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Il Solar Orbiter pronto a partire e cercare il suo posto al Sole

Il Solar Orbiter pronto a partire e cercare il suo posto al Sole

07 Febbraio 2020 0 Di Pietro Nigro

Tutti pronti per il lancio del Solar Orbiter, la sonda spaziale di Esa e Nasa che cercherà “un posto vicino al Sole”. E a bordo c’è anche la tecnologia italiana.

Solar orbiter in partenza per un posto al sole

E’ tutto pronto a Cape Canaveral in Florida per il decollo del Solar Orbiter, la nuova sonda che il 10 febbraio prossimo Esa e Nasa manderanno nello spazio in cerca del suo “posto al sole”. E c’è anche l’Italia a bordo della navicella che andrà ad indagare i segreti della nostra stella.

Al Solar Orbiter al decollo in Florida, infatti, che L’agenzia spaziale europea e quella americana hanno sviluppato e costruito nell’arco di dieci anni, ha contribuito anche l’Università di Firenze.

Il veicolo spaziale Solar Orbiter, che nei giorni scorsi allo Space Kennedy Center è stato incapsulato nella carenatura del missile americano Atlas V 411, partirà verso lo spazio per studiare il Sole, la sua atmosfera esterna e ciò che guida il deflusso dinamico del vento solare che colpisce la Terra.

La sonda Solar Orbiter raggiungerà per la prima volta la distanza dal Sole di 0.28 unità astronomiche e l’inclinazione rispetto all’eclittica fino a 35 gradi.

Il veicolo spaziale osserverà da vicino l’atmosfera del Sole con telescopi ad alta risoluzione spaziale e confronterà queste osservazioni con le misurazioni prese nell’ambiente direttamente circostante il veicolo spaziale, creando insieme un quadro dettagliato di come il Sole influisce sull’ambiente spaziale attorno alla Terra e più lontano nel Solare Sistema.

Grazie alla sua orbita unica e difficile da raggiungere, Solar Orbiter fornirà anche le prime immagini in assoluto delle regioni polari del Sole, offrendo informazioni chiave sull’ambiente magnetico mal compreso, che aiuta a guidare il ciclo solare di 11 anni del Sole e la suo periodica produzione di tempeste solari.

A bordo dieci strumenti costruiti in tutta Europa e negli Usa

Solar Orbiter si basa su una combinazione di 10 strumenti, costruiti in tutta Europa e negli Stati Uniti. Gli strumenti, combinando osservazioni di telerilevamento e misurazioni in situ, sono stati accuratamente scelti e progettati in modo da supportare e amplificare le reciproche osservazioni, fornendo insieme la visione unica, più completa e integrata del Sole e del suo ambiente mai raggiunti.

E c’è anche l’Italia a bordo del Solar Orbiter. Sulla sonda, tra queste strumentazioni scientifiche, è montato il coronografo Metis, cioè il telescopio che osserverà la corona, la parte più esterna dell’atmosfera solare: principal investigator di Metis è Marco Romoli, docente di Astrofisica all’Ateneo fiorentino e associato dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF).

“Il coronografo – spiega Romoli – crea un’eclisse artificiale, che nasconde il Sole e permette l’osservazione dell’emissione della corona solare, milioni di volte meno intensa di quella del disco solare. Grazie ad un innovativo ed ingegnoso disegno ottico, Metis è il primo coronografo progettato per ottenere immagini della corona solare in luce visibile e ultravioletta. Le sue osservazioni saranno cruciali per arrivare finalmente a capire i meccanismi di innesco e accelerazione delle eruzioni solari, che causano violente perturbazioni nell’eliosfera, disturbando la magnetosfera terrestre fino a provocare le tempeste geomagnetiche”.

Il coronografo solare è un progetto a firma prevalentemente italiana, finanziato dall’Agenzia Spaziale Italiana tramite l’INAF, progettato da ricercatori di vari osservatori e atenei italiani e prodotto da un consorzio di industrie nazionali guidato da OHB Italia e Thales Alenia Space.

Ecco il viaggio del Solar Orbiter in un video dell’Esa.

 

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