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I due volti di Napoli, prima di ripiombare nel buio

I due volti di Napoli, prima di ripiombare nel buio

15 Novembre 2020 Off Di Marco Martone
Napoli, nelle ultime 48 ore prima della quarantena e del lockdown, ha offerto i suoi due volti, alterne sensazioni, contrastanti emozioni. Giorno e notte in un tourbillon di passioni sopite e voglia di normalità. 

I due volti di Napoli, prima di ripiombare nel buio

La città, nelle ultime 48 ore, ha offerto i suoi due volti, alterne sensazioni, contrastanti emozioni. Giorno e notte in un tourbillon di passioni sopite e voglia di normalità. A poche ore dall’inizio della seconda quarantena, a distanza di qualche mese, l’atmosfera cupa delle notti della movida napoletana, che sono ormai da tempo un ricordo sbiadito. La chiusura anticipata dei baretti, come quella dei ristoranti, ha trasformato le strade del by night in un lungo serpentone di desolazione. La  limitazione agli spostamenti sembrava ieri percepirsi nell’aria. L’attesa del nuovo lockdown, sia  pure con modalità diverse rispetto a quello del marzo scorso, è stata vissuta in maniera febbrile nel corso della giornata, con migliaia di persone che hanno invaso strade e piazze ed ha lasciato alle ore serali un misto di silenzio e di rassegnazione. Luci spente alla Riviera di Chiaia, piazza dei Martiri quasi vuota, via Alabardieri percorribile in maniera insolitamente semplice. E poi le serrande abbassate, i tavoli accatastati nei locali,  gli ultimi irriducibili che tornano a casa. La Napoli della notte si è consegnata alla volontà del governo e alle nuove misure restrittive, nell’attesa di tempi migliori e senza arrendersi all’avanzata del virus, nei confronti del quale  sarà pronta a prendersi, presto, la sua rivincita.

Tutto il contrario di quanto si era verificato qualche ora prima. Un’atmosfera da ultimo giorno di libertà. Di vigilia e di attesa. Napoli ha vissuto in maniera quasi frenetica e irreale le ultime ore che precedono il nuovo lockdown. A qualcuno avrà ricordato il gennaio del 1920, prima del proibizionismo americano, quando fu fatto divieto di produrre e vedere alcool. Ai più nostalgici, forse, la notte prima dell’entrata in vigore della famigerata legge Merlin, contro le case chiuse. La sensazione è che i napoletani abbiano voluto esorcizzare il momento di crisi e la paura dei divieti, che li obbligheranno ad una nuova quarantena forzata. File ai supermercati, folla per strada, traffico impazzito in molte zone della città. Dal centro alla zona collinare.Sembrava una giornata di shopping prenatalizio da corsa all’ultimo regalo ma la realtà è ben diversa. Via Toledo il luogo simbolo di questa smania di vivere, che ha ridato smalto e vivacità ad un popolo che da giorni sembrava quasi assopito, rassegnato, consegnato al suo malinconico destino. Come se fosse necessario fare una scorta di emozioni, in grado di soddisfare l’astinenza dei prossimi giorni, quando ad essere popolari saranno soprattutto balconi e cortili. 

La vigilia di un periodo di buio, nell’attesa di quella vera, che precede il Natale.

 


Questo articolo è stato pubblicato anche qui: http://www.scrivonapoli.it/147734/

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