
Sir Thomas Moore, l’eroe inglese della Pandemia, si spegne a 100 anni
06 Febbraio 2021Una figura quasi leggendaria nel Regno Unito, durante la pandemia Sir Thomas Moore è riuscito a raccogliere milioni di sterline. E’ morto a 100 anni.
E’ morto a 100 anni Sir Thomas Moore, eroe della pandemia
Una figura diventata quasi leggendaria nel Regno Unito. Durante la pandemia è riuscito a raccogliere da solo milioni di sterline. Ma anche un veterano di guerra. Il suo motto “Tomorrow is a good day“, “Domani è una buona giornata” aveva ispirato la nazione nel momento più duro. Lo scorso 2 febbraio si è spento Captain Sir Thomas Moore, all’età di 100 anni.
Il veterano di guerra proveniente dal West Yorkshire è divenuto popolare ad aprile 2020, quando si era posto l’obiettivo di percorrere per 100 giri il proprio giardino, seguito fedelmente dal suo deambulatore, per raccogliere mille sterline da devolvere al servizio sanitario nazionale inglese (NHS).
La cifra, raggiunta in soli quattro giorni, si evolve presto in numeri ancora più grandi: partita da 5000 sterline, in poco tempo arriva a mezzo milione. Quando il 16 Aprile Sir Thomas conclude i suoi 100 giri, l’impresa è ormai di interesse nazionale.
A guardare questo coraggioso signore di cento anni passo dopo passo vi è infatti tutta la sua nazione, rappresentata anche dalla presenza per l’occasione del Primo Battaglione del Reggimento dello Yorkshire. La reazione di Sir Thomas a tale supporto dei concittadini dimostra la sua indole coraggiosa e positiva: spingersi ancora oltre, “fare altri cento giri”.
Finché il giorno del suo compleanno, il 30 aprile, la cifra supera anche le migliori speranze di Sir Thomas e della sua famiglia, infrangendo ogni record di fundraising nella storia del paese: 33 milioni di sterline.
Alla fine, proprio il virus contro cui Sir Thomas Moore aveva lottato personalmente ha compromesso la sua situazione clinica, costringendolo al ricovero nell’ospedale di Bedford. Nonostante ciò, la figlia Hannah racconta la serenità delle ultime ore del padre, tra ricordi d’infanzia, lacrime di commozione e risate.
L’ultimo anno di vita di Moore in effetti è stato solo un ulteriore avvincente capitolo di una storia già ricca di avventura ed eroismo. Sir Thomas nasce nel Keighley, West Yorkshire, nel 1920. Figlio di una direttrice scolastica e di un costruttore edile, la sua infanzia scorre tranquilla nel clima umido e nella campagna della cittadina inglese di 70mila abitanti, a cui Sir Thomas rimarrà legato per tutta la vita.
Il destino di Moore sembra essere l’ingegneria civile, ma la guerra cambia le cose. A maggio del 1940, a soli 20 anni, sir Thomas si arruola nel Reggimento del Duca di Wellington, dando il via alla carriera militare che lo porterà in giro per il mondo: India, Birmania (attuale Myanmar) e poi di nuovo in patria insieme a Churchill, nel 1945. Sir Thomas viene congedato con onore e torna nel suo amato Yorkshire, consapevole che nonostante il conflitto sia finito, il mondo sia ormai cambiato. “La guerra” disse, “è stata una cosa che abbiamo fatto, una cosa con cui abbiamo vissuto e una cosa che è tornata a casa con noi”.
È in questo periodo che Sir Tom conosce la moglie Pamela, futura madre delle due figlie Lucy e Hannah. Il colpo di fulmine tra i due da vita ad un amore semplice e appassionato, a cui neanche la diagnosi di demenza di Pamela a soli 60 anni pone fine. La sofferenza di entrambi culmina nella morte di Pamela dopo due lunghi anni di cure, nel 2006.
Nonostante il dolore, Sir Thomas è ben lontano da una vita ritirata e tranquilla nella campagna inglese, e l’impresa che segnerà la sua vita deve ancora avvenire. Sir Thomas decide di cimentarsi nelle moto. Poi, una volta spenti i motori, arriva il momento di camminare, e di farlo per una buona causa.
Gli eroi fanno la loro parte nei momenti critici, Sir Thomas lancia la 100th Birthday Walk
Durante un periodo critico (che molti hanno paragonato alla guerra), gli eroi sono chiamati a fare la loro parte. Nasce cosi l’idea della 100th Birthday Walk. Il resto è storia, la storia di un signore che non ha mai smesso di servire il suo paese e di ispirare, la storia di un baluardo di speranza e coraggio. La storia dello spirito umano che si mette in gioco e dimostra che a volte l’età è solo un numero.
Sir Thomas diventa popolare in tutto il paese, tirando su il morale di una nazione fin troppo demoralizzata dalla pandemia di coronavirus. Michael Ball decide di dedicargli la live alla BBC di “You’ll never Walk Alone”. Quando poi Decca Records produce il singolo e vi aggiunge una parte parlata dello stesso sir Moore, un nuovo record viene raggiunto. Sir Tom diventa l’unico centenario ad aver mai avuto un singolo al numero uno della classifica del Regno Unito.
A questo punto l’attenzione riservata a Sir Tom Moore non proviene solo dai media e dai cittadini, ma anche dalla stessa Royal Family. La Regina Elisabetta II, spinta anche dal Primo Ministro Boris Johnson e da una petizione pubblica, invita Sir Thomas e la sua famiglia al Castello di Windsor per nominarlo Cavaliere lo scorso 17 luglio.
Con la spada reale di Giorgio VI sulle spalle, il veterano si rivolge alla Regina: “Mi perdoni se resto in piedi, Sua Maestà. Purtroppo se mi inginocchio corro il rischio di non rialzarmi”. Anche Elisabetta sorride di fronte a tanta genuinità.
Porridge, latte condensato e molto zucchero. Gli ingredienti della colazione di Sir Tom, aggiunti al suo motto “Tomorrow is a good day”, “Domani è una buona giornata”, sono forse la ricetta di questi traguardi? Forse, o forse la risposta sta nella dichiarazione che che Sir Tom ha fatto a GQ, che gli ha dedicato la copertina di uomo dell’anno: “I pensieri negativi non sembrano far parte di me. Penso sempre alle cose che fanno bene”. Pensare al bene e fare il bene, questo era Sir Tom, e tutto il suo paese lo saluta con affetto.