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Il mese della moda appena concluso, tra critiche e successi

Il mese della moda appena concluso, tra critiche e successi

13 Ottobre 2021 0 Di Camilla Alcini

Si è appena conclusa l’ultima settimana della moda ed è il momento di fare un bilancio, tra critiche sui temi caldi dell’industria e collaborazioni frutto della ritrovata creatività dei designer.

Il mese di Settembre è senza dubbio il momento dell’anno più importante per l’industria della moda.

Un’industria che il COVID aveva rivoluzionato, costringendo a promesse di cambiamenti radicali che stessero al passo con i tempi.

È dunque con grandi aspettative che il pubblico di appassionati (e non) ha atteso e poi osservato da vicino, grazie ai social media, le settimane della moda di New York, Londra, Milano e Parigi. Quest’ultima si è conclusa lo scorso mercoledì, lasciando spazio per un bilancio complessivo. Che ahimè, ha lasciato molti paladini del politicamente corretto piuttosto scontenti.

Overconsumption nella moda: ritmi che non rallentano, proteste che non si fermano

Lo stesso fatto di avere appuntamento a Settembre per vedere sulle passerelle i trend della Primavera-Estate 2022 con l’abbronzatura dell’estate appena conclusa ancora addosso conferma che i ritmi del sistema fashion non accennano a cambiare.

L’amore per i frutti della creatività di questa industria non è abbastanza per bilanciare l’ansia per le conseguenze della sovrapproduzione dei vari brand. Seppure l’attenzione dei designer verso la sostenibilità è un trend in crescita, gli ambientalisti non sono convinti, tanto da interrompere le sfilate in segno di protesta come nel caso dell’attivista di Extinction Rebellion sulla passerella di Vuitton. “Overconsumption = Extinction”, recita il messaggio, accompagnato dai loghi di tre gruppi: Les Amis de la Terre, Youth For Climate France ed Extinction Rebellion France.

Non è, ovviamente, la prima volta. Ma quest’anno c’è in più la delusione per le promesse a vuoto e per un ritorno forse anche maggiore a dei ritmi frenetici e insostenibili.

 

Inclusione e diversità? Ancora non ci siamo

Le critiche non si limitano agli ambientalisti e ai difensori dell’economia circolare. Gli occhi del pubblico in questo fashion month erano puntati sui designer anche per misurare inclusione e diversità.

Il divario tra ciò che si vede per strada, nelle case, e la perfezione in mostra sulle passerelle è ormai da decenni un punto debole del sistema fashion, che si proclama inclusivo ma che di fatto quando prova ad esserlo spesso incorre in gaffe che raramente passano inosservate.

Il tentativo di imporre in modo sgraziato ed impacciato l’eccesso, nella speranza di salvarsi dai giudici sempre pronti a puntare il dito dietro ai loro smartphone, non fa che peggiorare la situazione.

È il caso di Chloé, che su 31 look del suo eco-show ha fatto sfilare due modelle curvy. Ma anche di altri brand che si affidano a top model ormai note come Paloma Elsesser, Ashley Graham e Jill Kortleve. Un ‘contentino’ o un progresso? Ai social l’ardua sentenza.

Promossi a pieni voti proprio dal pubblico social invece i casting di Marco Rambaldi e Act n°1, due giovani brand italiani emergenti.

Il bilancio della Milano Fashion Week, tuttavia, è negativo. Lo scrive la giornalista di moda del New York Times Vanessa Friedman, che in un articolo ha criticato aspramente questo aspetto della moda italiana: “quello che è sempre più chiaro a Milano è che quando si parla di taglia e età, è cambiato molto poco”.

Collaborazioni che non dimenticheremo

Critiche a parte, è stato un ritorno della moda come la ricordavamo prima del Covid.

Un trionfo di creatività che anche stavolta ci ha regalato momenti iconici, tra collaborazioni e sfilate… alternative.

La sfilata di Balenciaga e The Simpsons, ad esempioA Demna Gvasalia di Balenciaga il premio per la sfilata più originale di questo fashion month: dieci minuti di un episodio speciale dei Simpsons,  in mostra in un teatro parigino del 19esimo secolo durante la Paris Fashion Week. Risate, battute e l’intera Springfield a sfilare nella capitale francese, sono gli ingredienti per questo ulteriore tassello da aggiungere alla visione ironica della moda di Demna Gvasalia. L’episodio è accessibile a tutti su youtube, dove l’hanno visto già oltre 8 milioni di utenti.

 

Ma c’è un’altra collaborazione che non dimenticheremo in questo fashion month appena concluso.

Il frutto dell’unione tra il genio di Donatella Versace e quello di Kim Jones si chiama Fendace, ovvero Fendi + Versace, ed è una collezione esclusiva firmata dai due brand di lusso made in Italy. La collezione è stata presentata durante la Milano Fashion Week nella storica sede di Via Gesù, con modelle d’eccezione come Naomi Campbell e Kate Moss.

 

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