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Afghanistan, un premio ai libri che aiutano a non dimenticare

23 Ottobre 2023 1 Di Pietro Nigro

All’Ambasciata di Roma la consegna del premio ai libri che aiutano a consocere e a non dimenticare l’Afghanistan ieri, oggi e soprattutto domani.

Afghanistan, che fare per non dimenticare? Un convegno all’Ambasciata a Roma cerca di dare una difficile risposta

Afghanistan, che fare per non dimenticare il regime dei Talebani, la fine della democrazia che ancora una volta si stava cercando piano piano di affermare, le dorme costrette di nuovo a indossare il velo e a uscire da scuole e università, un sistema economico al collasso, bambini ridotti alla fame e un sistema di potere a dir poco oscurantista e gestito da una organizzazione tuttora definita terroristica?

A tentare di dare una risposta, i giornalisti, gli intellettuali, i militari e i politici che negli ultimi anni sono stati in Afghanistan e che a quello sfortunato Paese hanno dedicato i loro libri, i loro reportage il loro lavoro e il loro impegno, e che sono intervenuti Venerdi 20 ottobre 2023 al convegno “Afghanistan,ieri, oggi e soprattutto domani”.

Il convegno, che è stato ospitato dalla Ambasciata della Repubblica islamica d’Afghanistan a Roma e presieduto dall’ambasciatore Khaled Ahmad Zekriya, si è tenuto insieme alla consegna dei riconoscimenti agli autori di libri dedicati all’Afghanistan e scritti in questi ultimi venti anni.

Prima dell’evento, l’esecuzione dell’inno nazionale afghano e di quello italiano e un minuto di silenzio richiesto dall’ambasciatore in onore delle vittime afghane.

Abbiamo organizzato questo concorso perché, oltre ad essere un riconoscimento editoriale per le opere più meritevoli dal punto di vista letterario, cronachistico e culturale, abbia anche un valore di riferimento intellettuale e formativo per poter conoscere da vicino la realtà di un Paese a noi Italiani geograficamente e culturalmente lontano…. E voi autori siete stati invitati a partecipare di persona per poterci tutti riconoscere quali “persone informate sui fatti” e per poter confrontare le nostre opinioni”, ha detto Gherardo Lazzeri, editore LoGisma, in apertura del convegno.
In sala, oltre ai giornalisti, italiani ed afghani, tra i quali Francesco Borgonovo, autorevoli rappresentanti della comunità afghana in Roma, Sua Altezza reale la principessa Soraya Malek d’Afghanistan, monsignor Giuseppe Moretti, barnabita che per lunghi anni ha condotto la diocesi cattolica a Kabul, padre Giovanni Scalese, anch’egli barnabita con esperienza in Afghanistan, Erika Monticone, gender advisor per lunghi periodi ad Herat.

Riconoscimento agli autori di libri sull’Afghanistan

Ad essere premiati, dunque, dei molti autori che hanno presenziato e fornito una Testimonianza diretta della loro esperienza, i seguenti giornalisti e scrittori:

  • Farhad Bitani per la sezione ‘’Romanzi’’, con il libro ‘’L’ultimo lenzuolo bianco’’ (Neri Pozza 2020),
  • Giorgio Battisti e Germana Zuffanti per la sezione ‘’Reportage’’, con il libro ‘’Fuga da Kabul. Il ritorno dei Talebani in Afghanistan’’ (Paesi Edizioni 2021),
  • 
Andrea Franchini per la sezione ‘’Storia’’, con il libro ‘’Afghanistan. Storia di un paese in crisi’’ (Editoriale Programma 2022).

Menzione speciale per il libro fotografico di Lorenzo Peluso, ‘’Di là dal fiume. Il mio Afghanistan’’ (Gagliardi editore 2021).

Dopo la consegna degli attestati ai vincitori del premio letterario, il vero e proprio dibattito tra l’Europarlamentare Anna Cinzia Bonfrisco, la senatrice Cinzia Pellegrino e l’ambasciatore Zekriya, condotto da Maria Clara Mussa, direttrice di Cybernaua.it InformAction Magazine.

Afghanistan, che fare?

Al centro del dibattito, dunque, la domanda: “Cosa possiamo fare per aiutare l’Afghanistan ad uscire dalla tragedia che sta subendo?”.

Il tema, evidentemente riguarda soprattutto il popolo afghano che quella tragedia vive e subisce, e non certo il regime talebano che si è impossessato del potere, del Paese e pure degli aiuti e perfino  delle armi lasciate dagli americani e dagli alleati.

Regime, come ha sottolineato l’euro parlamentare Bonfrisco che sino ad ora “nessun Paese ha riconosciuto” e che quindi in teoria vive in un difficile ma significativo isolamento internazionale, ma che Però non impedisce, come ha ricordato Mussa, a Nooruddin Azizi ministro talebano del Commercio, di andare in Cina al Forum ‘’Via della Seta’’ indetto dalla Repubblica Popolare Cinese che prosegue nel suo programma di miglioramento dei suoi collegamenti commerciali con i Paesi nell’Eurasia.

“Occorre contenere l’espansione cinese”, ha osservato Bonfrisco, “Dagli accordi di Doha in poi, abbiamo fatto tanto, ma non in modo compiuto”. Ha anche fatto notare che la presidente del Parlamento Europeo, Roberta Metsola, ha istituito la ‘’giornata delle donne afghane’’.

In effetti sono proprio le donne che vivono in quel Paese a pagare lo scotto più duro del nuovo regime e che vedono negati tutti i loro diritti umani, come ha ricordato la senatrice Pellegrino: “Quando si vuole controllare un popolo, si mettono a tacere le donne; perché la donna rappresenta la ribellione, colei che è custode della Storia e riesce a cambiare le cose. E’ il metodo usato da tutte le strutture oppressive. E i Talebani temono la propria ‘’morte’’ politica”.

“Non trascuriamo il fatto che l’Afghanistan è diventato la sede di 23 istituzioni terroristiche” ha fatto notare l’ambasciatore; “bisogna che la comunità internazionale ne prenda atto. E sarebbe opportuno costituire un gruppo autorevole”, ha ancora detto concludendo l’incontro, “un gruppo di tecnocrati che, con le proprie capacità ed esperienze possano ricostruire il futuro dell’Afghanistan; le persone in grado di operare ci sono”.

Resta quindi aperto il discorso su come aiutare il popolo afghano; una questione che deve coinvolgere l’attenzione della comunità internazionale, per la gravità della situazione in cui il Paese si trova. Le donne non hanno il permesso di vivere, ma tutto il Paese sta subendo la più grave catastrofe umanitaria di sempre.

 

 

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