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Bonifica di Bagnoli, un libro riapre il dibattito sul futuro di Napoli ovest

03 Aprile 2023 1 Di Pietro Nigro

A Napoli la presentazione del libro del giornalista Massimiliano Bonardi riapre tra i cittadini il dibattito sul futuro della infinità bonifica di Bagnoli..

Bonifica di Bagnoli, il libro del giornalista Bonardi riporta il dibattito tra i cittadini

Una storia infinita, quella della bonifica di Bagnoli, la grande area a ovest di Napoli per lungo tempo occupata dallo stabilimento Italsider ed oggetto di una colossale quanto dispendiosa e soprattutto eterna opera di risanamento ambientale e rilancio urbanistico, sociale ed economico che dura da oltre mezzo secolo.

Una storia che ritorna ad appassionare i cittadini del quartiere, divisi tra la rassegnazione e la speranza di un nuovo futuro e che hanno partecipato ieri mattina alla presentazione del libro curato dal giornalista Massimiliano Bonardi “Bagnoli – passato, presente e futuro”.

Il libro, voluto dalla associazione Arci Mare Bagnoli e appena edito da Valtrend editore, è dedicato alla storia del quartiere dall’epoca greco-romana ad oggi, ed è stato presentato all’Auditorium, una delle prime opere costruite sull’area ex Italsider solo recentemente aperta al pubblico grazie ad una scuola di formazione teatrale e appunto per questa presentazione.

E l’evento, moderato da Marco Demarco, ex direttore del Corriere del Mezzogiorno e bagnolese di nascita, anche grazie alla presenza del subcommissario alla bonifica di Bagnoli Diomede Falconio, che non si è sottratto alle tante domande degli intervenuti ed ha anzi fornito tante novità sulla eterna bonifica in corso, ha permesso di fatto di riaprire il dibattito sul futuro della zona occidentale di Napoli e del suo litorale.

“Il libro parla di oltre trent’anni di promesse non mantenute, illusioni, speranze e delusioni per la popolazione di Bagnoli, rimasta orfana dell’industria che ha creato occupazione ma anche danni ambientali enormi, e poi gabbata dalla classe politica che per decenni ha portato avanti una eterna bonifica di cui ancora non si vede la fine, con sprechi ed inefficienze di cui non si sono mai neanche accertate le responsabilità. Ma i cittadini di Bagnoli, che hanno sempre tollerato pacificamente questa situazione, conservano anche l’ottimismo e la speranza che almeno questa sia la volta buona”.

Bonifica di Bagnoli, si finirà nel 2029?

La speranza che sia “la volta buona” viene mortificata da una bonifica di Bagnoli che procede da decenni, e la cui fine viene puntualmente annunciata e poi rimandata dagli uomini di governo nazionale e locale che ne hanno la responsabilità.

“Io credo che, dati i tempi richiesti dalle bonifiche in corso, il ground washing e la biofitorigenerazione – ha spiegato, con prudente cautela Falconio, attuale sub commissario alla Bonifica di Bagnoli nominato dal sindaco di Napoli Manfredi – si può dire che si finirà nel 2029, anche se alcune aree potranno essere restituite alla città anche prima, mano a mano che saranno finiti gli jnterventi che le riguardano”.

La cautela è d’obbligo, ovviamente, sia per la complessità degli interventi in corso, si soprattutto per il coacervo intrigato di problemi, anche legali, che si sono intrecciati intorno a questa bonifica, passata anche per lunghi contenziosi legali, inchieste giudiziarie e perfino per il fallimento della Bagnolifutura spa.

Proprio le questioni legali, ha fatto sapere Falconio, hanno tenuto lungamente impegnato il sucommissariato, chiamato a rimettere attorno allo stesso tavolo i vari soggetti coinvolti e a tentare di ricomporre i vari contenziosi con soluzioni di compromesso e transazioni.

Soluzioni che, ha riferito Falconio, almeno hanno permesso di chiudere finalmente il fallimento della Bagnoli futura spa, la riapertura dello stesso Auditorium che ha ospitato la presentazione del libro e nelle scorse settimane una Master class dell’attore Lello Arena per uno spettacolo in ricordo di Massimo Troisi, finito 10 anni fa e mai entrato in funzione e che ora verrà finalmente affidato in gestione al Comune di Napoli.

Un altro annoso contenzioso che si sta cercando di risolvere è quello con la Cementir, società del gruppo Caltagirone, che è Cquirente “non inquinattice” di una piccola aliquota del comprensorio , circa il 7 per cento del suolo inquinato, e che perciò contesta l’ammontare delle somme che dovrebbe pagare per il risanamento dell’area.

In particolare, stando ai dati forniti da Falconio, la bonifica dovrebbe costare in totale 1,8 miliardi di euro, di cui 400 milioni già stanziati dal Governo, e gli altri comunque già individuati.

La bonifica, insomma, dovrebbe procedere senza troppi intoppi, almeno finanziari, con un orizzonte temporale che dovrebbe arrivare al massimo fino al 2029, e prima per alcune  aree già bonificate.

La vera sfida, dunque, che è anche quella che più interessa i cittadini, è di iniziare a progettare realmente il futuro destino dell’area, che secondo le visioni dell’attuale governance del  ommissariato, potrebbe si ospitare qualche esperienza di Archeologia industriale, ma non certo i sedici manufatti finora ipotizzati, e comunque solo se se ne progetta una valida trasformazione in museo, non certo in “mausoleo”, come ha sottoljneato Falconio ieri.

E dunque, cosa potrebbe esserci al posto della Italsider nel futuro di Bagnoli?

A quanto riferito durante il convegno, sicuramente insediamenti residenziali e commerciali, che ovviamente dovranno essere realizzati da privati a cui occorre assicurare tuttavia la fattibilità di opere e investimenti.

E poi soprattutto occasioni di lavoro significative e moderne, favorite dal possibile sviluppo di imprese innovative e tecnologicamente avanzate, per esempio nel settore dell’energia e della produzione energetica geotermica, e nell’industria culturale e “del tempo libero”, come potrebbe essere per il polo dell’industria cinematografica da realizzare nell’area ex Nato.

Infine, e sarebbe il fiore all’occhiello, il rilancio turistico ricettivo, con alberghi che lo stesso Falconio ha assicurato dovranno essere creati in prospettiva del mare e non certo della montagna retrostante, e con uno sviluppo che necessariamente deve fare perno sulle risorse del litorale, sul recupero della balneabilitá delle acque, sul ripristino “ragionevole” della linea di costa, sul risanamento della colmata a mare, che va rimodulato perchè da sola richiede una spesa di 250 milioni di euro e l’enorme problema dello smaltimento dei materiali, e sul futuro grande porto turistico da 750 posti barca.

 

 

 

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