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L’idrogeno made in Italy debutta a Valencia

L’idrogeno made in Italy debutta a Valencia

17 Febbraio 2022 0 Di Nunzio Ingiusto

Nel terminal merci della Grimaldi si prova il primo trattore ad idrogeno per la movimentazione delle merci. Il mezzo , frutto di una collaborazione pubblico-privata.

 

L’idrogeno fonte pulita per i porti europei che devono ridurre le emissioni inquinanti. Ci sono progetti in corso che non riguardano solo le navi ma anche le strutture e i mezzi di supporto. In ogni Paese si mettono a punto piani di lavoro e macchine alternative ai combustibili inquinanti. Nel porto di Valencia, in Spagna,  da qualche giorno è al lavoro il primo mezzo a idrogeno per la movimentazione delle merci. E’ italiano, ideato e sviluppato dal consorzio ATENA, con il supporto di ENEA, dei Cantieri del Mediterraneo e delle Università di Napoli ‘Parthenope’ e di Salerno. E’ un trattore portuale a quattro ruote, chiamato yard truck dai lavoratori portuali, che verrà testato dal Gruppo Grimaldi. La prova rientra nel progetto europeo ‘H2Ports del valore di 4 milioni di euro.L’Ue si è fatta carico del problema della portualità inquinante e l’ha inserita  nella sua strategia sostenibile.

Il terminal Grimaldi a Valencia ha una superficie di oltre 350 mila metri quadrati ed ora ambisce ad essere uno delle prime aree portuali a basse emissioni. Viviana Cigolotti, Responsabile del progetto per conto di ENEA, dice che l’utilizzo dell’idrogeno garantirà una buona autonomia operativa, tempi di rifornimento brevi, bassi costi di manutenzione e soprattutto zero emissioni. “Il mezzo che abbiamo contributo a sviluppare- spiegala ricercatrice- è dotato di un propulsore ibrido a celle a combustibile e di batterie litio-ioni che consentiranno di svolgere le consuete operazioni di logistica portuale di carico e scarico delle merci dalle navi cargo”.

Idrogeno per collaborare

I trattori che lavorano per scaricare le navi in un terminal portuale di medie dimensioni, lavorano per circa 20 mila ore all’anno, consumando moltissimo carburante. Quelli con i combustibili  tradizionali dovranno fare posto a macchine green elettriche o,come si sperimenta a Valencia, a idrogeno. Utilizzando flotte a idrogeno, verrebbero evitate circa 501 tonnellate all’anno di CO2.  Ma è tutto il settore dei trasporti marittimi e della logistica portuale ad essere interessato a novità ecosostenibili. I numeri dell’inquinamento begli scali marittimi sono impressionanti. Si parte dalla produzione di circa un miliardo di tonnellate di emissioni di CO2, pari al 13% delle emissioni dell’intero comparto europeo dei trasporti. Dati destinati a crescere fino al 50% entro il 2050, anno in cui l’Europa vorrà essere a azero emissioni. D’altronde sia per il traffico navale che per quello aereo i governi dovrebbero organizzare meglio i terminal per lavori di adeguamento strutturale ed energetico. 

Quanto a Valencia, il nuovo trattore per fare il pieno di carburante  ha a disposizione una stazione mobile di rifornimento di idrogeno sviluppata dal Centro Nacional del Hidrógeno. Oltre allo yard truck nei prossimi mesi saranno messi a punto anche un carrello elevatore (reach stacker) e una stazione di rifornimento mobile. Tutto  frutto di una collaborazione pubblico-privata coordinato dalla Fundación Valenciaport. Anche questa forma di collaborazione con investimenti in ricerca e nuove tecnologie dovrebbe essere presa a modello per accelerare i progetti.

 

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