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Giustizia sociale e sanitaria, sabato l’appello dell’associazione Valentina per l’assistenza ai tetraplegici

Giustizia sociale e sanitaria, sabato l’appello dell’associazione Valentina per l’assistenza ai tetraplegici

27 Settembre 2023 0 Di Pietro Nigro

Si tiene sabato 30 settembre a Roma la manifestazione Giustizia sociale e Sanitaria, promossa dall’associazione Valentina per lanciare un appello per l’assistenza ai tetraplegici.

Giustizia sociale e sanitaria, sabato da Roma l’appello delle associazioni per l’assistenza ai tetraplegici

Ssarà lanciato sabato 30 settembre da PIazza Santi Apostoli a Roma durante la manifestazione Giustizia Sociale e Sanitaria l’appello del’Associazione Valentina per l’Assistenza ai Tetraplegici.

L’evento rappresenta un’importante chiamata alle istituzioni affinché intervengano con leggi adeguate a sostegno del sociale e del sanitario.

Per questo l’iniziativa, promossa dall’Associazione Valentina, vede la partecipazione e il sostegno attivo di numerose associazioni tra cui Meda, Italiabile, Fondazione Fias International, Anas, Uci, Mrcg, Ens, Vox populi Gol e Dc Libertas.

Tutte queste organizzazioni si uniscono all’associazione fondata da Valentina Valenti per un unico obiettivo: promuovere il diritto alla vita attraverso un sistema di giustizia sociale e sanitaria efficace.

La manifestazione vuole sottolineare infatti che la salute, la cultura e la capacità di produrre ricchezza collettiva sono indicatori fondamentali del benessere di una società. La vita è un valore inestimabile, e il diritto alla sanità comincia dalla prevenzione e prosegue con l’assistenza alle persone vittime di circostanze drammatiche.

Le organizzazioni coinvolte sostengono che la legge deve essere lo strumento principale per creare equilibrio nella società. Ciò implica la promozione di interventi strutturali, assistenziali, professionali e risorse economiche a supporto delle persone per tutta la durata della loro vita.

In particolare, si sottolinea che l’assistenza ai tetraplegici, sia bambini, adulti o anziani, non è attualmente allineata con le necessità e i bisogni di coloro che vivono queste circostanze difficili. È un appello dunque quello di sabato prossimo per una maggiore attenzione alle loro esigenze e una risposta più adeguata da parte delle istituzioni.

Il messaggio chiave di questa manifestazione è che la dignità di ogni individuo è un riflesso della grandezza di una società. La civiltà, la consapevolezza e la saggezza di una nazione si manifestano nella cura e nell’attenzione verso le persone più vulnerabili.

La manifestazione rappresenta un passo importante nella lotta per i diritti delle persone disabili, in particolare per coloro con lesioni spinali.

L’Associazione Valentina, che è al centro di questo impegno, è stata fondata nel 1996 da Valentina Valenti, tetraplegica da quando nel 1988 ha avuto un grave incidente durante l’ora di ginnastica al Liceo Augusto Righi di Roma.

Purtroppo, oltre alla vicenda sanitaria in cui è stata coinvolta, a cominciare dalle operazioni chirurgiche, Valentina è stata protagonista di una incredibile vicenda giudiziaria, che dura ancora oggi e che ha dovuto affrontare per vedersi riconosciuta la sua situazione.

Oggi, 35 anni dopo quell’incidente, l’Associazione VALENTINA e le altre organizzazioni coinvolte dimostrano che la determinazione e l’impegno possono portare a un cambiamento significativo nella società.

La manifestazione “Giustizia Sociale e Sanitaria” rappresenta un passo importante verso un futuro in cui tutti possano godere del diritto alla vita e all’assistenza adeguata.

Il caso di Valentina Valenti, il cuore della lotta per i diritti dei disabili

Valentina Valenti è diventata disabile tetraplegica a seguito di un incidente avvenuto durante lo svolgimento di un esercizio nell’ora di educazione fisica. Era il 22 settembre 1988, al Liceo Augusto Righi di Roma, primo giorno di scuola dell’ultimo anno di liceo.

Da allora è rimasta paralizzata e da 35 anni vive su una sedia a rotelle, su cui ha condotto una pluridecennale battaglia giudiziaria a cui è stata costretta e che è arrivata fino alla Cassazione e alla Corte Europea di Giustizia per ottenere il riconsocimento dei propri diritti e addirittura per dimostrare di non essere colpevole dell’incidente che le è capitato.

Quella mattina la nuova professoressa di ginnastica invitò le allieve a tentare salti e capriole senza utilizzare le mani. Valentina, quando ci ha provato, è purtroppo finita su un materassino sottilissimo ed usurato ed è caduta sulla testa, con le braccia e le gambe ripiegate su se stessa. La professoressa non capì subito, e quando si rese conto che era successo qualcosa di grave, fece addirittura spostare la ragazza, tanto che forse le schegge della vertebra spezzata, spostate, procurarono altri danni irreversibili al midollo spinale.

Nessuno chiamò l’autoambulanza con la barella “a cucchiaio”, quella adatta a chi non deve essere mosso, e da quel giorno Valentina è una tetraplegica: dal collo in giù i suoi arti e quasi tutte le sue funzioni sono compromessi.

Al Policlinico, al Pronto soccorso non c’era una sala operatoria sterile per intervenire sulla compressione midollare delle vertebre C4 e C5, forse si persero ore preziose, e solo alle 18 al Gemelli Valentina fu sottoposta ad una operazione per l’innesto iliaco che poteva aiutare a stabilizzare la colonna vertebrale.

Sette giorni dopo, la ragazza fu portata in Germania, ad Heidelberg, dall’allora famoso professor Paeslack che riuscì a farla stare a sedere senza collare. A giugno Valentina sostenne la maturità scientifica e si iscrirre a Legge. E man mano ha ricominciato ad avere una sensibilità superficiale al tatto, poi al dolore; poi, ha iniziato a muovere un braccio e infine anche l’altro.

Successivamente, ha fondando un’ associazione che porta il suo nome, Valentina, principalmente per far sì che lo Stato riconoscesse anche i tetraplegici come Grandi Invalidi, insieme a ciechi e invalidi di guerra, e quidi per ottenere per i tetraplegici quell’ assistenza 24 ore su 24 indispensabile per chi non ha la possibilità di svolgere in autonomia la puir minima funzione vitale, come bere o mangiare.

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