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La crisi energetica: chi dice e chi fa.

La crisi energetica: chi dice e chi fa.

03 Marzo 2022 0 Di Nunzio Ingiusto

Appello di 40 scienziati al governo per fare tre cose senza ricorso alle fonti tradizionali.

 

La crisi energetica stimola economisti, scienziati, ambientalisti a mettere in campo  ricette per non soccombere. Quasi in ogni Università, Centro ricerche, Associazioni , sindacati c’è  chi ha la soluzione giusta per non restare a lungo schiavi di gas e petrolio. Da qualche ora gira nel web l’appello di 40 scienziati italiani che chiedono al governo  di far fronte all’emergenza in modo più incisivo. La guerra in Ucraina sta  producendo  effetti di ora in ora,  tanto sulle forniture di gas quanto sulla necessità di contenere i consumi. Draghi in Parlamento è stato molto realista. Ha guardato al medio-lungo periodo mettendo in guardia il Paese da eventi inattesi come l’invasione russa. E’ evidente che il premier si augura che la guerra finisca al più presto. Che si arrivi ad una pacificazione che avrebbe effetti anche sulla situazione energetica . Ma dopo i morti e le vittime innocenti. O no ?

  I 40 professori del gruppo Minds for One Health (M4OH) chiedono al premier tre cose: accelerare il passaggio alle energie alternative; un Piano emergenziale di misure per il risparmio energetico; il passaggio a forme di mobilità urbana a zero domanda di energia. Tre soluzioni da percorrere immediatamente, dicono, perché “ riteniamo antiscientifico e molto pericoloso riproporre carbone, petrolio, gas o biomasse su larga scala che vanno nella direzione di un ulteriore aumento del carico di malattia e di peggioramento della crisi climatica”. Draghi lo nega ? Le tre richieste sono eccezionali per gli scienziati, non lo sono forse anche per il governo ? La crisi – ha detto il premier in Parlamento – ci obbliga a prestare maggiore attenzione ai rischi geopolitici che pesano sulla nostra politica energetica e a ridurre la vulnerabilità delle nostre forniture.”

Spronare chi ha poteri decisionali è legittimo, ma qualche volta si può eccedere nell’insistenza. Per esempio sul passaggio alle energie alternative ed alla mobilità sostenibile. Su questi due temi la transizione ecologica- su cui il precedente governo aveva pasticciato abbastanza- ci sono 70 miliardi di euro nel PNRR .Il governo non rinnega quel piano che, purtroppo, eventi inaspettati stanno fiaccando. Ha la responsabilità oggi di non bloccare l’Italia troppo dipendente dalla Russia per la produzione di energia elettrica, in primo luogo. Le energie rinnovabili finora sono cresciute in maniera non esaltante. Ci sono voluti bonus ed agevolazioni per  assicurarne l’ulteriore crescita. Ora sono da prendere decisioni  energenziali, appunto, che portano a puntare sul carbone o altre fonti ma sempre con l’obiettivo di « procedere spediti sul fronte della diversificazione, per superare quanto prima la nostra vulnerabilità ». Sono buone le idee dei 40 scienziati, ma quali sono i tempi per realizzarle ?

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