Jihad africano o brigantaggio jihadizzato?
30 Gennaio 2022Il jihad africano, più che guerra per diffondere l’Islam in Africa sembra brigantaggio o ribellismo ammantato di religione.
«Jihad africano» o «brigantaggio jihadizzato»?
Il Burkina Faso é balzato all’attenzione degli osservatori occidentali per il recente colpo di stato, ma è da un po’ che, proprio come nel Mali, nel Niger e nella vicina Nigeria, regna una particolare forma di insicurezza legata al jihad, cioè allo “sforzo bellico finalizzato all’estensione dell’Islam“.
Ad una forma particolare di jihad che mi azzardo a definire «jihad africano».
Un jihad che poggia su un denominatore comune a tutti: da tempo in quei paesi sono in atto incancreniti conflitti etnico/tradizionali esacerbati da una situazione economica e sociale esplosiva.
Alcuni dati attestano che oltre l’80 per cento di quei conflitti sono attribuibili a fattori etico/storici tra agricoltori e allevatori.
E’ evidente che quella situazione conflittuale è stata intercettata da pochi predicatori islamisti dediti alla da’wa, cioé alla “predicazione”, i quali hanno saputo incanalarli a favore del jihad.
A questo punto sorgono alcuni interrogativi che dovrebbero ispirare le analisi dei decisori politici impegnati nel contrasto del jihad nella regione del Sahel-Sahara:
- Quanto sono «jihadizzati» i vari clan, i vari gruppi di predoni e contrabbandieri, e i numerosi malcontenti singoli o radunati che hanno aderito alle lusinghe della da’wa e del jihad?
- Siamo di fronte a un vero e proprio «jihad africano» o a un movimento di insorti (per svariati motivi, fra i quali il contrabbando e la preda) «jihadizzati» ?
La risposta necessita di un’accurata analisi di intelligence per calibrare gli interventi più adeguati.
Di sicuro le ragioni che spingono quei gruppi e quelle persone ad aderire al jihad sono complesse e articolate, e direi primigenie.
Tuttavia, una cosa mi pare evidente: il fattore religioso che sembra animare quei gruppi è secondario…
La ragione primaria per cui sono insorti è sostanzialmente “autoctona” e la religione, a differenza di quel che raccomanda l’Islam, c’entra poco, serve a dare una patina di nobiltà ad annosi affrontamenti etnici.