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Benevento: ennesima rivoluzione tardiva per i sanniti

Benevento: ennesima rivoluzione tardiva per i sanniti

05 Febbraio 2023 1 Di Matteo Cefalo

Dopo il KO col Venezia, il Benevento esonera Cannavaro e Foggia. Ma a questo punto la mossa di Vigorito sa di ennesima rivoluzione tardiva.

Rivoluzione in casa Benevento, fuori Foggia e Cannavaro; ma ormai cosa può davvero cambiare?

All’indomani del doloroso tracollo casalingo col Venezia, il Benevento si è risvegliato in una precaria situazione di classifica che a queste latitudini, almeno nelle categorie inferiori, non si viveva da circa un ventennio. I giallorossi, infatti, occupano il diciannovesimo e penultimo posto della graduatoria di Serie B, in piena zona retrocessione e ormai lontanissimi dalle zone nobili della classifica che, almeno in partenza, rappresentavano il vero obiettivo della piazza. Ma ciò che più preoccupa della situazione in casa sannita è l’inspiegabile confusione che pervade tutta la società Benevento Calcio, dagli organi dirigenziali all’allenatore, fino ai calciatori.

Una confusione che a quanto pare attanaglia anche il Presidente Vigorito sin dalle battute iniziali della stagione in corso. Prima le dimissioni in estate in segno di protesta verso un manipolo di tifosi in contestazione. Dimissioni puntualmente ritirate in seguito all’accorata “preghiera” dello stadio che porta il nome di suo fratello. Poi la scelta di confermare la guida tecnica del DS Pasquale Foggia e dell’allenatore Fabio Caserta, già da tempo entrambi in rotta di collisione con la tifoseria beneventana per la deludente annata 2021/2022. Una scelta che ha portato ai piedi della Dormiente giovani come Capellini, Karic e Koutsoupias. Un’apparente linea verde della società, che però è stata subito smentita dopo l’altalenante avvio di campionato.

E allora si cambia. Caserta va via. Dentro il promettente De Rossi. Anzi no. Caserta resta, nonostante sia stato pubblicamente messo sulla graticola dallo stesso Presidente. Ma qualcosa deve pur cambiare. E quindi addio alla linea verde. Negli ultimi giorni di calciomercato arrivano giocatori esperti come Leverbe, Simy, Ciano, Veseli. Ma l’esperienza non conta nulla quando la condizione fisica è precaria. E allora ancora una volta Caserta non va più bene. Esonerato. Al suo posto arriva Fabio Cannavaro, storico capitano della Nazionale italiana campione del mondo nel 2006 e ultimo pallone d’oro nostrano. Ma essere campione del mondo o pallone d’oro da calciatore non serve più a nulla quando sei un allenatore. Specie se le tue uniche esperienze sono state in Cina o in Arabia.

Ma Cannavaro a Benevento ha i suoi meriti. Riconosce che il ritiro condotto dal suo predecessore in estate ha lasciato la squadra in una condizione fisica pietosa, anni luce indietro rispetto alle altre compagini della Serie B. E allora si punta tutto sul recupero atletico dei calciatori. Un recupero che, tra mille difficoltà, porta comunque i suoi frutti in autunno, quando un filotto di risultati utili sembra rinvigorire i sanniti. Ma ancora una volta a Benevento ci si è concentrati su un solo problema quando in realtà ce ne sono altri diecimila da risolvere. La squadra mostra qualche miglioramento sotto l’aspetto fisico. Ma dal punto di vista caratteriale e soprattutto della gestione tecnica, si è riusciti forse a far peggio dello stesso Caserta.

E così a cavallo della sosta i giallorossi raccolgono 4 sconfitte e 2 pareggi. E naturalmente sprofondano in classifica. La zona playoff è una chimera. La retrocessione è sempre più un rischio concreto. Le uniche speranze sembrano essere affidate al mercato di riparazione. Ma addirittura l’organico sembra indebolirsi con le partenze di Forte e Masciangelo. In entrata, invece, si registrano il ritorno in giallorosso di Tosca, da tempo relegato ai margini dei turchi del Gaziantep, e gli arrivi di Pettinari e Jureskin, rispettivamente attaccante di riserva della Ternana e semisconosciuto esterno croato del Pisa. Troppo troppo poco.

E di fronte a questa gestione confusionaria, a tratti impacciata, della società, di fronte alla terza sconfitta consecutiva, di fronte ad una penuria tecnica impressionante, la tifoseria del Benevento, apparsa da tempo un po’ sconnessa, ieri si è di nuovo compattata. Cori forti, ma quanto mai eloquenti. Foggia, “delfino” di Vigorito, è stato tacciato come “pezzo di m****”. Per Cannavaro una divertente espressione dialettale: “te ne vai o no? Te ne vai sì o no?”. Pronta la risposta del Presidente, praticamente costretto ad esonerare i due napoletani. Tutti gli indizi porterebbero al duo ex Parma e Sampdoria Faggiano-D’Aversa. Ma qualsiasi scelta avrebbe il sapore di una rivoluzione tardiva, come quella estiva. Il mercato è chiuso. La squadra sembra essere in una situazione di difficoltà apparentemente insuperabile. Il baratro della Serie C sembra avvicinarsi sempre più. E quindi la domanda è: tutto questo non si poteva fare prima?

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