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Ecco i regali che vogliono i giovani a Natale

Ecco i regali che vogliono i giovani a Natale

21 Dicembre 2016 0 Di Patrizia Russo

Uno studio rivela quali sono i regali più desiderati dai giovani per Natale: in testa hi-tech, vestiti e viaggi. Ma un giovane su tre vorrebbe studiare all’estero. Altro che bamboccioni!

Che regali vogliono i giovani per Natale?

Ecco cosa chiedono a Babbo Natale i giovani italiani del 2016:

  1. oggetti hi-tech (smartphone, tablet, console, pc) 49%
  2. abbigliamento, borse e accessori firmati 45%
  3. viaggi di piacere 38%
  4. esperienze all’estero 27%
  5. animali domestici 26%
  6. automobili o scooter 22%
  7. abbonamenti fitness corsi sportivi attrezzature sportive 20%
  8. spa e trattamenti benessere 17%
  9. esperienze culturali e/o enogastronomiche 16%
  10. tattoo e interventi di medicina estetica 13%..

Questa classifica emerge dallo studio promosso dall’agenzia Espresso Communication, condotto mediante metodologia Woa, (Web Opinion Analysis) su un campione di circa 1200 giovani tra i 18 e i 29 anni attraverso un monitoraggio online sui principali social network, blog, forum specializzati e community. Nello studio è stata anche coinvolta FourStars – società accreditata dal Ministero del Lavoro e leader nazionale in materia di tirocini formativi, nonché un panel di 10 docenti universitari di Psicologia e Sociologia del Lavoro, per capire quali sono le motivazioni alla base della tendenza e cosa ci si aspetta di portare a casa da questa esperienza.

Se l’informatica e l’hi-tech sono sempre al primo posto, ricordiamoci che trattasi di giovani, sorprendente è che un giovane su tre chiede di poter fare un’esperienza concreta di crescita lavorativa fuori dai confini nazionali.

Il dato si manifesta piuttosto in egual misura al Nord (29%) come al Sud (25%) con una differenziazione di genere che vede le ragazze in maggioranza (31%) rispetto ai ragazzi (23%).

Un’ulteriore analisi fa emergere che tra le mete predilette c’è l’Europa (33%) con un netto sbilanciamento verso Germania (12%) e Regno Unito (15%) che sono ancora percepiti come i Paesi con più opportunità lavorative. A seguire il sogno americano (28%) con in testa New York (14%) e Los Angeles (11%) e, infine, merita di essere menzionata la forte ascesa di interesse verso i Paesi asiatici (24%) con la Cina tra le mete più ambite (15%).

Che fine hanno fatto i bamboccioni?

Che fine hanno fatto, dunque, i bamboccioni?? Lo studio sembra dimostrare che i giovani italiani di oggi pensino al lavoro, preferiscano i viaggi e un amico a 4 zampe piuttosto che un’auto o una moto nuova.

Ma come mai questa inversione di tendenza? Secondo Chiara Grosso, presidente e Ceo di FourStars:

I giovani d’oggi sanno bene che non è più sufficiente avere in tasca una laurea per poter entrare da subito nel mondo del lavoro. Per questo pretendono che i percorsi formativi non siano fatti di sola teoria, ma che diano la possibilità di sperimentare in prima persona i contesti professionali. Poi c’è la questione della competitività ed esclusività: i giovani italiani vogliono sì andare all’estero, ma la maggior parte di essi preferisce fare ritorno per poter mettere a frutto nel proprio Paese, le competenze acquisite.

Ma quali sono, secondo il mondo accademico, le ragioni che spingono sempre più giovani a desiderare di ricevere in dono per Natale un’esperienza di studio/lavoro all’estero? Secondo Maurizio Tirassa, professore ordinario di Psicologia del Lavoro e delle Organizzazioni presso l’Università degli studi di Torino:

Non è un caso che i giovani chiedano per Natale un’esperienze all’estero. Lo fanno perché sperano di acquisire competenze, anche solo linguistiche, e di costruire reti sociali che permettano loro di tornare in Italia a condizioni migliori e, in altri casi, di aprirsi vie di fuga dal destino al quale si sentono “condannati” in Italia”.

Un altro parere è quello del professor Tirassa, confermato anche dai dati emersi dall’indagine. Il 25% del campione intervistato ha dichiarato di desiderare un viaggio formativo proprio a causa dell’insoddisfazione diffusa che si respira nel nostro Paese. Tra le altre motivazioni segnalate appaiono anche e con una percentuale di preferenza nettamente superiore, la volontà di imparare una lingua straniera in loco (45%), di acquisire competenze tecniche in un contesto internazionale (42%) e di allargare il proprio network di contatti (29%).

Non si tratta di semplici regali natalizi, ma di veri e propri investimenti strategici per realizzare un progetto professionale afferma infine Franco Fraccaroli, professore ordinario di Psicologia del Lavoro e delle Organizzazioni presso l’Università degli studi di Trento.

A suo parere le leve psicologiche che spingono in questa direzione sono due: il bisogno di riuscita o l’ambizione e la capacità di pensare sul lungo termine, senza cercare benefici futili e di breve respiro”.

A chiudere il cerchio dell’analisi ci sono le forti trasformazioni del mercato del lavoro e l’avvento di nuove professionalità sempre più ibride e sempre più legate alle dinamiche digitali.

Siamo ormai nell’economia della conoscenza, interviene Cristian Balducci, professore associato di Psicologia del Lavoro e delle Organizzazioni presso l’Università di Bologna. I recenti dati Istat confermano l’idea che investire in conoscenza e rimanere disposti a farlo per tutta la vita lavorativa siano fattori protettivi importanti, sia in termini di successo nella ricerca di un lavoro, sia perché diminuiscono il rischio di perderlo anche in situazioni di crisi.

Ambiziosi, determinati e fiduciosi nel futuro: sono alcuni dei giovani italiani, in particolare donne, che a Natale scelgono di investire sulla propria formazione e sul proprio futuro, scegliendo di poter fare un’esperienza in Europa, USA e Cina, mettendosi in gioco lontano da mamma e papà.

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