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Canova gloria trevigiana, la Bellezza dell’antico in mostra a Treviso

Canova gloria trevigiana, la Bellezza dell’antico in mostra a Treviso

03 Maggio 2022 0 Di ItaliaNotizie24

Eccezionale mostra – Canova gloria trevigiana – quella che i Musei civici dedicano allo scultore dal 14 maggio al 25 settembre.

Canova gloria trevigiana, la Bellezza dell’antico in mostra a Treviso

Si annuncia di assoluto ed eccezionale rilievo Canova gloria trevigiana: dalla bellezza classica all’annuncio romantico, la grande mostra che si terrà dal 14 maggio al 25 settembre al Museo Bailo di Treviso. La mostra, curata da Fabrizio Malachin, Giuseppe Pavanello e Nico Stringa, presenta Canova e la bellezza dell’antico, ma anche Canova come straordinario contemporaneo annunciatore romantico.

Molti gli elementi che concorrono a renderla eccezionale.

A cominciare dall’ambiente programmato da Canova a palazzo Papafava, che è stato ricreato all’interno della mostra. Quell’ambiente, infatti, porta il confronto Antico / Moderno alla sua massima essenza: Apollo del Belvedere a confronto con il Perseo trionfante, e il Gladiatore Borghese, altra opera celeberrima, a confronto con il Creugante. È il ‘teorema perfetto’.

Ma non basta: per la prima volta le opere vengono inoltre esposte sui loro basamenti originali restaurati per l’occasione.

E per di più, tra le duecento testimonianze canoviane in mostra, la maggior parte delle quali mai esposte al pubblico, ci saranno anche i due spettacolari gessi originali dello scultore, patrimonio delle Assicurazioni Generali, giunti nelle scorse ore a Treviso dopo essere stati sottoposti ad una campagna di restauro.

Nato a Treviso e riscperto a Treviso

La relazione tra Canova e Treviso è tanto profonda quanto inedita. “Nato trevigiano”, a Possagno, è a Treviso che nacque il suo ‘mito’ e la riscoperta critica della sua opera.

Già a partire dalla leggenda del bambino prodigio che, in casa Falier ad Asolo, inventò su due piedi una scultura a forma di leone da un pezzo di burro per sopperire a una mancanza durante un banchetto, messa in circolo a Treviso nel 1803.

Treviso fu prima nelle celebrazioni dopo la morte: nel 1823 commissionò la realizzazione di un busto a Luigi Zandomeneghi e un componimento musicale al miglior musicista, Gioachino Rossini, per onorarne la memoria (queste musiche accompagneranno il visitatore in mostra). E ancora, nel 1957, per il secondo centenario della nascita, la prima mostra monografica e l’unica in Italia a indagare criticamente tutta l’opera dello scultore.

Da questa valorizzazione prende le mosse la mostra “Canova gloria trevigiana: dalla bellezza classica all’annuncio romantico”, a cura di Fabrizio Malachin, Giuseppe Pavanello e Nico Stringa, una esposizione che sembra completare una sorta di trilogia come quelle recenti di Napoli (che indagava il rapporto con l’antico) e Roma (la bellezza): Canova e la bellezza dell’antico quindi, ma anche Canova come straordinario contemporaneo annunciatore romantico.

In mostra tra le 150 opere molti inediti assoluti

Diversi i temi canoviani in mostra: dalle sculture eroiche, con l’inedito gesso del Cavallo preparatorio del famoso gruppo Il Teseo in lotta con il centauro di Vienna, alla modernità romantica, con le meditazioni sulla figura femminile afflitta (siamo nel campo delle Maddalene) e i gruppi gentili e amorosi (Amore e Psiche). E ancora i ritratti, le incisioni, le celebrazioni canoviane, la fotografia: un percorso ricco di oltre di oltre 150 opere, sviluppato in 11 sezioni.

Il grande Scultore trevigiano sarà il protagonista della mostra ma non manca l’attenzione al patrimonio civico. Non solo la Galleria dell’Ottocento ma anche diverse opere inedite canoviane riemerse durante la preparazione della mostra, come un busto con il Ritratto di Antonio Canova di Antonio D’Este. E ancora, vere reliquie, il calco della mano e la maschera funeraria dell’artista. Un corpus di lettere inedite, e il grande libro con 86 incisioni canoviane donate dal fratello Giambattista Sartori Canova a Treviso nel 1837.

Accanto, una sequenza di materiali canoviani che, raramente sono usciti dalle segrete stanze dei Civici Musei per essere mostrate. Tra essi, il prezioso bozzetto delle Tre Grazie, dove a ben guardare si potrebbero scoprire le impronte del maestro.

Naturale prosecuzione della mostra è la Galleria dell’800, che accoglie opere di grande interesse, in un nuovo allestimento che valorizza il patrimonio civico, ma con una forte attenzione alle nuove tendenze e al multimediale, mai rinunciando alle fondamentali basi scientifiche.

La grande retrospettiva su “Canova Gloria Trevigiana” introduce infatti alla sezione del nuovo Museo Bailo tutta riservata all’Ottocento: è un passaggio fisiologico che conduce a scoprire l’arte a Treviso e nel Veneto a partire dagli anni connotati dalla straordinaria luce dello scultore per dipanarsi lungo il secolo.

In questa sezione troviamo artisti ed opere notissime accanto ad altre “svelate” da questo nuovo allestimento, sino ad ora relegate nei depositi dalla ristrettezza degli spazi espostivi del “vecchio” Bailo.

Canova gloria trevigiana è anche un viaggio nell’Ottocento svelato

Il viaggio nell’Ottocento svelato prende avvio dai sontuosi ritratti di due dei “padri fondatori” della Pinacoteca Civica: lei è Margherita Prati Grimaldi, nel luminoso dipinto di Andrea Appiani. Lui è Sante Giacomelli, nel ritratto di Natale Schiavoni.

La nobildonna legò al Comune di Treviso nel 1851 un nucleo di dipinti destinati a costituire il primo nucleo della Pinacoteca civica, mentre il secondo nel 1874 legò alla appena costituita Pinacoteca ben 54 opere prevalentemente ‘contemporanee’ all’epoca, che costituiscono il nucleo principale della Galleria dell’800.

In mostra anche il “Gruppo di famiglia” di Francesco Hayez, in cui il pittore si ritrae all’età di 16 anni: prima opera nota dell’artista.

Alla Galleria Canova del Ballo anche gli scatti artistici canoviani e lo spettacolo multimediale

Ad arricchire ulteriormente la proposta della nuova Galleria Canova del Bailo, due importanti plus.

Innanzitutto, quasi una ‘mostra nella mostra’, una selezione di 30 straordinari scatti artistici canoviani del fotografo Fabio Zonta: 30 fotografie di grande formato, a dare corpo ad una monografica. La ‘lente’ interpretativa del fotografo mette in rilievo la tridimensionalità delle opere, accentuando dettagli, soggetti, espressività.

Una sorpresa tutta da scoprire è l’intervento creativo di Anderson Tegon con Pepper’s Ghost: un suggestivo spettacolo video-multimediale all’interno della Galleria.

Un’offerta quindi di proposte articolate, a indicare la linea che connoterà il Nuovo Bailo come luogo di contaminazione tra le arti, fedele al compito di valorizzare il patrimonio civico, ma con una forte attenzione alle nuove tendenze e al multimediale, mai rinunciando alle fondamentali basi scientifiche.

Arrivano da Trieste i due gessi dell’artista mai visti prima

Tra le novità i due spettacolari gessi originali dello scultore, patrimonio delle Assicurazioni Generali, giunti nelle scorse ore a Treviso dopo essere stati sottoposti ad una campagna di restauro.

Si tratta di due opere di grandi dimensioni (141 x 280 cm), raffiguranti due diversissimi soggetti, l’uno – realizzato dall’artista tra il 1787 e il 1790, raffigurate “La morte di Priamo”; il secondo, datato al biennio immediatamente successivo, raffigurante “La danza dei figli di Alcinoo”; entrambi in origine appartenenti alla Collezione Albrizzi.

“Il sublime tragico è protagonista della prima composizione, dove domina il dolore e l’angoscia, e con accenti di verità arditi e nuovi, specie nella scelta di rappresentare Pirro totalmente ignudo”, spiega Fabrizio Malachin, direttore dei Musei Civici di Treviso e Curatore della Mostra. “Oltre all’ardimento di quel nudo, offerto allo sguardo dell’osservatore con tale evidenza, brani intensissimi sono le figlie di Priamo: a sinistra, con le braccia spalancate verso l’alto implorano pietà, come la Maddalena ai piedi della Croce in un’opera dei ‘primitivi’; a destra, fuggono atterrite, una stringe il suo bambino come nelle Stragi degli innocenti; e ancora, all’estrema sinistra, la moglie di Priamo sviene e a stento viene sorretta, ricordo di una Vergine ai piedi della Croce. Compagno di questo bassorilievo è la “Danza dei figli di Alcinoo” (argomento questa volta la gioia, la grazia, la vivace ilarità). Episodi entrambe ispirati alle vicende della guerra di Troia e all’epopea di Ulisse, attingendo all’Odissea e al II libro dell’Eneide”

La serie dei bassorilievi in gesso viene a inscriversi in quella che si può definire, usando un termine in auge nell’arte contemporanea, una produzione seriale; e pure in questo Canova rivela caratteri che contribuiscono a indicarlo come il primo artista moderno.

Queste opere sono la dimostrazione della gara ingaggiata dallo scultore per sostenere il primato della sua arte sulla pittura: opere quindi di carattere narrativo. La sfida è ancora più impegnativa dove si chiede alla scultura di affrancarsi dal peso.

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