvezza resta comunque ampiamente a portata di mano.
La domenica di Serie A, la Fiorentina si impone sul Bologna, il Napoli è corsaro al Bentegodi
Il Lunch Match tra Fiorentina e Bologna apre la domenica di Serie A. In avvio sono principalmente i rossoblù a spaventare. Tempo 10 secondi e Soriano manda sulla traversa un tiro a tu per tu con Terracciano. Dall’altro lato Biraghi, da punizione dalla fascia destra, impegna un attento Skorupski. Orsolini, poi, centra il secondo legno di giornata, a porta vuota, una volta superato il portiere avversario. Sono le sliding doors dell’incontro. Sul proseguimento di azione, infatti, Bonifazi si fa espellere per doppio giallo e lascia il Bologna in dieci. Nel secondo tempo è forcing totale della Viola. Torreira colpisce il palo da fuori area con un tiro a giro precisissimo. Ma al 70′ l’uruguayano trova finalmente la gioia personale. Su sponda di Castrovilli l’ex Pescara deve solo appoggiare da due passi. È 1-0. I toscani ridanno vitalità alle ambizioni europee. Gli ospiti perdono, ma navigano comunque in acque tranquille.
Alle 15:00 è la volta di Hellas Verona-Napoli. Lo scontro, già abbondantemente sentito da entrambe le tifoserie, è infiammato ancor più dall’esecrabile striscione esposto nel prepartita dalla Curva Sud scaligera, in cui i “supporter” gialloblù (se così li si vuol chiamare) invitavano la Russia a bombardare il capoluogo campano. Fortunatamente la partita è bellissima e permette di dimenticare questo scempio. Al quarto d’ora Osimhen porta in vantaggio i partenopei. La difesa di Tudor dorme su rimessa laterale e Politano ha vita facile nell’apparecchiare l’incornata del nigeriano. È poi soprattutto Ruiz a cercare il raddoppio. Lo spagnolo prima è rapace sulla respinta avversaria e Montipò è prodigioso nello smanacciare. Poi, sulla sinistra, manda in bambola i difensori e calcia di poco a lato.
Nella ripresa la partita si fa molto maschia, con tanti contrasti ed agonismo elevatissimo. È ancora Osimhen a trovare il gol. Sempre da fallo laterale, la retroguardia scaligera è colpevolmente immobile e Di Lorenzo trova stavolta il piattone dell’ex Lilla. Faraoni la riapre di testa dopo qualche minuto, su invito di Tameze. Ma la rimonta dei padroni di casa è compromessa dall’espulsione per fallo di mano di Ceccherini. Il tocco pare essere nettamente involontario, oltre che ininfluente sul corso dell’azione e perciò manda su tutte le furie il Bentegodi. A fine gara lo stesso Faraoni si becca il rosso per proteste. È 1-2. Il Napoli torna alla vittoria e non perde di vista il Milan. Il Verona paga alcune disattenzioni e rallenta nella lotta per l’Europa League.
Il Genoa pareggia anche a Bergamo, la Roma la risolve ancora nel recupero
La prima sfida delle 18:00 vede il Genoa di scena in casa dell’Atalanta. Il risultato è, da sette giornate, sempre lo stesso per i liguri, il pareggio, stavolta per 0-0. In avvio la partita è bloccata. L’unica occasione degna di nota è per Muriel, il cui piazzato, da buona posizione, si stampa sul palo. Nella ripresa la Dea ci riprova con Pasalic che, imbeccato da Koopmeiners, spara alto sopra la traversa. Gli ospiti rispondono con Destro, la cui conclusione a incrociare va fuori di poco. Ma soprattutto con Frendrup che, occhi negli occhi con Sportiello, da pochi passi, calcia addosso all’avversario. Gasperini ritenta l’assalto con Hateboer e Muriel, ma senza successo. L’Atalanta perde di vista la Juve e può solo concentrarsi sul ritorno di Europa League a Leverkusen. Blessin eguaglia il record di pareggi consecutivi in Serie A e non riesce a imprimere lo sprint giusto per la salvezza.
Contemporaneamente, alla Dacia Arena, l’Udinese ospita la Roma. La prima parte di gara è completamente dominata dai friulani. La botta di Molina respinta da Rui Patricio sul primo palo è solo l’antipasto al gol dell’argentino. Su sviluppi di corner la retroguardia giallorossa spazza male e l’ex Rosario Central ha tutto il tempo di aggiustarsi la palla e calciarla a giro sull’angolo lontano. Poco prima dell’intervallo è la dea bendata ad evitare il tracollo romanista. Dalla destra Makengo esplode una sberla potentissima su cui Rui Patricio smanaccia, mandando sulla traversa. La palla, poi, carambola sulla testa dell’estremo difensore portoghese e finisce sul palo, ma non entra. Al rientro Makengo ci riprova da posizione centrale, ma la conclusione esce di poco.
La prima vera opportunità per gli ospiti è per Afena-Gyan che, di prima, prova a battere Silvestri da fuori area. Ancora i ragazzi di Mourinho con El Shaarawy, ribattuto dal portiere. Sul pallone si fiondano Afena-Gyan e Pellegrini, ma la difesa fa muro. Rui Patricio tiene per l’ultima volta in piedi i suoi al 91′, quando è miracoloso con i piedi sul diagonale insidiosissimo di Samardzic. Sul capovolgimento di fronte, Zeegelaar, nell’anticipare Shomurodov, tocca il pallone col braccio. È rigore e Pellegrini fa 1-1 al 94′. La Roma risolve un altro match nei secondi finali e porta a casa, dopotutto, un pareggio non male. La zona Europa resta, infatti, a portata di mano. L’Udinese rimpiange una partita che avrebbe potuto chiudere in più occasioni, ma guadagna un ottimo punto che allontana ancora la zona calda.
Il Torino ferma l’Inter, la Lazio vince di rigore sul Venezia
Alle 20:45 l’Inter affronta il Torino di Juric all’Olimpico. I nerazzurri cercano di non perdere lunghezze dai cugini rossoneri, ma l’incontro si dimostra subito più complicato del previsto. Basta poco ai granata per passare in vantaggio. Da calcio d’angolo Pobega fa sponda per Bremer e il brasiliano infila Handanovic. Il Toro è galvanizzato e sfiora il 2-0 con Belotti, ma la sua botta è disinnescata dal portiere. Gli ospiti controbattono con Martinez, che di testa si deve arrendere ad uno strepitoso Berisha. Prima di scendere negli spogliatoi, i padroni di casa si imbufaliscono per un mancato rigore. In area Ranocchia stende nettamente Belotti, ma l’arbitro non fischia. Inspiegabilmente neanche il VAR richiama Guida ed il gioco prosegue.
Nella seconda frazione Dimarco impegna il portiere avversario con una conclusione di potenza dalla destra. Poi Dzeko di testa cicca un’occasione monumentale, mandando fuori completamente indisturbato. Brekalo risponde scartando mezza difesa, Handanovic compreso, ma perde l’attimo del tiro e si fa respingere. Ancora il portiere sloveno salva i compagni su incornata di Izzo da corner. Vidal piega le mani a Berisha e Dzeko si divora un altro gol di testa ancor più facile del primo. Ma nel recupero il bosniaco si rifà, servendo a Sanchez un pallone sublime, che il cileno mette in rete per l’1-1 finale. L’Inter si ferma ancora e chiude due mesi disastrosi a -4 dal Milan (anche se con una gara da recuperare). Il Toro onora una Serie A oramai chiusa su tutti i fronti per i ragazzi di Juric e per poco non porta a casa i tre punti.
A chiudere il turno di Serie A è il Monday Night tra Lazio e Venezia, conclusosi sull’1-0. Nel primo tempo è monologo dei padroni di casa. Milinkovic-Savic, da punizione, calcia di poco a lato. Poi Anderson, lanciato da Immobile, spreca malamente nell’uno contro uno con Maenpaa. In avvio di ripresa Immobile trova il gol, ma il VAR glielo annulla per fuorigioco. Ma, sempre su intervento del VAR, Manganiello concede penalty ai biancocelesti per un calcione di Crnigoj a Luiz Felipe. Stavolta nessuno può annullare la rete ad Immobile. L’ex Torino, superato Piola, diventa il miglior marcatore di sempre della Lazio in Serie A. Nel finale Sarri gestisce il risultato e porta a casa la vittoria senza rischiare granché. I biancocelesti ritrovano continuità e scavalcano momentaneamente Atalanta e Roma, in vista del derby della prossima giornata. Momento nero per il Venezia, impantanato in zona retrocessione, alla terza sconfitta consecutiva.