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Saman Abbas, forse uccisa in ossequio alle tre fonti della legge Shari’atica

Saman Abbas, forse uccisa in ossequio alle tre fonti della legge Shari’atica

15 Giugno 2021 1 Di Corrado Corradi

Le comunità islamiche fanno “takiya”, dissimulazione: la giovane Saman Abbas potrebbe essere stata uccisa in ossequio alle tre fonti della legge Shari’atica.

Saman Abbas, uccisa in ossequio alle tre fonti della legge Shari’atica

Parliamo chiaro e non lasciamoci incantare da chi vuol far passare per femminicidio un bieco omicidio a sfondo religioso, che ha visto una famiglia musulmana concorde nell’infliggere la suprema condanna a una figlia.

La reazione dell’UCOII e delle comunità islamiche interpellate dagli organi stampa in relazione alla scomparsa della ragazza pakistana (e musulmana) Saman, è un esempio classico di «takiya», ossia dissimulazione.

Questi insistono su un chiaro falso scopo, dichiarando una sorta di mezza verità: «il Corano vieta i matrimoni combinati e forzati»

Mbeh? Si, è vero, ma che c’entra?

La povera Saman non é stata uccisa per quello, o almeno, non solo per quello.

Tale mezza verità é strumentale a portare fuori strada gli interlocutori della stampa e Tv e della politica (particolarmente ignoranti in materia), quando invece il fatto incontrovertibile è che si tratta di un omicidio in ossequio, se non al Corano, sicuramente alle altre tre fonti della legge Shari’atica, le quali hanno fortemente orientato in maniera integralista la popolazione musulmana, in particolare «il consenso della comunità dei credenti» indicato come Ijma.

Le fonti del diritto shari’atico:

  • Corano,
  • Hadith o esempi/detti del Profeta,
  • Ijma o consenso della comunità dei credenti,
  • Kiyas o ragionamento giuridico deduttivo

Tali fonti shari’atiche prescrivono «una tortura dolorosa» per chi abiura alla religione islamica. Prescrizione che, nell’auditum dei musulmani integralisti, è presto diventata condanna capitale per l’apostasia.

Chi abiura deve essere «accoppato». Non uso il termine a caso perché l’apostata non é più considerato una persona, ed è proprio perché considerata “apostata” che Saman è stata «accoppata»: con il suo comportamento considerato «haram» (peccaminoso), la ragazza si è posta fuori dalla «Umma» (la comunità dei credenti) meritando la condanna che lo «Ijma» prevede per gli apostati, preferibilmente la lapidazione.

Ed é forse con un sasso che Saman è stata “accoppata”.

“Accoppata” da uno zio che sicuramente professava un Islam integralista e che deteneva l’autorità su quella famiglia.

Al di là della tragedia, l’episodio dovrebbe far seriamente riflettere le autorità politiche e di sicurezza su quanto sia pregnante su una famiglia musulmana l’autoritarismo di un membro integralista.

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