Contenuto Pubblicitario
Comunità energetiche rinnovabili, le imprese del settore: Troppi ostacoli

Comunità energetiche rinnovabili, le imprese del settore: Troppi ostacoli

21 Novembre 2022 0 Di Redazione Italia Notizie 24

Ecco il Position Paper pubblicato dal Laboratorio Ref Ricerche con la percezione delle imprese del settore sulle Comunità energetiche rinnovabili.

Ecco le conclusioni a cui giunge il Position Paper sulle percezioni delle imprese del settore energetico sulle comunità energetiche rnnovabili, che riceviamo dal Laboratorio Ref Ricerche (laboratorioref.it/il-primo-barometro-delle-imprese-del-settore-energetico-verso-le-comunita-energetiche-rinnovabili/), e che volentieri pubblichiamo.

Comunità energetiche rinnovabili, le imprese del settore: Troppi ostacoli

Il tema delle Comunità Energetiche Rinnovabili sta avendo notevole risalto nel dibattito sulle strategie da implementare per ridurre l’incertezza sui costi energetici futuri.

In questo contesto, il Laboratorio REF Ricerche ha promosso una survey per indagare il livello di conoscenza e iniziativa a proposito delle Comunità Energetiche, diretto alle aziende attive nel settore energetico, dalla generazione di elettricità ai servizi idrici.

Nel dettaglio, si analizzano le risposte ricevute a proposito di opportunità, criticità, ostacoli e livello di partecipazione dei cittadini, con rimandi alle ultime novità regolatorie.

In un precedente Position Paper pubblicato nel gennaio di quest’anno (n. 201), avevamo scritto di come – dopo lunga attesa – la disciplina comunitaria che regola le cosiddette “comunità energetiche” fosse stata recepita anche nel nostro ordinamento.

Oggi, giunti alla fine del 2022, notiamo come la strada verso un’ampia diffusione del modello delle Comunità Energetiche Rinnovabili o CER presenti ancora molti ostacoli, soprattutto legati alla difficoltà di mettere d’accordo soggetti diversi e alla incertezza della normativa.

Tutto ciò nonostante il risalto e l’interesse ad esse riservati all’interno del dibattito sulle strategie da implementare per ridurre l’incertezza sui costi futuri e dare corso alla Transizione energetica. Le CER, infatti, trasformando i privati cittadini (famiglie e aziende) da semplici consumatori ad attivi produttori di energia pulita, hanno proprio l’obiettivo di favorire la Transizione energetica attraverso una migliorata consapevolezza sui temi della sostenibilità e una spinta agli investimenti in nuove tecnologie di generazione rinnovabile distribuita e nell’ottimizzazione dei profili di consumo.

Per comprendere meglio quanto accade, noi del Laboratorio Ref Ricerche abbiamo diffuso tra 62 addetti ai lavori, attivi in aziende nei settori della generazione e vendita di elettricità, infrastrutture per l’e-mobility e servizi idrici, un sondaggio sulle CER.

Gli obiettivi dell’indagine sono: fare emergere opportunità e difficoltà e comprendere qual è lo stato delle iniziative in atto da parte dei principali player italiani.

Tutto ciò anche alla luce delle recenti modifiche ai requisiti e alla pubblicazione da parte di ARERA del Documento di Consultazione 390 a tema CER, la cui risoluzione potrebbe portare ad importanti novità.

Comunità energetiche, questione per pochi

Ma andiamo con ordine e osserviamo i risultati. Innanzitutto, quanto gli esperti intervistati sono coinvolti nella questione? Su 62 rispondenti, solo 9 sono già organizzatori o fornitori di servizi di una CER. 27 di essi dicono di aver dedicato tempo ad una riflessione sulle Comunità energetiche rinnovabili, mentre 12 ammettono di averne fatto solo una valutazione sommaria. 11, invece, affermano di non aver approfondito la questione.

Le poche organizzazioni già coinvolte in una CER, così come quelle che hanno già considerato attentamente questa opportunità, sono di dimensioni diverse, da micro-imprese con meno di 15
dipendenti a giganti con più di 1.000 addetti. I settori di provenienza sono vari, legati in particolare alla generazione e vendita di elettricità e alle infrastrutture per la mobilità elettrica.

La nostra indagine rivela, inoltre, che il coinvolgimento di consumatori o comunità locali negli investimenti in infrastrutture energetiche, anche con modalità già consolidate prima dell’introduzione delle CER, è piuttosto limitato. Meno di 10 rispondenti su un totale di 62 hanno messo in atto iniziative legate alle Comunità energetiche rinnovabili o aperto alla partecipazione finanziaria diretta dei cittadini e/o degli enti locali.

La partecipazione e l’ascolto di cittadini e/o enti locali nella fase di progettazione dell’investimento è leggermente più diffusa, ma rimane molto raro l’effettivo coinvolgimento degli enti locali nella fase decisionale vera e propria.

Sono invece più frequenti misure unidirezionali di comunicazione dall’impresa alla cittadinanza: quasi metà dei rispondenti dichiara infatti di ricorrere a campagne di informazione e circa un quarto mette in atto iniziative di rendicontazione pubblica del proprio operato.

Cer, un aiuto alla Transizione e contro la povertà energetica

La maggior parte dei rispondenti è convinta che le Comunità energetiche rinnovabili possano aumentare la consapevolezza della cittadinanza nei riguardi della Transizione energetica. Inoltre, circa la metà ritiene che le comunità energetiche contribuiranno a ridurre la povertà energetica, proteggendo così le fasce sociali più deboli che, diversamente, rischierebbero di essere lasciate indietro.

Il giudizio è meno netto, invece, sulla capacità delle CER di rendere più equa la transizione energetica: soltanto 7 rispondenti su 61 si dichiarano apertamente in disaccordo, ma ben 18 hanno una posizione neutrale e 11 dichiarano di non saper valutare.

Vi è consenso sulla capacità delle CER di accelerare gli investimenti nella generazione rinnovabile, mentre emerge un marcato scetticismo sulla loro capacità di ridurre la necessità di investire nelle reti elettriche.

Gli ostacoli alla diffusione: difficoltà di mettere d’accordo soggetti diversi, incertezze normative e complessità delle procedure

Ragionando sugli ostacoli alla diffusione, la prima criticità viene vista nella difficoltà a mettere d’accordo soggetti diversi. Le CER, infatti, prevedono un coinvolgimento attivo di soggetti numerosi, con profili e priorità eterogenei: cittadini, piccole imprese ed enti locali.

Seguono, citate da più di un terzo del campione, l’incertezza del quadro normativo e la complessità delle procedure, già segnalate in passato da Ref Ricerche come potenziali elementi di difficoltà.

L’attesa per i decreti attuativi del d. lgs. 199/2021 e il lungo iter propedeutico alla loro pubblicazione evidentemente non giovano a un segmento di attività che riscuote molto interesse, anche alla luce della congiuntura difficilissima che caratterizza i mercati dell’energia, ma che ha evidentemente bisogno di trovare più rapidamente spazi di sperimentazione, apprendimento e crescita.

Tra gli altri possibili ostacoli allo sviluppo delle CER, la mancata consapevolezza tra i potenziali soggetti interessati e l’assenza di competenze specifiche sono citate rispettivamente da 18 e 17 rispondenti su 52. La mancanza di competenze interessa in particolare coloro che più facilmente potrebbero essere iniziatori, cioè enti locali e aggregazioni di cittadini.

Qual è il soggetto più indicato per promuovere le CER? Secondo buona parte dei rispondenti
l’iniziativa dovrebbe partire da un ente locale, dai cittadini e dalle piccole medie imprese o da una multi-utility locale. La dimensione territoriale e il legame con la comunità sono percepiti come elementi molto forti e in grado di influire sul successo di questa nuova modalità di autoproduzione e consumo. Le imprese tradizionali del settore energetico, in particolare quelle attive nella gestione della rete, sono viste invece come meno avvantaggiate.

Questi risultati contrastano, in parte, con le valutazioni espresse dagli stessi rispondenti in altre sezioni del questionario.

Più della metà dei rispondenti ha dichiarato infatti di essere convinta che le imprese tradizionali del settore energetico avranno un ruolo attivo e centrale nella promozione delle CER e si porranno come intermediari per enti locali e cittadini interessati ad avviarne una.

Quasi tutti concordano, inoltre, che una maggiore dimensione delle organizzazioni coinvolte nelle CER sia un vantaggio in termini di maggiori capacità di investimento, migliori competenze tecniche, maggiore possibilità di individuare processi standardizzati e replicabili.

Alcuni hanno tuttavia considerato che la specializzazione in uno specifico segmento della filiera, come quello nascente delle CER, può compensare almeno in parte il vantaggio dato dalla maggiore dimensione, e hanno osservato che le grandi aziende energetiche sono talvolta considerate con sospetto dai cittadini.

Il questionario ha anche indagato quali attività relative alle CER siano percepite dai rispondenti
come opportunità per la propria organizzazione. Al momento, la fornitura di dispositivi tecnologici, inclusi gli impianti di generazione rinnovabile, riscuote il maggiore interesse, seguita dalla fornitura in leasing di impianti di generazione rinnovabile e dalla installazione e manutenzione degli stessi.

Sembrano ragionevolmente interessanti anche la fornitura di servizi più sofisticati di gestione di produzione e consumo all’interno della CER e l’intermediazione nella fase di istituzione della comunità stessa.

 

Per approfondire: Il primo barometro delle imprese del settore energetico verso le comunità energetiche rinnovabili, Position Paper n. 226, Laboratorio Ref Ricerche – novembre 2022.

Contenuto Pubblicitario
Banner Istituzionale Italpress 666x82