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Langhe, un itinerario tra enogastronomia, borghi e paesaggi magici

Langhe, un itinerario tra enogastronomia, borghi e paesaggi magici

14 Ottobre 2023 1 Di Patrizia Russo

Un luogo con panorami da cartolina, centri storici ricchi di storia di epoca medievale e morbide colline coltivate a vite, intervallate da noccioli, scorci meravigliosi e prodotti tipici. Questo è ciò che ci aspetta visitando le Langhe.

Su e giù per le colline delle Langhe

Le Langhe sono un territorio situato in Piemonte a cavallo tra le provincie di Cuneo ed Asti. Questo fazzoletto di terra è famosissimo in tutto il mondo per la produzione di vini prestigiosi come il Barolo, la Barbera e il Barbaresco, solo per citare le tre più famose Docg della Regione.

Non appena si esce dall’autostrada e si inizia a percorrere la statale si capisce subito che stiamo per entrare in un territorio suggestivo fatto di borghi, vigneti, castelli, fortezze e palazzi signorili.

La Langa del Barolo | @credits https://www.paesaggivitivinicoliunesco.it

Il paesaggio che caratterizza questa zona è prevalentemente monoculturale, i vigneti si estendono con continuità sui morbidi pendii, intervallati qua e là da borghi di impianto medioevale dai quali spesso si ergono imponenti castelli. L’accostamento “vigneto – castello” contribuisce a rendere questo paesaggio unico al mondo e le architetture difensive diventano icone di un panorama straordinario.

La zona delle Langhe, dal 2014 patrimonio mondiale dell’UNESCO, è terra di nocciole, tartufi, eccellente vino e prodotti tipici. Impossibile, infatti, pensare alle Langhe, senza associarle all’enogastronomia.

Visitando questi luoghi si scoprirà che la cucina con i suoi piatti e prodotti tipici (tajarin, ravioli al plin, brasati, funghi e tartufi, formaggi ecc) si accompagna perfettamente ai vini pregiati e non si potrà esimersi dal fare, oltre che una gita culturale, anche un tour enogastronomico.

“Tutto è qui, nelle Langhe” diceva Cesare Pavese: il sole, le nuvole, le viti, i sapori e i colori delle stagioni.

L’inizio dell’autunno è il momento favorevole per organizzare un soggiorno nelle Langhe e assistere al foliage che caratterizza i colorati paesaggi autunnali. I luoghi da visitare sono molti e in un week-end è necessario fare, anche se a malincuore, una scelta.

L’itinerario proposto è circoscritto alla Bassa Langa. Questo angolo di Piemonte si divide in due aree: Barbaresco e Barolo. Qui si producono gli omonimi vini Docg, disponibili presso le enoteche regionali, frutto di anni di tradizione e di tecniche di produzione tra le migliori al mondo.

Ecco un percorso che partendo da Neive e terminando a Barolo condurrà alla scoperta di una parte di questo bellissimo territorio.

Neive, il borgo medievale delle Langhe

Il primo borgo che si incontra, in questo itinerario nelle Langhe, è Neive, piccolo gioiello medievale in provincia di Cuneo, inserito a buon titolo nella lista dei borghi più belli d’Italia.

Situata nelle Langhe occidentali tra Barbaresco e Castiglione delle Lanze, è chiamata anche la terra dei quattro vini: Barbaresco, Barbera, Moscato e Dolcetto.

La prima immagine che si ha di Neive è dal basso, un piccolo paese arroccato attorno alla torre dell’Orologio.

Neive, Porta di San Rocco | @credits https://borghipiubelliditalia.it/borgo

Si accede al centro storico di Neive attraverso la porta di San Rocco. La piccola cappella di San Rocco, situata appena fuori le mura meridionali, sorge proprio davanti all’arco che costituiva una delle due porte d’accesso al paese.

Il cuore del borgo è Piazza Italia, grazioso salotto settecentesco, nel quale si affacciano bar, ristoranti, enoteche e il palazzo comunale. Passeggiando per il centro storico, tra stradine acciottolate, si noteranno i palazzi nobiliari. Sono molti i punti panoramici dove la vista spazia sui bellissimi vigneti circostanti.

Merita una visita l’arciconfraternita di San Michele, in stile barocco sabaudo. È al contempo una chiesa cattolica dedicata a San Michele Arcangelo che viene utilizzata anche dalla comunità ortodossa. Al suo interno, infatti, assieme alla classiche immagini sacre cattoliche si trovano moltissime icone di tipo bizantino.

Per un pranzo ci si può fermare all’agriturismo Fiori di Pesco. Il menù prevede le tradizionali ricette piemontesi cucinate con i prodotti locali e accompagnati dai vini di loro produzione. La signora Cinzia vi accoglierà nella sua casa e vi riceverà come ospiti d’onore, con un caloroso benvenuto, una cucina senza fronzoli ma gustosa ed un costo davvero economico.

Barbaresco, viaggio in una delle zone vitivinicole più famose d’Italia

Percorrendo la strada che da Neive porta a Barbaresco saremo rapiti dall’inconfondibile paesaggio che si tinge dei colori dell’autunno, dal verde al giallo, al marroncino, dalle morbide colline coperte di interminabili filari di viti intervallati sono da noccioleti.

Barbaresco è sicuramene uno dei borghi da annoverare in una visita nelle Langhe. Questo piccolo paesino in provincia di Cuneo dà il nome all’omonimo vino, molto apprezzato in Italia e all’estero. È sicuramente famoso per la sua denominazione, il Barbaresco dogc, per le sue rinomate cantine e per l’atmosfera che emana visitandolo.

La visita non richiede molto tempo, ma sarà intensa. Da vedere la Torre di Barbaresco, simbolo della città, a cui piedi si sviluppa il piccolo paese di origine medievale. Un ascensore esterno porta alla sommità della torre, a strapiombo sul fiume Tanaro, da cui si gode di una vista spettacolare sul territorio circostante.

Barbaresco | @credits https://www.paesaggivitivinicoliunesco.it

All’ombra della torre si trova la Cantina Sociale dei Produttori del Barbaresco che, durante il periodo della vendemmia, effettua la spremitura dell’uva appena raccolta in strada. Molto istruttivo per appassionati e wine lovers vedere la diraspatrice e la spremitrice in azione e poi degustare all’interno qualche calice prima dell’acquisto.

Passeggiando per la principale via Torino si trova la rinomata cantina Gaja e diverse terrazze panoramiche da cui è possibile godere di una splendida vista sulle colline.

L’Enoteca regionale del Barbaresco ha, oltre a pregiate etichette dei produttori della zona, anche una location d’eccezione, la chiesa sconsacrata dedicata a San Donato (protettore dalla grandine).

Pollenzo una visita tra storia e gusto

Nel suggestivo panorama collinare delle Langhe, Pollenzo è un borgo molto diverso dagli altri per struttura e storia. Questa piccola frazione è una delle Residenze Sabaude dichiarate, nel 1997, Patrimonio dell’Umanità UNESCO. Pollenzo, ha origini antichissime, è stata un’importante città romana chiamata Pollentia, tanto da essere considerata uno dei più importanti luoghi archeologici del Piemonte.

Pollenzo, particolare della Piazza Vittorio Emanuele II | Ph. P. Russo/IN24

Di tanto splendore rimane solo qualche reperto come l’antico anfiteatro; anche se ci vuole molta immaginazione per vederlo, perché è stato inglobato dal Borgo del Colosseo, con cascine nate sui resti della cavea.

Sorprende l’enorme piazza Vittorio Emanuele II, che ospita la Pieve di San Vittore, il Castello di Pollenzo (chiuso al pubblico) e un enorme complesso architettonico sede oggi dell’Università degli Studi di Scienze Gastronomiche, la Banca del Vino e l’Albergo dell’Agenzia, struttura edificata da Carlo Alberto nel 1833 per farne un centro di sperimentazione di attività agricole. Nell’architettura, in stile neogotico, predominano le forme imponenti e il rosso del mattone.

Vale una visita la Banca del Vino, non solo per acquistare bottiglie sia piemontesi che del vasto territorio enologico italiano, ma anche per curiosare nel caveau che offre un’originale varietà di percorsi tramite i quali andare alla scoperta di grandi e piccoli produttori.

Diano d’Alba, uno dei punti panoramici più alti delle Langhe

Spostandosi nei dintorni di Barbaresco, il consiglio è di raggiungere altri caratteristici borghi delle Langhe, tra cui Diano D’Alba.

Da visitare il borgo, nella parte alta, caratterizzato da belle case in pietra e mattoni. Qui sorgono il palazzo municipale, la settecentesca chiesa di San Giovanni Battista, costruita nel ‘700 in stile barocco piemontese, e i resti del castello medievale. Dal suo belvedere, lo sguardo può spaziare a 360°, con una vista impareggiabile sulle dolci colline della Langa del Barolo che vanno gradualmente unendosi al Roero e si distingue molto bene l’imponente castello di Grinzane Cavour.

A Diano D’Alba un buon ristorante è il Ritrovo dei Golosi. Posizionato un po’ fuori dal centro storico si trova immerso nel verde dei colli e dei vigneti. Il menu è ampio, sia quello del cibo che dei vini, con proposte tra innovative e tradizionali.

Sulla strada che porta a Grinzane Cavour, si incontra un bel punto panoramico: la Panchina Gigante n° 65 rosso rubino del Dolcetto d’Alba. Questa si trova immersa tra i filari e regala un bellissimo scorcio sulle Langhe oltre a qualche interessante foto ricordo.

Grinzane Cavour, il borgo con il castello del Conte

Sulla strada verso Barolo si incontra Grinzane Cavour. Il centro merita una visita senza fretta.

Da vedere l’area con il suo enorme castello medioevale circondato da vigneti, noto per essere stato di proprietà del Conte di Cavour Camillo Benso. Il nome del piccolo borgo è stato cambiato nel 1916, per rendere omaggio allo statista che di Grinzane fu Sindaco per ben diciassette anni.

Grinzane Cavour, il Castello medievale | @credits https://www.paesaggivitivinicoliunesco.it

Al Conte si deve anche la prima sperimentazione nella produzione del famoso vino Barolo. All’interno del maniero si percorrono suggestivi saloni che conducono alla prima Enoteca Regionale del Piemonte e al Museo del Vino, uno dei più completi musei etnografici di tradizione vitivinicola della regione.

Molto interessante è l’innovativo open air museum che accompagna i visitatori attraverso un percorso emozionale e didattico tra i filari della “Vigna del Conte” situato ai piedi del Castello, pensato per svelare la vita del vigneto tra una vendemmia e l’altra.

Oltre alla degustazione del vino, a rendere famosa quest’area è sicuramente anche la produzione del torrone.

Barolo, il borgo del famoso vino

Finalmente si arriva a Barolo tappa imperdibile di un week-end nelle Langhe.

Come altri borghi già visitati, il paese giace attorno al suo castello. L’antico Castello Falletti, un’antica fortezza che oggi ospita l’Enoteca Regionale del Barolo e il WiMuMuseo del Vino delle Langhe, per fare un’immersione interattiva nel mondo del vino e scoprirne la storia.

Barolo, particolare del borgo | Ph. P. Russo/IN24

Altra tappa è il Museo del Cavatappi; il percorso di visita presenta oltre cinquecento esemplari di cavatappi antichi provenienti da tutto il mondo.

Oltre alla visita dei musei, vale la pena visitare questo pittoresco borgo delle Langhe anche solo per una passeggiata nel centro storico. L’atmosfera che vi si respira è molto particolare, tra cantine, ristorantini e palazzi antichi. Qui non si troveranno panchine giganti, ma un enorme bicchiere, scenario carino per scattare una foto ricordo.

Il ristorante Barolando, posto nella centralissima Via Roma, è un ambiente accogliente, moderno e ben curato, dotato anche tavoli in strada da utilizzare nella bella stagione. La cucina è creativa e legata al territorio. Il ristorante ha un’ottima carta dei vini con una predilezione per il Barolo e il Barbaresco.

Il Barolo è uno dei più prestigiosi ed apprezzati vini in tutto il mondo. Numerosi sono i luoghi connessi alla produzione del Barolo, ne sono esempio le aziende vitivinicole storiche, la cui fondazione risale ad un tempo lontano, che hanno posto le basi per la creazione di un prodotto così rinomato.

Tra questi la tenuta Fontanafredda, appartenuta alla casa Reale dei Savoia e le proprietà della Famiglia Falletti di Barolo tra le quali le Cantine Marchesi di Barolo. Entrambe le cantine offrono visite guidate e degustazioni.

Murales | Ph. P. Russo/IN24

Langhe, un territorio dedicato al nettare di Bacco

Nelle Langhe, terra di grandi etichette, non può che essere protagonista il vino. Questo territorio deve tutto al Nebbiolo, una varietà autoctona del Piemonte.

Un vitigno difficile, poco generoso che qui ha trovato la sua terra d’elezione. La vendemmia si svolge quando nell’aria si sente già il profumo delle caldarroste, la mattina si trova un po’ di nebbia e le foglie delle viti iniziano a cambiare colore. Una vendemmia lunga, attesa esattamente come il vino che produrrà.

A seguito della raccolta, il Barolo viene fatto affinare per non meno di tre anni, di cui diciotto mesi in botte. L’attesa, pur lunga, renderà un vino aromatico, inconfondibile, con una profondità e una lunghezza rara che lo hanno reso celebre in tutto il mondo.

E se il vino è una delle specialità del posto, non possono mancare anche i cibi tradizionali. I figli più celebri del Nebbiolo, tradizionalmente, vengono associati agli antipasti di carne, alla selvaggina, ai brasati, ai funghi porcini e ai formaggi stagionati.

Il tour si è concluso, e durante la strada di ritorno verso casa, sentiremo ancora il sapore di vini pregiati, dei prodotti gastronomici di alto livello e negli occhi la bellezza di un territorio circondato da un’atmosfera senza tempo.

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