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Lo Stato si riprenda l’energia. Da oggi la raccolta di firme dei radicali

Lo Stato si riprenda l’energia. Da oggi la raccolta di firme dei radicali

01 Luglio 2023 1 Di Nunzio Ingiusto

Una raccolta di firme fino a dicenbre per sostenere 6 proposte di legge presentate alla Corte di Cassazione. L’energia in mano alle Regioni fa danni.

 

Parte oggi 1 luglio  la raccolta di firma dei radicali italiani per riportare l’energia nella competenza esclusiva dello Stato. Le Regioni e gli enti territoriali hanno fallito e l’Italia deve tornare ad avere una coerenza amministrativa, ma soprattutto decisionale su un argomento così delicato. I radicali hanno depositato 6 proposte di legge in Cassazione, ognuna delle quali dovrà essere firmata da 50mila cittadini. Oltre all’energia,  ci sono il diritto all’aborto sicuro e informato, la decriminalizzazione del lavoro sessuale, la protezione del suolo, il contrasto alla povertà e i debiti dello Stato nei confronti delle Pmi.

Il problema da rimuovere sull’energia è nel Titolo V della Costituzione che colloca la materia tra quelle di competenza concorrente tra lo Stato e le Regioni. Quando si cambiò il Titolo non fu una buona idea affidare ai Presidenti di Regione il potere di decidere cosa e come fare sulle infrastrutture energetiche. L’Italia ne ha bisogno oggi come ieri, ma sui territori si sono accumulati ricorsi, petizioni contrarie, dinieghi di ogni tipo alla costruzione di elettrodotti, gasdotti, impianti di produzione di energia, e via scorrendo. Quelle competenze trasferite non hanno retto alla rivoluzione verde che tutto il mondo cerca di costruire.Perché una Regione deve avere il potere di veto su iniziative industriali importanti che costruiscono uno sviluppo meno mortifero ? Già bastava la burocrazia centrale a rendere difficili le autorizzazioni. Con l’entrata in campo delle Regioni e degli interessi locali il corto circuito è stato grandioso. Con l’obiettivo di raccogliere le  50 mila firme previste, i radicali vogliono rimettere ordine nel sistema. La raccolta di firme durerà fino a dicembre: chi vuole ha, quind,i tempo  per documentarsi, riflettere e  firmare. Non sta a noi stabillire a priori che  successo avrà la raccolta di firme, ma la campagna ha sicuramente valore. Cosa dicono in fondo gli eredi di Marco Pannella ? Che aver passato, seppure ”in parallelo”, alle Regioni  determinate attribuzioni  “ ha ridotto la capacità dello Stato di risoluzione dei problemi di interesse generale”. E sempre più spesso nelle decisioni locali prevalgono interessi ristrettì a scapito di quelli generali.

L’energia è al centro di veri e propri conflitti istituzionali tra poteri centrali e locali sia per le  infrastrutture che per lo sviluppo delle fonti rinnovabili. Se vuoi riorganizzare il sistema energetico, i consumi, abbattere le emissioni inquinanti e fare economia circolare non puoi combattere per anni contro una delibera, un ricorso al TAR , la decisione di una Conferenza di servizi. Si riformi, dunque, l’articolo 117 della Costituzione per riportare nella legislazione statale  produzione, trasporto e distribuzione di energia, allargando la platea alla partecipazione dei cittadini. Questo si. I  cittadini non vanno esclsui e bisogna trovare il modo per assicurare loro la partecipazione. Sul piano giuridico Regioni e Sato centrale non possono essere paritetici. Sul piano politico basta riconoscere  la partecipazione “dei territori alle scelte pubbliche, in chiave di prevenzione di contenziosi amministrativi.” Ma poi si stabilisce cosa fare. In poche parole, trovare un equilibrio per recuperare tempo e soldi sulla battaglia ambientale e climatica. Il rosario di pareri da acquisire su opere strategiche rende l’Italia molto debole nell’approccio alla transizione. Ci sono progetti elaborati 5-7 anni fa che a volerli realizzare oggi dopo delibere, Valutazioni di impatto ambientale, compatibilità urbanistica, impennate dei prezzi, non si possono più realizzare. La raccolta di firme è uno stimolo a Parlamento e governo a prendere iniziative autonome da valutare. Parlamento, governo e singoli parlamentari hanno il potere di iniziativa legislativa che – se ha la stessa finalità della proposta dei radicali- può annullare gli effetti della raccolta delle firme. Il fatto che fino ad oggi nessuno se ne sia fatto carico, vuol dire che la risposta alla confusione di poteri deve arrivare dai banchetti dei radicali. Per progredire, non stare fermi e riportare tutto in tema di energia allo stato precedente la riforma del Titolo V.

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