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Firenze, Yan Pei-Ming irrompe a Palazzo Strozzi

Firenze, Yan Pei-Ming irrompe a Palazzo Strozzi

07 Luglio 2023 0 Di Patrizia Russo

Yan Pei-Ming irrompe a Palazzo Strozzi di Firenze – dal 7 luglio al 3 settembre 2023 – con le sue tele monumentali che uniscono storia e contemporaneità.
Celebri opere d’arte, personaggi pubblici e soggetti intimi dialogano nella sua opera per riflettere sulla condizione umana tra forme convenzionali e attualità, realtà e immaginazione.

A Firenze la più grande mostra dedicata a Yan Pei-Ming

Dal 7 luglio al 3 settembre 2023 Palazzo Strozzi a Firenze presenta Yan Pei-Ming. Pittore di storie.

Pape Innocent X bleu 2022 – Collezione privata Photography: Clérin-Morin © Yan Pei-Ming, ADAGP, Paris, 2023

Quella esposta, nella città dei Medici, è la più grande mostra mai dedicata in Italia all’artista franco-cinese.

L’esposizione propone un percorso di oltre trenta opere che permettono di esplorare la potente e originale ricerca dell’artista sulla relazione tra immagine e realtà, in un cortocircuito tra vita personale e storia collettiva, simboli e icone della cultura e della storia dell’arte tra Oriente e Occidente.
Celebre per una profonda e appassionata riflessione sulla pittura nell’arte di oggi, Yan Pei-Ming invita a ripensare il rapporto tra storia e contemporaneità, memoria e presente.

 

Esplorando generi come il ritratto, il paesaggio, la natura morta e la pittura di storia, i suoi dipinti prendono vita a partire dal modello di immagini fotografiche estrapolate da fonti diverse, come immagini personali, copertine di giornali, still cinematografici o celebri opere della storia dell’arte.

Le tele monumentali di Yan Pei-Ming portano a riflettere sulla condizione umana

Les Funérailles de Monna Lisa, 2009 – Collezione privata – Photography: André Morin © Yan Pei-Ming, ADAGP, Paris, 2023.

Yan Pei-Ming ci porta a riflettere sulla contraddizione tra realtà e rappresentazione, verità e costruzione delle immagini, tema sempre più centrale nell’era della riproduzione e della condivisione digitale della storia pubblica e delle nostre vite private.
È così che in mostra si alternano monumentali autoritratti e ritratti della madre e del padre o di personaggi storici come Mao Zedong e Adolf Hitler insieme a originali reinterpretazioni di opere come la Monna Lisa di Leonardo, l’Innocenzo X di Velázquez o di due copertine della rivista «Time» dedicate rispettivamente nel 2008 al presidente russo Vladimir Putin e nel 2022 a quello ucraino Volodymyr Zelensky.

 

 

In diretta connessione con l’Italia l’esposizione ospita, inoltre una sequenza di dipinti legati a celebri immagini fotografiche che hanno documentato drammatici momenti della storia italiana del Novecento, in una sorta di trilogia di deposizioni laiche: l’esposizione a testa in giù dei corpi di Benito Mussolini e Claretta Petacci a Piazzale Loreto a Milano nel 1945; il corpo riverso di Pier Paolo Pasolini all’idroscalo di Ostia nel 1975; il ritrovamento di Aldo Moro nel bagagliaio di un’auto a Roma nel 1978.

Biografia dell’artista

Nato a Shanghai nel 1960 e cresciuto nel momento del culmine del culto della personalità di Mao e della
Rivoluzione culturale, si è formato sulla storia dell’arte europea fondendo insieme tecniche, fonti e temi che ibridano Oriente e Occidente.

Yan Pei-Ming si trasferisce nel 1980 in Francia, dove oggi vive e lavora. Come egli stesso afferma:

«presumo di essere un artista cinese ed europeo, ma sono prima di tutto un artista».

Fondamentali per l’artista sono modelli iconografici della cultura visiva occidentale, ma a questi si uniscono anche soggetti che rimandano in maniera diretta alla Cina come le figure della tigre e del dragone o quelle di Mao e Bruce Lee, mito della sua infanzia e iconico anello di congiunzione tra Ovest ed Est, Hollywood e Hong Kong.
Yan Pei-Ming è pittore di storia e di storie: “pittore di storia” quando rilegge momenti iconici del passato anche
recente, ma anche “pittore di storie” personali. Come egli stesso afferma:

«non sono un pittore romantico, sono un pittore del nostro tempo».

Ritraendo sé stesso e i propri familiari o celebri figure o momenti storici, Yan Pei-Ming esalta un rapporto diretto e quasi brutale con i propri modelli attraverso uno stile basato su pennellate vigorose e ampie stese direttamente senza disegni preparatori.

Yan Pei-Ming, 2018 Photography: Marie Clérin © Yan Pei-Ming, ADAGP, Paris, 2023

Egli stesso si definisce “pittore d’assalto”: Yan Pei-Ming attacca la tela con grande energia, quasi in un corpo a corpo con la materia pittorica. La tavolozza è spesso bicolore: nera e bianca, rossa e bianca, blu e bianca.

Il colore diviene un modo per amplificare la forza espressiva dei suoi quadri, spesso creati in formati monumentali, in cui lo spettatore sembra poter “entrare”.

Le immagini diventano quasi astratte a distanza ravvicinata, macchie di colore che si intrecciano e sovrappongono, acquisendo nitidezza solo da lontano.

La stessa nitidezza che si può percepire per avvenimenti di un passato prossimo, che necessitano di un distacco cronologico per essere compresi e analizzati.

Il contributo di Yan Pei-Ming alla Biennale di Venezia del 2003 lo ha consacrato come figura di spicco della scena artistica internazionale.

Sei anni dopo il Louvre lo ha invitato a confrontarsi con la Gioconda in una serie di dipinti intitolata Les Funérailles de Monna Lisa.

Negli ultimi anni ha tenuto mostre personali al Des Moines Art Center, Des Moines , 2008; all’Ullens Center for Contemporary Art, Pechino, 2009; al QMA Gallery, Doha, 2012; al Beijing Center for the Arts, Pechino, 2014; al CAC Málaga, Málaga, 2015; a Villa Medici, Roma, 2016; al Museo Belvedere, Vienna, 2016.

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