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Elezioni in Francia, pochissimi voti e Macron fa il pieno di deputati

Elezioni in Francia, pochissimi voti e Macron fa il pieno di deputati

12 Giugno 2017 0 Di Pietro Nigro

Risultato paradossale alle elezioni in Francia: record di astensioni ma il partito del presidente Macron opziona una schiacciante maggioranza di deputati ed esalta i mercati.

Elezioni in Francia, record di astensioni

Astensionismo record alle elezioni in Francia di ieri, domenica 11 giugno. Il numero di elettori partecipanti al voto ha raggiunto il minimo storico. In compenso, Emmanuel Macron, che in meno di un anno ha rotto con i socialisti, ha fondato il suo movimento ed è diventato presidente della Repubblique, ha vinto il primo turno delle elezioni e si appresta a fare il pieno di deputati all’assemblea legislativa francese. Al contempo, non solo ha ridimensionato destra e sinistra, ma ha messo in crisi anche il Front National di Marine Le Pen.

Al primo turno, domenica, ha votato solo il 47 per cento degli elettori, il livello massimo di astensionismo nei sessant’anni di vita della Quinta repubblica. E sono stati assegnati solo 4 dei 577 seggi dell’Assemblea nazionale. Per tutti gli altri, se ne parla al ballottaggio previsto il 18 giugno.

E il movimento di Macron, En Marche, ha ottenuto il 28,2 per cento dei voti, consegnando al presidente eletto un mese fa una solida opzione per vincere buona parte dei ballottaggi del secondo turno e assicurandogli così quella solida maggioranza che gli occorre per governare.

Allo sbando, invece, i partiti maggiori, quelli che per decenni si sono alternati alla guida del Paese, i Socialisti e i Conservatori.

I Repubblicani e l’Unione dei Democratici e degli Indipendenti arrivano secondi, con il 18,8 per cento dei voti, ma si ritiene che al ballottaggio possano addirittura dimezzare i loro seggi. Secondo alcune stime, la sfida del 18 giugno potrebbe chiudersi con 400 seggi contro 100 a favore di Macron.

Il Front national di Marine Le Pen (FN) si è fermato al 13,2 per cento, e i Socialisti appena al 7,4. Percentuali che non lasciano sperare niente di buono per il ballottaggio: secondo i sondaggi, il Fn si e no conserverà i due seggi conquistati nel 2012, mentre i Socialisti, che vengono da cinque anni di governo e sono i veri sconfitti di questa elezione, si ridurranno a 30, massimo 40 seggi. E sempre che ciascun leader riesca a convincere i suoi elettori a tornare, o in molti casi ad andare alle urne il 18 giugno.

Insomma, è un quadro completamente stravolto, e largamente inatteso, quello che emerge dal primo turno di ballottaggio.

Ovviamente, a Macron non sfugge di avere ottenuto una maggioranza scarsamente rappresentativa. Non a caso, una delle prime dichiarazioni rilasciate oggi dal portavoce del governo di Macron Christophe Castaner al Tele France 2 individua la grande sfida che il suo Esecutivo dovrà affrontare: “E’ una precisa responsabilità del governo, del presidente, e del primo ministro ripristinare la fiducia nel processo elettorale”:

 

Elezioni, Macron incassa l’ok dai mercati

Intanto, dai mercati arrivano chiari segnali di gradimento, se non di approvazione per il risultato di Macron al ballottaggio, che gli dovrebbe consentire quelle riforme ritenute necessarie per risollevare le sorti dell’economia francese.

In calo, ad esempio, lo spread del debito pubblico francese rispetto l benchmark tedesco. Il rendimento obbligazionario dei titoli francesi a 10 anni è sceso di 3 punti base, fermandosi allo 0,62 per cento: il divario rispetto al Bund tedesco si è attenuato a circa 36 punti base da circa 39 di venerdì scorso.

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