
Grubicy De Dragon in mostra a Livorno
22 Aprile 2022Il Museo della Città di Livorno, dall’8 aprile al 10 luglio 2022, ospita la mostra Vittore Grubicy De Dragon. Un artista poliedrico: mecenate, mercante, critico d’arte e scopritore di talenti che incise sulla scena artistica internazionale tra il divisionismo e il simbolismo.
Il percorso di visita della mostra Vittore Grubicy De Dragon
La mostra Vittore Grubicy De Dragon al Museo della Città di Livorno racconta l’artista, vissuto a Milano tra la fine dell’Ottocento e i primi anni del Novecento, soffermandosi su come abbia inciso sulla scena artistica internazionale tra il divisionismo e il simbolismo.
Il percorso espositivo segue più fili paralleli di racconto: l’uomo, le sue passioni, le sue scelte di vita, gli ambienti italiani e internazionali che ebbe a frequentare e l’arte del suo tempo, che seppe precorrere, guidare, promuovere e poi lui stesso interpretare.
E con l’arte, il nuovo che era in arrivo, di cui coglie le opportunità, innanzitutto quelle offerte dai progressi delle tecniche di riproduzione, perfette per creare un nuovo mercato o allagarlo. Il tutto in anni in cui si transita dalla scapigliatura, al divisionismo giungendo sino agli esordi del futurismo. Come puntualmente, e con ricchezza di testimonianze, la mostra livornese documenta.
Quello che emerge camminando tra le sale del Museo della Città di Livorno è il personaggio nella sua veste pubblica di intellettuale, artista e promoter, ma anche nella sua dimensione privata e più nascosta di uomo del suo tempo, con le sue debolezze, le sue idiosincrasie, la sua generosità e i suoi slanci sentimentali.

Vittore Grubicy De Dragon, Fiumelatte. Serie delle “Sensazioni giojose”, 1891 – collezione privata
È lo stesso Vittore, ritratto in diversi momenti della sua vita, a introdurre il visitatore nelle nove ampie sezioni dell’esposizione che, grazie anche alla possibilità di attingere ai materiali inediti conservati dagli eredi di Ettore Benvenuti (dipinti, disegni, incisioni, documenti, fotografie, oggetti d’arredo, suppellettili…) consentono di proporre una dimensione privata dell’uomo, sino a oggi poco, o mai, esplorata.
In mostra, oltre ai dipinti da lui realizzati anche altri che collezionava come Segantini, Morbelli, Millet e Tranquillo Cremona, splendidi oggetti d’arredo e fotografie che consentono di proporre una dimensione privata dell’uomo, sino a oggi poco esplorata.
Una intera sezione è riservata al rapporto tra Vittore e Toscanini, col tramite di Leonardo Bistolfi.
Grubicy eseguì un ritratto postume del giovane figlio del maestro per il quale Bistolfi aveva progettato il monumento funebre al cimitero monumentale di Milano. Lungo il percorso espositivo si possono ammirare anche un gruppo di dipinti appartenuti a Toscanini, recentemente acquisiti da Fondazione Livorno.
Proprio Livorno è al centro dell’ultima sezione della mostra perché, come è testimoniato dalle opere proposte, Vittore ebbe un ruolo fondamentale nel rinnovare la pittura livornese, dopo la lunga vicenda macchiaiola e post macchiaiola.
Vittore Grubicy la sua vita e le sue opere
I Grubicy appartengono a un nobile casato magiaro trapiantato a Milano. Mamma Antonietta è pittrice per diletto, ma in casa ci sono i dipinti degli artisti più promettenti del momento (tra gli anni ’70 e ’80 dell’Ottocento).
Il fratello Alberto gestisce in proprio la Galleria Gubricy, che ebbe un ruolo importante sino ai primissimi anni ’20 del Novecento.
Vittore imbocca, invece la strada di critico e promotore d’arte, curando le prime retrospettive di Tranquillo Cremona e Daniele Ranzoni, sostenendo ed ospitando nella propria dimora Giovanni Segantini, ai suoi esordi, che spinge ad approfondire la conoscenza di Millet e del naturalismo francese. Si interessa anche del giovane Angelo Morbelli, di Achille Tominetti e di Serafino Macchiati.
Vittore Grubicy, fu, dunque una figura chiave nell’arte italiana di fine Ottocento esercitando un’influenza determinante su tre generazioni di artisti. Mercante d’arte, intellettuale, artista e critico di respiro europeo, lavorò intensamente per realizzare il suo desiderio di creare una galleria d’arte moderna in grado di competere con il mercato internazionale.

Vittore Grubicy De Dragon, Ritratto di persona cara, 1886 circa – Milano, Galleria d’Arte Moderna
Questo suo impegno generò una lunga serie di scambi culturali tra l’Italia e il triangolo Olanda – Londra – Parigi, nel quale si decidevano i destini del mercato artistico nella seconda metà del XIX secolo.
Nei Paesi Bassi, dove visse a lungo, frequenta e stringe rapporti con i maggiori esponenti della Scuola dell’Aja e comincia egli stesso a disegnare e dipingere.
Intuendo le potenzialità internazionali dell’arte italiana, propone all’Expo di Londra del 1888 la memorabile “Italian Exhibition”.
Viene poi l’innamoramento per il Giappone e l’Estremo Oriente. Impara lingua e scrittura giapponesi e raccoglie testimonianze notevolissime di quella civiltà che, successivamente, porta in Europa. Nel contempo sostiene le prime istanze simboliste milanesi: Previati, innanzitutto, ma anche Conconi e Troubetzkoy.
Grubicy è molto attento anche alle arti industriali riconoscendo le qualità di eccellenza delle opere di Bugatti o di Quarti. Al contempo apprezza anche altre produzioni artigianali e colleziona ceramiche rinascimentali.
Info utili
Orario di apertura: Mar-Ven: 10.00-20.00 – Sab-Dom: 10.00-22.00 – Lunedì chiuso
Quando: 8 aprile – 10 luglio 2022
Dove: Polo Culturale Bottini dell’Olio – Piazza del Luogo Pio – Livorno
Maggiori info: www.museodellacittalivorno.it