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Teatro: va in scena “l’Homo Civilus” del regista Maldestro

Teatro: va in scena “l’Homo Civilus” del regista Maldestro

11 Marzo 2025 Off Di Gino Napoli

Al Teatro Bolivar venerdi 14 marzo il testo sul ” fallimento dell’ uomo moderno” secondo l’artista napoletano. Uno spettacolo con il pubblico protagonista e senza finale.

L’appuntamento con l’ultimo lavoro di Maldestro (pseudonimo del registra e cantante Antonio Prestieri) è per venerdì 14 marzo alle ore 21:00, al Teatro Bolivar di Napoli in Via Bartolomeo Caracciolo.  Lo spettacolo è “Homo Civilus – Experience”, scritto e diretto da Maldestro stesso, con la partecipazione di Mariano Gallo, Luigi Credendino, Rosaria Vitolo. Anche Maldestro sarà in scena a rappresentare quello che per lui è il fallimento dell’uomo moderno. Lo spettacolo completamente immersivo sfida le convenzioni e coinvolge il pubblico in un viaggio tra cinismo, ironia e una ricerca di senso. Attraverso un duello verbale molto provocatorio tra un Artista, un Uomo Civile, un Autore che orchestra suoni, si esplorano le contraddizioni della società contemporanea. Tutto viene, però, osservato dall’alto da un drone, simbolo tecnologico di un mondo sempre più distaccato. Le tre figure umane dominano la scena con le loro specificità. L’Artista con la sua opera ha la convinzione di smascherare le ipocrisie dell’uomo moderno; l’Uomo civile  tenta di sabotarlo, mettendone in dubbio le affermazione con ironia e cinismo; L’Autore, presenza onnisciente, controlla tutto da uno spazio sopraelevato, orchestrando il suono e gli eventi in tempo reale. A loro si aggiunge la Voce, un’entità femminile, neutrale che partecipa al duello con dati scientifici e affermazioni distaccate. In platea evidentemente non si starà così rilassati.

Il pubblico scrive il finale

“Homo Civilus” è, infatti, un’esperienza che coinvolge il pubblico in modo attivo. Il testo è stato concepito per non avere spettatori passivi, ma partecipanti che diventano parte integrante del gioco teatrale. Maldestro ha pensato a una struttura dinamica che si sviluppa tra palco e platea, parola e musica, fino a trasformare il teatro in un vero rito collettivo. Ancora una volta prova a innovare il linguaggio teatrale, mescolando ironia, provocazione ma riflettendo sull’uomo e sulla società. La curiosità è tanta perché  lo spettacolo non si limita a raccontare, ma fa vivere, emozionare e affida al pubblico il colpito di stabilire il finale. L’autore non lo ha scritto forse perché cerca ispirazione. In un’epoca in cui tutto è consumo rapido, Homo Civilus Experience, ci viene annunciato non come una storia con un inizio e una fine, ma un viaggio che attraversa la coscienza collettiva, lasciando a ciascuno la responsabilità di interpretarlo e viverlo a modo proprio. L’effetto desiderato è un invito a fermarsi, a guardare, a sentire davvero. Per farlo davvero bisogna andare a teatro.

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